Da oltre un mese, il bitcoin è imprigionato in un canale tra due aree di prezzo che rappresentano un supporto e una resistenza ben definiti.
Più a lungo la moneta continuerà la sua fase di ranging all’interno di questo canale e più il movimento del breakout a cui inevitabilmente presto o tardi assisteremo sarà impulsivo e dirompente.
Un altro elemento grafico da tenere in considerazione, utile soprattutto a fornire una prospettiva più a lungo termine, è rappresentato dal triangolo discendente chiaramente visibile sul timeframe giornaliero.
Con la parentesi dello spike di lunedì causato dal dump di tether, la moneta è ancora saldamente all’interno del pattern.
Se consideriamo anche che nell’area di prezzo $ 6800/6750 insistono contemporaneamente una delle resistenze statiche più solide e la resistenza dinamica data dalla moving average 100, è facile capire come l’uscita dal triangolo discendente sarà possibile solo grazie a un aumento considerevole dei volumi (che, con l’eccezione dell’11 e del 15 ottobre, sono abbondantemente sotto la media) e più in generale della liquidità.
NUOVA BULL RUN IN ARRIVO?
In tale contesto, è evidente come un impulso alla quotazione potrà essere dato più da drivers fondamentali che tecnici.
A tal proposito, nelle ultime settimane a Wall Street e più in generale tra gli operatori istituzionali circolano dei rumors davvero interessanti, in merito alla possibilità che entro la fine dell’anno (o al più tardi nei primi mesi del 2019) il bitcoin possa raggiungere e superare i suoi massimi storici.
Chiaramente a fronte di un 2018 caratterizzato da un mercato in forte sofferenza, che ha dovuto far fronte a un severo calo della capitalizzazione e delle quotazioni delle criptovalute principali, questo potrebbe sembrare uno scenario poco realistico.
Tuttavia proprio i principali operatori istituzionali, senza pubblicizzare troppo la cosa, ritengono che presto potrebbero realizzarsi delle condizioni di mercato favorevoli a un nuovo pump price in stile fine 2017.
Gli elementi a supporto di questa tesi sono diversi.
Intanto l’imminente pronuncia della Securities and Exchange Commission statunitense su ben 9 ETF a replica fisica del bitcoin prevista per il 5 novembre (senza contare gli ETF della CBOE in collaborazione con le società VanEck e Solid X che hanno un’altissima probabilità di essere approvati e che saranno discussi a inizio 2019) potrebbe dare il via a una corsa sfrenata per accaparrarsi la moneta; infatti tutti gli emittenti saranno obbligati a dotarsi fisicamente di bitcoin, incidendo in maniera significativa sull’aumento della domanda.
NUOVA LIQUIDITA' IN INGRESSO
Un altro elemento di considerazione, è dato dal fatto che proprio i bitcoin ETF aprirebbero le porte a quella parte di investitori retailers che ancora non sono entrati nel mercato anche se ne sono attratti.
In tale ambito, l’acquisto di uno strumento finanziario regolamentato come un bitcoin ETF è sicuramente più semplice e immediato rispetto ai canali di acquisto tradizionali, che prevedono conoscenze e capacità tecnico-informatiche non alla portata di tutti. Infatti per acquistare tale prodotto finanziario sarà sufficiente una telefonata alla propria banca o addirittura una semplice piattaforma di home banking.
Questa è la motivazione per cui molti operatori istituzionali si stanno avvicinando al mondo delle valute digitali: un radicale cambio di scenario nel mercato, che determinerà prima un boom della domanda di bitcoin e, a seguire, delle principali criptovalute ad alta e media capitalizzazione.
In tal senso, molti analisti hanno individuato un parallelo con quanto accaduto a fine 2017 con il lancio dei primi bitcoin futures (consideriamo anche come i futures siano degli strumenti meno accessibili agli investitori retailers rispetto agli ETF).
SCARSITY INDEX
Un altro elemento a sostegno di questa tesi, viene dalla Scarsity Index o indice di scarsità: più un bene è raro e più aumenta di valore.
Dunque quanti bitcoin sono disponibili nel mercato?
Sappiamo che sono stati minati più di 17 milioni di bitcoin, a fronte di un massimo di 21 milioni di pezzi.
Considerato che di questi 17, circa 5 milioni sono andati definitivamente persi, la disponibilità di bitcoin che può essere assorbita dal mercato di fatto è nell’ordine degli 11-12 milioni di monete.
Dunque tutti quegli operatori istituzionali che vorranno dotarsi di strumenti finanziari a replica fisica del bitcoin, si dovranno contendere le monete disponibili.
Alla luce di tutti gli elementi esaminati, quello appena descritto è uno scenario più che realistico e, molto presto, potrebbe determinare un nuovo boom del mercato.