Sebbene le criptovalute siano passate alla ribalta a partire dal 2020, in realtà, in particolare il Bitcoin presenta oramai circa 13 anni di storia borsistica che, se analizzati in maniera approfondita, possono offrire degli interessanti spunti di riflessione.
Indubbiamente ogni criptovaluta ha o dovrebbe avere un suo “progetto” più o meno convincente alle spalle, ma da un punto di vista puramente finanziario e quindi borsistico tutte le criptovalute hanno mostrato una certa correlazione positiva con Bitcoin.
Per comprendere dunque l`andamento delle cripto ed eventuali risvolti futuri, analizziamo l`andamento storico di Bitcoin, in particolare gli ultimi 3 anni.
A partire dal 2010 fino al 2021, Bitcoin è stato protagonista di una crescita inarrestabile, mostrata soprattutto nel biennio 2020-2021, complici le politiche monetarie espansive delle banche centrali che hanno inondato il mercato di liquidità.
In effetti il decennio di cui sopra ha visto una crescita importante di tutti i principali indici, ma Bitcoin ha registrato gran parte della sua performance positiva tra inizio 2020 e fine 2021, quando ha raggiunto il valore di 68.000 $.
Questo trend ha alimentato i primi interrogativi: Bitcoin è il nuovo strumento per diversificare il portafoglio? Prenderà il posto dell`oro? Può essere una nuova moneta e il mondo se ne sta accorgendo?
Bitcoin, a partire dalla recessione tecnica del 2020, ha mostrato effettivamente un trend positivo, in seguito ridimensionatosi (attualmente ha recuperato terreno, ma è ancora a -60% circa dai massimi di fine 2021), ma entriamo nel dettaglio.
Un asset come l`oro è considerato bene rifugio non soltanto per le sue peculiarità di rendimento in scenari di incertezza e crisi e quindi per la sua funzione di decorrelatore, ma anche e soprattutto per la volatilità di medio-lungo periodo contenuta che, in ottica di portafoglio, potrebbe offrire stabilità e , dunque, diversificazione.
Alla luce dei dati più recenti, Bitcoin però sembra mostrare una volatilità addirittura amplificata rispetto alle azioni growth (es.: indice Nasdaq) e la sua performance sembra seguire le stesse dinamiche di prezzo.
Bitcoin (e le altre cripto) dunque può essere classificato come asset ultra-growth, non soltanto per il suo comportamento sui mercati finanziari, ma anche per il rischio che incorpora il suo prezzo in relazione all`effettiva incapacità del mercato di designarne uno scenario futuro.
In effetti, sulla questione Bitcoin= nuova moneta, la serie di eventi nefasti che si sono susseguiti (caso Terra-Luna e fallimenti di exchange) ha in parte fatto ritornare con i piedi per terra la nicchia di mercato che sembrava fortemente convinta dell`ormai capacità di questo nuovo asset di “camminare sulle proprie gambe”. In realtá, proprio per le sue caratteristiche di “territorio inesplorato”, Bitcoin ha trovato, come ci si poteva immaginare, le ritrosie dei governi e delle autorità di vigilanza.
Non è infatti uno scenario da sottovalutare quello che vede le più grandi potenze mondiali elaborare progetti di valute digitali (la Cina ha già lo Yuan digitale), che rappresenterà un altro driver di prezzo per le criptovalute in generale.
Risulta allo stato attuale difficile immaginare un sistema di pagamenti che esuli dal controllo dei governi, alla luce delle numerose “storie” poco trasparenti che si riscontrano nel quotidiano in merito a questo nuovo mondo. Tuttavia, spesso si trascura il fatto che una valuta, in particolare una valuta di riserva, è definita tale non soltanto perchè utilizzata nella maggior parte degli scambi commerciali, ma anche perchè è trasparente e universalmente accettata dietro atto di fiducia.
Per esempio: in una transazione il venditore accetta una quantità “X” di € o $ o altra valuta, perchè sa che con quel denaro potrà comprarsi altri beni e quindi sa che quel denaro ha un valore effettivo riconosciuto dal mercato. Ma perché c`è un valore effettivo riconosciuto? Perché alle spalle della valuta è presente uno Stato che ne fa da garante, elemento totalmente assente nel mercato delle criptovalute. Questo meccanismo è il pilastro della moneta FIAT, ossia svincolata dal sistema aureo che vigeva fino alla fine degli Accordi di Bretton Woods (1971) e che consentiva la convertibilità della moneta in oro.
Lato investitori dunque, alla luce dei livelli di volatilità delle criptovalute, che potrebbero incrementarsi maggiormente anche considerando i fattori di incertezza di cui sopra, e delle loro sempre più importanti correlazioni positive con le azioni growth, siamo sicuri che possano rappresentare una scelta di portafoglio razionale in ottica diversificativa? E soprattutto, siamo sicuri del fatto che le dinamiche tipiche di finanza comportamentale non ostacolino l`investitore retail nella gestione di una simile volatilità?
Non dimentichiamoci che, come da manuale di finanza, la vera essenza della diversificazione del rischio non risiede nel numero di asset da detenere in portafoglio, quanto nei loro livelli di volatilitá e nelle correlazioni che, combinati, vanno a determinare le oscillazioni del portafoglio di investimento.