La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 27 maggio 2021
L’imminente vertice dell’OPEC+, previsto per il 1° giugno in videoconferenza, probabilmente avrà una questione in cima alla lista: l’attuale accordo sulla produzione del gruppo, valido fino a fine luglio.
L’accordo ultimamente ha visto dei problemi di rispetto e di monitoraggio del mercato, perciò anche se il quadro delle scorte e della domanda sicuramente sarà una delle questioni più importanti, probabilmente passerà in secondo piano davanti alla prospettiva di un ritorno del greggio iraniano sul mercato.
Di seguito, parleremo di 3 importanti argomenti per la conferenza.
1. La situazione delle scorte OPEC+
La Commissione Tecnica Congiunta dell’OPEC+ e la Commissione Ministeriale Congiunta di Vigilanza (JMMC) si incontreranno il 31 maggio e discuteranno dei dati ufficiali sulle scorte, prima del vertice ministeriale del 1° giugno. In base ai dati di marzo, Russia ed Iraq hanno prodotto più della loro quota.
Secondo S&P Platts, i paesi dell’OPEC+ hanno violato le loro quote per un totale di 3,316 milioni di barili al giorno a marzo. La Russia ha infranto la quota del margine maggiore: 877.000 barili al giorno. L’Iraq ha superato i suoi livelli di 707.000 barili al giorno e anche il Sud Sudan ed il Kazakistan hanno contribuito significativamente all’esubero.
Russia e Kazakistan hanno ricevuto il permesso di aumentare la produzione di aprile, ma i paesi che hanno superato la quota prevista dovranno presentare dei piani per spiegare come compenseranno l’eccedenza da qui a settembre.
L’Arabia Saudita probabilmente confiderà in alcuni paesi per questo impegno, soprattutto l’Iraq. È probabile che alla Russia non verranno fatte pressioni sulla questione.
2. L’OPEC+ aumenterà la produzione?
In base all’accordo vigente, l’OPEC+ intende gradualmente aumentare la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno tra maggio e luglio, quindi il gruppo valuterà i progressi verso l’obiettivo in occasione della conferenza della prossima settimana.
Poiché il gruppo si sta riunendo mensilmente ultimamente, è possibile che decidano di modificare l’accordo attuale.
Grafico settimanale greggio WTI
Considerati gli attuali trend dei prezzi del greggio e della domanda globale, è difficile che l’OPEC+ trovi un motivo per tagliare la produzione. Al contrario, è invece possibile che prenda in considerazione un aumento della produzione.
Alexander Novak, vice Primo Ministro russo e rappresentante del paese all’OPEC+, ieri ha affermato che il mercato petrolifero globale al momento è in deficit di “circa un milione di barili al giorno”.
È un segnale del fatto che probabilmente insisterà perché l’OPEC+ aumenti la produzione, certamente a luglio, ma probabilmente anche già a giugno.
L’OPEC+ considera inoltre la quantità di greggio che i paesi consumatori hanno in magazzino (scorte) per capire se un aumento della produzione sia giustificato o meno.
E questo è un importante motivo per cui l’OPEC+ non ha alzato la produzione precedentemente quest’anno, anche quando sembrava che i prezzi del greggio stessero salendo rapidamente. Paesi consumatori come l’India avevano fatto pressioni sull’Arabia Saudita per immettere più greggio sul mercato, ma l’OPEC+ si era rifiutata.
Piuttosto, il ministro del petrolio saudita aveva sarcasticamente detto all’India che avrebbe dovuto consumare il greggio in magazzino che aveva comprato a poco dall’Arabia Saudita nel 2020.
A questo punto, le scorte petrolifere statunitensi (che comprendono greggio e prodotti raffinati) sono tornate ai livelli di fine marzo 2020.
È un segnale del fatto che il surplus di greggio causato dalla pandemia di coronavirus è quasi scomparso, almeno negli Stati Uniti. La domanda è se l’OPEC+ non voglia vedere dei livelli più bassi di scorte globali.
Se così fosse, l’OPEC+ probabilmente non aumenterà la produzione a giugno. Tuttavia, il gruppo deve anche preoccuparsi del fatto che la produzione petrolifera USA potrebbe aumentare quest’estate per rifornire i consumatori desiderosi di benzina più a basso costo. Se questa preoccupazione dovesse avere la precedenza, l’OPEC+ potrebbe dover alzare la produzione a giugno.
3. Gestire l’Iran: meglio il prima possibile
Le trattative tra i funzionari di Stati Uniti ed Iran sono in corso e gli USA non hanno ancora preso alcun impegno riguardo il mettere fine alle sanzioni sul greggio iraniano o il rientro nel patto JCPOA (l’accordo sul nucleare iraniano).
Tuttavia, l’Iran si sta già preparando alla fine delle sanzioni, predisponendo i suoi giacimenti ad aumentare la produzione e contattando i vecchi clienti per riprendere le vendite di greggio.
L’Iran ha gradualmente aumentato le sue vendite di greggio di nascosto negli ultimi sei mesi, ma intende comunque raddoppiare la produzione quando le sanzioni saranno annullate.
Alcuni analisti credono che l’Iran sia in grado di aumentare la sua produzione a 4 milioni di barili al giorno in 3-6 mesi. Altri analisti credono che ci vorranno dai 12 ai 15 mesi, perché potrebbe volerci anche un mese per risolvere problemi come le pompe con foro di perforazione bloccato nei giacimenti.
Tuttavia, l’Iran ha 60 milioni di barili di scorte di greggio che potrebbe immettere sul mercato quando le sanzioni saranno cancellate, se avrà dei clienti in attesa.
L’India ha già reso noto che intende riprendere gli acquisti di greggio iraniano quando saranno cancellate le sanzioni. La Cina ha comprato greggio iraniano per tutto il tempo tramite intermediari che ne nascondevano l’origine. La nazione asiatica probabilmente aumenterà gli acquisti quando non ci saranno più le sanzioni.
Il problema che l’OPEC+ deve affrontare ora è come incorporare l’Iran nel patto sulla produzione esistente. In passato, l’OPEC ha concesso un periodo di tolleranza all’Iran ed altri paesi alle prese con interruzioni della produzione a causa di guerre o sanzioni.
Tuttavia, i negoziati su questo periodo di tolleranza per la produzione e le vendite possono essere controversi ed agguerriti. Ricordiamo che, da un punto di vista geopolitico, l’Iran è ancora nemico dell’Arabia Saudita.
È possibile che l’OPEC+ possa rinviare le discussioni con l’Iran fino a luglio, anche se il gruppo probabilmente comincerà a considerare l’impatto del greggio iraniano sui suoi scenari di scorte e domanda già alla conferenza della prossima settimana.
Alexander Novak ha reso noto che secondo lui l’OPEC+ deve affrontare la questione iraniana il prima possibile, e che deve prendere in considerazione “i reali livelli di produzione” dell’Iran.
I trader dovrebbero aspettarsi che l’OPEC+ cominci a valutare come un incremento della produzione petrolifera iraniana potrebbe pesare sul mercato in occasione del vertice del 1° giugno, anche se i ministri del petrolio non dovessero parlarne esplicitamente.