Negli ultimi giorni, sia l’azionario brasiliano che il BRL/USD hanno fatto registrare forti perdite sulla scia dell’aumento delle incertezze sull’esito delle imminenti elezioni presidenziali.
Lunedì l’indice Bovespa ha ceduto l’1,78%, calando a 83.307 punti.
Anche la volatilità implicita a 1 mese ha superato leggermente il 20%, salendo al 21,85%.
Nel complesso, l’impatto degli sviluppi politici locali sul mercato azionario è stato moderato.
Nel Forex, invece, i trader hanno mostrato maggiore nervosismo, anche alla luce della potenziale guerra commerciale fra le due maggiori economie mondiali.
Lunedì il real brasiliano è scivolato dell’1,54%, al livello minimo da dicembre dell’anno scorso, la coppia USD/BRL ha infatti toccato quota 3,4219.
Gli sviluppi nel mercato delle opzioni suggeriscono che i trader stanno acquistando protezione contro un ulteriore indebolimento del real.
L’inversione di rischio delta-25 a 6 mesi (differenza fra i prezzi delle opzioni call e put) è balzata di 45 punti base, al 2,3575%, perché si teme che alle elezioni di ottobre un candidato meno favorevole ai mercati avrà la meglio su Michel Temer.
Gli investitori internazionali nutrono sempre dubbi sui candidati di sinistra, come dimostrano anche i tassi sui CDS , interessati da una nuova dinamica al rialzo; i tassi sui decennali sono saliti a 272 punti base, quelli sui titoli a 5 anni a 169 punti base.
Alla luce dell’incertezza generata dalla situazione politica, molto probabilmente gli investitori si terranno alla larga dagli asset brasiliani.
Anche il differenziale fra i tassi d’interesse è nettamente calato, sceso dal 12% circa del 2017 al 5,8% di oggi, rendendo il carry trade meno interessante, soprattutto in un contesto del genere.