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3 importanti società di scisto su cui scommettere col WTI vicino ai 75 dollari

Pubblicato 30.06.2021, 15:36
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Il mercato energetico, almeno a memoria recente, raramente è stato più roseo di così. I titoli energetici stanno andando alla grande, con l’ultima spinta ricevuta dall’impennata dei prezzi del greggio, che di recente sono schizzati ai massimi in quasi tre anni, arrivando all’area dei 75 dollari al barile. E questo mentre la domanda in aumento (risultante dalla riapertura post-pandemia e dalla stagione di guida estiva negli USA entrata nel vivo) fa i conti con una produzione ridotta e delle scorte in diminuzione.

In effetti, l’attuale rally della materia prima ha riacceso le aspettative che i prezzi del greggio possano ancora una volta raggiungere il livello psicologico chiave di 100 dollari al barile, un livello che non si vede da prima del tonfo del greggio della fine del 2014.

WTI Monthly Chart

Grafico mensile WTI

Non sorprende che uno dei principali ETF del settore energetico (il fondo SPDR S&P Oil & Gas Exploration & Production Fund (NYSE:XOP)) sia schizzato di circa il 62% sull’anno in corso, raggiungendo il livello migliore dal settembre 2019. L’indice S&P 500, invece, è balzato di solo il 14,2% nello stesso periodo.

Grafico XOP rispetto a S&P

Dato l’attuale contesto energetico rialzista, con i prezzi del greggio destinati a testare nuovi massimi, ecco tre titoli petroliferi ben posizionati per estendere la loro marcia al rialzo nelle settimane e nei mesi che verranno.

1. EOG Resources

  • Performance sull’anno in corso: +65,1%
  • Capitalizzazione di mercato: 48,1 miliardi di dollari

EOG Resources (NYSE:EOG) è una delle più grandi società indipendenti di greggio e gas naturale negli Stati Uniti. Le sue attività core comprendono l’esplorazione, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di greggio, gas naturale e gas naturale liquefatto.

Il titolo della società energetica con sede a Houston, Texas, che possiede territori chiave nella formazione di scisto Eagle Ford nel sud del Texas e nel Bacino Permiano in Delaware, è andato alla grande quest’anno, con un rally di circa il 65% finora nel 2021.

Il titolo di EOG ha chiuso la seduta di ieri ad 82,30 dollari, non lontano dal recente picco di 18 mesi di 87,99 dollari del 7 giugno. Ai livelli attuali, ha una capitalizzazione di mercato di 48,1 miliardi di dollari ed è il quarto maggiore produttore petrolifero USA, dopo ExxonMobil (NYSE:XOM), Chevron (NYSE:CVX) e ConocoPhillips (NYSE:COP).

EOG Daily Chart

Grafico giornaliero EOG

EOG dovrebbe continuare a trarre vantaggio dal miglioramento dei fondamentali del mercato petrolifero nei prossimi mesi, considerato che il West Texas Intermediate, il greggio di riferimento statunitense, si è avvicinato ai 75 dollari al barile all’inizio della settimana per la prima volta in oltre due anni.

Il produttore di greggio da scisto a basso costo aveva precedentemente dichiarato di aver bisogno di un prezzo del greggio medio pari a 39 dollari al barile per mantenere l’attuale tasso di produzione. Con i prezzi del greggio attualmente ben oltre quel livello, EOG si prepara a generare considerevoli flussi di cassa disponibili, ottenendo i fondi necessari per alzare il dividendo, che al momento rende quasi il 2%, per ricomprare azioni e risarcire i debiti.

EOG, che ha riportato risultati finanziari misti relativamente al primo trimestre all’inizio di maggio, ma che ha annunciato uno speciale dividendo di 1,00 dollari, pubblicherà il prossimo report il 5 agosto.

Le previsioni sono di EPS pari a 1,40 dollari per il secondo trimestre, in netto miglioramento rispetto alla perdita di 0,23 dollari ad azione dello stesso periodo dell’anno scorso. I ricavi dovrebbero ammontare a 3,89 miliardi di dollari, con un balzo del 253% rispetto agli 1,1 miliardi dello stesso trimestre di un anno fa, raccogliendo i frutti dell’aumento dei prezzi del greggio.

Oltre ai dati sui risultati, gli investitori terranno d’occhio l’aggiornamento di EOG circa gli obiettivi di produzione per il prossimo anno ed i suoi piani per la restituzione di ulteriore denaro agli azionisti.

2. Occidental Petroleum

  • Performance sull’anno in corso: +80,8%
  • Capitalizzazione di mercato: 29,2 miliardi di dollari

Occidental Petroleum (NYSE:OXY) è uno dei principali produttori di petrolio e gas nel bacino Permiano ed è un importante operatore del settore energetico statunitense. La regione, che va dal Texas occidentale al New Mexico sudorientale, è responsabile di circa il 30% della produzione petrolifera totale della nazione.

