Nelle ultime due settimane, il real brasiliano (BRL) è rimasto intrappolato nel fuoco incrociato generato dalla crescente instabilità politica e dal rally dei prezzi delle materie prime. Come se la volatilità non bastasse, mercoledì scorso il Comitato Federale del Mercato Aperto (FOMC) ha sorpreso il mercato, che aveva invece messo in conto segnali più aggressivi, abbassando le proiezioni per il 2017 per il tasso sui fondi federali allo 0,875%, rispetto all’1,375% della riunione di dicembre, sull’onda delle apprensioni causate dal peggioramento del rallentamento globale e dalla forte volatilità sui mercati finanziari. In altre parole, la Fed ora prevede di alzare il tasso due volte nel 2016, e non quattro come previsto inizialmente.
Mercoledì scorso, la crisi politica ha subito un’altra intensificazione in Brasile, dopo che la presidente Dilma Rousseff ha nominato Luiz Inacio Lula da Silva suo capo di gabinetto e un giudice federale ha diffuso una conversazione registrata che lascia intendere che la presidente Rousseff ha offerto la posizione a Lula per proteggerlo dall’inchiesta in corso; la nomina governativa gli fornirebbe immunità dagli attuali capi d’accusa, riciclaggio di denaro sporco e falsa testimonianza, ma non nei confronti della Corte Suprema brasiliana. Dopo l’annuncio, milioni di brasiliani sono scesi in piazza per chiedere le dimissioni della presidente Rousseff. Si potrebbe pensare che lo scompiglio politico potrebbe pesare fortemente sugli asset brasiliani, invece sta avvenendo il contrario, perché gli investitori lo considerano uno sviluppo positivo che contribuirebbe a rimuovere lo stallo delle riforme e rimettere il paese sul binario della crescita. Stando agli ultimi sviluppi, un giudice ha bloccato la nomina di Lula a capo di gabinetto, sostenendo che potrebbe far deragliare l’inchiesta in corso.
In un capitolo a parte, l’affievolirsi dell’avversione al rischio e le speranze di una domanda più forte dalla Cina hanno sostenuto i prezzi del minerale di ferro, uno dei principali settori di esportazione per il Brasile, spingendo i prezzi di circa il 50% rispetto a metà gennaio. Analogamente, di recente gran parte delle materie prime ha compiuto un forte rally, il greggio West Texas Intermediate testa il livello a 40 USD per la prima volta da metà dicembre e l’Oro guadagna il 17% dall’inizio dell’anno.
Giovedì il real brasiliano è salito bruscamente, mentre i manifestanti scendevano in piazza. Tuttavia, ci aspettiamo che l’USD/BRL torni a subire pressioni al rialzo venerdì, perché il rally delle materie prime sta perdendo slancio.