Segnali di stabilità anche per l’indice azionario giapponese, coinvolto anch’esso nel “sell off” visto a fine 2018 con i prezzi crollati da 24500, massimi degli ultimi 20 anni, fino a 19000 prima di vedere un altrettanto sostanzioso recupero fino a 22500.
Lo scenario rimane però improntato alla cautela con il Nikkei che da febbraio in poi si è sempre appoggiato sul supporto fondamentale a 20000/100 ma che da aprile non riesce a fare dei massimi crescenti, sintomo di una certa debolezza bene espressa dalla lateralità vista nel 2019.
La recente rottura al rialzo del trading range di breve a 20750 sta ora portando i corsi verso 21500 dove dovrebbe concludersi il movimento. Solo una violazione di questo livello, dove transita la trendline ribassista e il successivo superamento di 20800/50 cambieranno lo scenario spingendo i corsi verso 22500 e successivamente verso 23500. Una perdita di 20000 su base settimanale sarà invece un segnale molto negativo con i prezzi diretti ad un test di 19000.