- Pubblicazione del report sugli utili del secondo trimestre domani, mercoledì 4 agosto, dopo la chiusura dei mercati
- Previsioni sulle entrate: 3,7 miliardi di dollari
- Previsioni utili per azione: -0,54 dollari
Uber Technologies (NYSE:UBER) si trova in una posizione difficile in questi giorni. Mentre le prenotazioni delle corse stanno registrando una ripresa con la riapertura dell’economia, il più grande servizio di ride-hailing al mondo fatica a trovare autisti nel mondo post-pandemia.
Gli analisti, in media, si aspettano che Uber, con sede a San Francisco, riporti 3,74 miliardi di dollari di vendite, con un balzo di oltre il 20% dal trimestre precedente e del 39% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
Grafico settimanale Uber.
Questa forte ripresa arriva dopo che le prenotazioni sono crollate lo scorso anno, quando la rapida diffusione del COVID aveva costretto i governo ad introdurre dei lockdown e ad ordinare la chiusura di massa di attività ed uffici.
Ma, anche se il segmento delle corse di UBER sta vedendo una ripresa, l’equazione aziendale non è più la stessa. La piattaforma tech di servizi di trasporto spende di più per assumere gli autisti ora e ciò significa perdite maggiori ed un tempo più lungo prima che veda un profitto.
Bonus ed altri incentivi per far tornare su strada gli autisti ridurranno la percentuale dalle tariffe di circa il 20% questo trimestre, ha riferito la società agli investitori a maggio. L’amministratore delegato di Uber Dara Khosrowshahi si è prefissato che la società arrivi ad un profitto trimestrale rivisto entro fine anno.
Durante i lockdown, molti autisti hanno accettato altri lavori o sono rimasti a casa quando il coronavirus ha cancellato la domanda di ride-hailing. Ad aprile, Uber ha reso noto che spenderà 250 milioni di dollari in bonus ed altri incentivi per l’assunzione.
Titolo sotto pressione
Questa situazione ha mantenuto il titolo di Uber sotto pressione quest’anno. Il titolo è crollato del 13% nello stesso periodo in cui l’indice NASDAQ 100 è balzato di circa il 14% sull’anno in corso. UBER ieri ha chiuso a 43,49 dollari.
In più, la crisi lavorativa non sembra destinata a terminare tanto presto. Il problema persisterà nel terzo trimestre, secondo un articolo del Wall Street Journal, pesando ulteriormente su Uber e sul suo principale rivale, Lyft (NASDAQ:LYFT). Entrambi dovranno affrontare il cambiamento delle dinamiche del lavoro occasionale e sono consapevoli della necessità di soluzioni a lungo termine.
“Questo è un momento di profonda introspezione e riflessione per una compagnia come la nostra, il momento di prenderci una pausa e chiederci: ‘Come possiamo rendere più allettante sul lungo termine la proposta per gli autisti?’”. Ha dichiarato nell’articolo Carrol Chang, a capo del settore autisti di Uber per USA e Canada. “È decisamente una resa dei conti”.
Un altro importante aspetto della trasformazione aziendale di Uber durante la pandemia riguarda la sua attività di consegne, ampliata rapidamente dalle sole consegne di pasti ad alcool, spesa, pacchi e farmaci. I risultati di domani forniranno dettagli per capire se i consumatori resteranno fedeli ad UberEats dopo la pandemia.
I ricavi dalle consegne sono schizzati durante la pandemia, offrendo un supporto cruciale quando il servizio di ride-hailing era invece in difficoltà. Queste vendite sono salite di un altro 28% nel primo trimestre rispetto al trimestre precedente a 1,7 miliardi di dollari. È più del triplo rispetto ad un anno fa.
Morale della favola
C’è una significativa incertezza riguardo al business model del ride-hailing nel mondo post-pandemia. Uber dovrà dimostrare di essere in grado di superare il problema della carenza di lavoratori senza aumentare significativamente i costi, dimostrando al contempo di poter sostenere la crescita della sua attività di consegne.