La società energetica con sede a Houston, Texas, che aveva visto il suo titolo crollare all’apice dell’emergenza sanitaria per il COVID-19 lo scorso anno, ha capitalizzato sulla ripresa dei prezzi del greggio, con un’impennata di circa l’81% sull’anno in corso.

Il titolo di OXY, che ha raggiunto un massimo pre-pandemia di 33,01 dollari il 25 giugno, ha chiuso a 31,30 dollari ieri, con una valutazione di 29,2 miliardi di dollari.

OXY Daily Chart

Grafico giornaliero OXY

Occidental dovrebbe continuare a trarre beneficio dalle sue straordinarie operazioni nel Permiano, approfittando al contempo dei prezzi del greggio forti che contribuiranno ad alimentare la crescita futura degli utili.

OXY, che ha riportato risultati finanziari del primo trimestre fiscale migliori del previsto il 10 maggio, pubblicherà i prossimi dati su utili e vendite dopo la chiusura dei mercati statunitensi il 9 agosto.

Le previsioni sono di una perdita di 0,15 dollari ad azione sul secondo trimestre, in calo rispetto alla perdita di 1,76 dollari ad azione dello stesso periodo dell’anno scorso. I ricavi dovrebbero schizzare di quasi l’87% su base annua a 5,47 miliardi di dollari, grazie ai prezzi del greggio forti ed all’aumento della domanda energetica globale.

Oltre che sui risultati, gli investitori si concentreranno anche sugli aggiornamenti di OXY circa le prospettive per la produzione di greggio e gas per il resto dell’anno e oltre.

Gli investitori saranno inoltre curiosi di sapere se l’azienda energetica, che ha preso in prestito molto denaro per finanziare l’acquisizione da 38 miliardi di dollari della rivale Anadarko Petroleum nel 2019, intende adottare ulteriori misure per ridurre il suo alto livello di debito e restituire più denaro agli azionisti sottoforma di payout dei dividendi e riacquisti di azioni.

3. Continental Resources

  • Performance sull’anno in corso: +127,5%
  • Capitalizzazione di mercato: 13,6 miliardi di dollari

Continental Resources (NYSE:CLR) è una delle maggiori società indipendenti di greggio e gas naturale del paese. Quasi tutte le sue riserve si trovano nel deposito di scisto di Bakken in Nord Dakota e Montana, dove la società attualmente è il principale produttore di scisto della regione. Ha anche degli asset di trivellazione importanti nei depositi di scisto STACK e SCOOP in Oklahoma.

Il titolo dell’azienda energetica con sede ad Oklahoma City, Oklahoma, ha registrato una performance di molto superiore al mercato generale quest’anno, schizzando di circa il 128% sulla scia dell’attuale rally del prezzo del greggio.

Il titolo di CLR, salito al massimo dal settembre 2019 a 39,73 dollari alla fine della scorsa settimana, si è attestato a 37,03 dollari ieri. Ai livelli attuali, la società di esplorazione e produzione di greggio vanta una capitalizzazione di mercato di 13,6 miliardi di dollari.

CLR Daily Chart

Grafico giornaliero CLR

Nonostante i forti guadagni sull’anno in corso, Continental resta uno dei titoli migliori da comprare per gli investitori che vogliono approfittare della ripresa in atto nel settore petrolifero statunitense, soprattutto con i prezzi del greggio che continuano a salire verso nuovi massimi.

Il trivellatore di scisto concentrato sull’area di Bakken, che ha registrato ottimi utili e ricavi lo scorso trimestre ed ha annunciato che ricomincerà a pagare i dividendi, pubblicherà il prossimo report sugli utili dopo la chiusura dei mercati USA il 28 luglio.

Le previsioni sono di utili per azione di 0,43 dollari per il secondo trimestre, rispetto alla perdita di 0,71 dollari ad azione dello stesso periodo dell’anno scorso. I ricavi dovrebbero schizzare del 500% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa a 1,06 miliardi di dollari, grazie soprattutto alla drastica ripresa dei prezzi del greggio.

Inoltre, gli azionisti presteranno attenzione ai miglioramenti del bilancio della società, mentre continua a ridurre il suo debito.

Saranno al centro della scena anche le prospettive di produzione sull’intero anno fiscale, nonché le previsioni sui flussi di cassa disponibili,. Il produttore di greggio da scisto ha previsto 3,1 miliardi di dollari di flussi di cassa dalle operazioni, in salita del 30% dalle stime precedenti, che gli permetterebbero di avere la liquidità necessaria per ripagare i debiti, aumentare il dividendo che attualmente rende l’1,20% e riacquistare azioni.

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