Venerdì il rally della propensione al rischio globale ha ottenuto nuovi impulsi per effetto dell’incremento a sorpresa delle buste paga non agricole (NFP) negli USA, delle trattative per la fusione fra due giganti farmaceutici, AstraZeneca e Gilead, che stanno combattendo contro il coronavirus, e dell’accordo fra i paesi OPEC+ per prorogare di un mese lo storico taglio alla produzione.
Dai dati NFP di venerdì è emerso che, a maggio, l’economia USA ha creato 2,5 nuovi posti di lavoro, a fronte della perdita di 8 milioni di posti prevista dagli analisti. Anche se la media delle retribuzioni orarie è diventata negativa (-1,0%), il balzo a sorpresa dell’occupazione USA rafforza la tesi che la ripresa post-Covid19 potrebbe essere più rapida di quanto previsto in precedenza.
La notizia dei primi contatti fra il gigante farmaceutico AstraZeneca e Gilead, che sta sviluppando il farmaco Remdesivir – l’unico trattamento approvato negli USA contro la Covid-19, – dovrebbe spingere la propensione degli investitori in avvio di settimana. Anche se i colloqui fra le due aziende non sono ancora ufficiali, la possibilità della più grande fusione della storia nel comparto farmaceutico darà uno stimolo all’attività relativa a fusioni e acquisizioni, gravemente colpita dalla crisi del coronavirus.
I principali indici USA hanno chiuso la scorsa settimana in forte rialzo. Il Dow ha guadagnato più del 3%, anche l’S&P500 (+2,62%) e il Nasdaq (+2,06%) hanno registrato forti rialzi, ribaltando il deterioramento del sentiment che si stava profilando in vista del fine settimana.
Le borse asiatiche hanno aperto la settimana con il segno più. Il Nikkei (+1,01%) ha guadagnato, a Shanghai (+0,28%) e Hong Kong (+0,17%) i rialzi sono stati marginali, sulla scia della flessione più contenuta delle esportazioni cinesi a maggio (-3,3% a fronte del -7,0% previsto) e della contrazione più lenta del PIL giapponese nel primo trimestre, pari al -0,6%, a fronte del -0,9% delle stime preliminari.
Le dimostrazioni di massa in tutto il mondo contro l’omicidio di George Floyd e il rischio di un nuovo aumento dei casi di Covid-19 potrebbero però guastare gli umori in avvio di settimana.
L’attività dei futures sui listini europei segnala un avvio marginalmente negativo per lunedì. Il FTSE si prepara a restituire parte dei rialzi recenti per effetto della sterlina più forte, ma, in mancanza di un peggioramento concreto dei dati sul Covid, la forte ripresa del petrolio e dei prezzi delle materie prime, oltre al miglioramento della domanda di titoli farmaceutici sulle trattative per la fusione fra AstraZeneca e Gilead dovrebbero attrarre chi acquista sui minimi, mentre calano i prezzi delle blue chip britanniche.
Il greggio WTI ha superato i $40 al barile dopo che OPEC e Russia hanno concordato di prorogare di un mese il taglio alla produzione di 9,7 milioni di barili al giorno, pari al 10% circa della produzione globale di petrolio. I segnali di un miglioramento della domanda globale e le crescenti aspettative su una ripresa economica più rapida di quanto previsto in precedenza dovrebbero continuare a sostenere i prezzi del petrolio. I trader del petrolio andranno probabilmente a caccia di opportunità di acquisto sui minimi, per traghettare il rally del petrolio verso la media mobile a 200 giorni ($46,50 al barile).
Sui mercati valutari, il dollaro USA ha trovato richieste leggermente migliori in avvio di settimana, invece il rendimento del decennale USA ha raggiunto lo 0,90% per la prima volta da marzo, perché i capitali si sono spostati verso asset più rischiosi.
La correzione al ribasso dell’oro sta subendo un’accelerazione sotto i $1700 all’oncia. La forte propensione al rischio e il miglioramento dei rendimenti USA dovrebbero incoraggiare una correzione più marcata verso quota $1645, il forte livello pari al 38,2% di Fibonacci sul ritracciamento del rally in atto da marzo a maggio, che dovrebbe fare da spartiacque fra l’effettivo trend positivo e un’inversione ribassista di medio termine.
L’EUR/USD è sceso sotto 1,13 in Asia, ma il sentiment per l’euro rimane positivo. I cali di prezzo potrebbero offrire interessanti opportunità di acquisto sui minimi per i tori dell’euro che puntano a un rialzo verso quota 1,15.
L’USD/CAD si consolida appena sopra il livello a 1,34, ma i solidi prezzi del petrolio lasciano presagire un movimento sotto questa soglia.
Il cable testa al rialzo la media mobile a 200 giorni (1,2730), nonostante le trattative inconcludenti sulla Brexit della scorsa settimana e i rischi crescenti di una Brexit senza accordo entro la fine dell’anno. La sterlina potrebbe apprezzarsi se fattori esterni continuassero a far scendere l’USD. Tuttavia, la forza ingiustificata della sterlina segnala un rischio crescente di notevoli venti contrari man mano che ci avviciniamo a quota 1,30. Un’inversione positiva della propensione per il dollaro USA potrebbe far mancare rapidamente la terra sotto i piedi alla sterlina.