Gli strategist di Bank of America (NYSE:BAC) consigliano di approfittare della fuga di capitali dal Vecchio continente e dal gigante asiatico. Trump fa paura, e per contrastare le sue prossime politiche Bruxelles e Pechino vareranno importanti misure di stimolo. La forza del dollaro fa il resto
“Comprate azioni della Cina e dell’Europa prima del 20 gennaio
Se nell’ultimo mese la vittoria di Trump ha spinto al rialzo le azioni americane, adesso è ora di cambiare radicalmente prospettiva e puntare sui listini azionari dell’Europa e della Cina. E’ quanto sostiene nel suo ultimo report il team degli strategist di Bank of America, guidato da Michael Hartnett. L’idea di fondo è che le autorità politiche e monetarie dei Paesi europei e di Pechino, allarmate per i rischi che le loro economie corrono per i dazi Usa promessi da Trump, si apprestano a varare forti provvedimenti di stimolo.
“Comprate azioni internazionali, della Cina e dell’Europa, prima dell'Inauguration Day”, è il suggerimento che Hartnett e il suo team rivolgono ai clienti nella nota settimanale sui flussi di fondi. Secondo gli strateghi, prima del 20 gennaio, il giorno in cui Trump si insedierà alla Casa Bianca, la Cina allenterà la politica fiscale e la Banca Centrale Europea taglierà i tassi di interesse in modo “aggressivo” in previsione dell'aumento dei dazi Usa sulle importazioni.
Nell’ultima settimana 10 miliardi di dollari usciti dal’Europa
Si tratta di una chiara indicazione “contrarian”, nel momento in cui gli investitori stanno ancora correndo ad acquistare asset americani. A Wall Street i commenti sui mercati europei e sulla Cina sono così unanimamente negativi, che Bank of America sintetizza la sua raccomandazione con la frase un po’ pittoresca “compriamo l’umiliazione”.
Le Borse europee e della Cina sono scese dopo le elezioni Usa del 5 novembre, mentre i mercati americani hanno prolungato il loro rally sulla base della scommessa che le politiche nazionaliste di Trump andranno a vantaggio degli asset americani. Tutto ciò è ben sintetizzato dai flussi di fondi che indicano che nell'ultima settimana oltre 55 miliardi di dollari si sono riversati sulle azioni statunitensi, a fronte di un totale di 10 miliardi di dollari in uscita dall'Europa e dai mercati emergenti.
Le condizioni finanziarie diventeranno migliori in Europa
L'S&P 500 è salito del 25% dall’inizio dell’anno, mentre lo Stoxx Europe 600 ha guadagnato solo il 5%, registrando la maggiore sottoperformance rispetto agli Stati Uniti in quasi 30 anni. L'MSCI China è in rialzo del 14% nel 2024 dopo tre anni consecutivi di perdite, grazie alle pesanti misure di stimolo adottate dalle autorità di Pechino.
Gli strategist di Bank of America si aspettano un ulteriore calo dei tassi di interesse in Europa e in Cina. Le economie di queste aree saranno avvantaggiate anche dal calo del prezzo del petrolio e dal rafforzamento del dollaro. In pratica, si delinea uno scenario in cui le condizioni finanziarie per le imprese diventeranno nettamente più convenienti nel Vecchio continente e nel gigante asiatico rispetto agli Stati Uniti.
Un altro elemento che Hartnett e i suoi collaboratori sottolineano è che è in corso un inasprimento delle condizioni finanziarie negli Usa. I rendimenti dei Treasury (i titoli di Stato) statunitensi a 10 anni sono passati dal 3,8% circa di inizio ottobre all'attuale 4,4%.
Ma lo strategist Hartnett ha già preso una bella cantonata!
Bloomberg sottolinea che Hartnett non può essere certamente definito un guru infallibile, visto che nella sua carriera ha preso le sue belle cantonate. Nell'aprile dell'anno scorso ha consigliato ai clienti di non comprare azioni degli Stati Uniti sulla base delle aspettative di recessione, che non si sono concretizzate. I titoli statunitensi, invece, hanno continuato a sovraperformare il resto del mondo, grazie alle Big Tech, ai tagli dei tassi e alla tenuta dell'economia.
Oro e cripto per coprirsi dall’inflazione
Tra le altre scelte strategiche consigliate da Hartnett in vista del nuovo anno, c'è l'acquisto di Treasury se i rendimenti dovessero salire al 5%, in quanto la Fed potrebbe decidere di non tagliare i tassi nel nuovo anno per debellare le aspettative di inflazione. Secondo gli strategist di Bank of America, l'oro e le criptovalute restano la migliore copertura contro l'inflazione.
I dati sui flussi globali dei fondi, citati nella nota di BofA, mostrano che nell'ultima settimana sono usciti dall'oro 1,6 miliardi di dollari, il massimo dal luglio 2022, mentre un record di 6 miliardi di dollari si è riversato sulle criptovalute dopo il sostegno di Trump agli asset digitali durante la campagna elettorale.
“Comprate azioni della Cina e dell’Europa prima del 20 gennaio
Se nell’ultimo mese la vittoria di Trump ha spinto al rialzo le azioni americane, adesso è ora di cambiare radicalmente prospettiva e puntare sui listini azionari dell’Europa e della Cina. E’ quanto sostiene nel suo ultimo report il team degli strategist di Bank of America, guidato da Michael Hartnett. L’idea di fondo è che le autorità politiche e monetarie dei Paesi europei e di Pechino, allarmate per i rischi che le loro economie corrono per i dazi Usa promessi da Trump, si apprestano a varare forti provvedimenti di stimolo.
“Comprate azioni internazionali, della Cina e dell’Europa, prima dell'Inauguration Day”, è il suggerimento che Hartnett e il suo team rivolgono ai clienti nella nota settimanale sui flussi di fondi. Secondo gli strateghi, prima del 20 gennaio, il giorno in cui Trump si insedierà alla Casa Bianca, la Cina allenterà la politica fiscale e la Banca Centrale Europea taglierà i tassi di interesse in modo “aggressivo” in previsione dell'aumento dei dazi Usa sulle importazioni.
Nell’ultima settimana 10 miliardi di dollari usciti dal’Europa
Si tratta di una chiara indicazione “contrarian”, nel momento in cui gli investitori stanno ancora correndo ad acquistare asset americani. A Wall Street i commenti sui mercati europei e sulla Cina sono così unanimamente negativi, che Bank of America sintetizza la sua raccomandazione con la frase un po’ pittoresca “compriamo l’umiliazione”.
Le Borse europee e della Cina sono scese dopo le elezioni Usa del 5 novembre, mentre i mercati americani hanno prolungato il loro rally sulla base della scommessa che le politiche nazionaliste di Trump andranno a vantaggio degli asset americani. Tutto ciò è ben sintetizzato dai flussi di fondi che indicano che nell'ultima settimana oltre 55 miliardi di dollari si sono riversati sulle azioni statunitensi, a fronte di un totale di 10 miliardi di dollari in uscita dall'Europa e dai mercati emergenti.
Le condizioni finanziarie diventeranno migliori in Europa
L'S&P 500 è salito del 25% dall’inizio dell’anno, mentre lo Stoxx Europe 600 ha guadagnato solo il 5%, registrando la maggiore sottoperformance rispetto agli Stati Uniti in quasi 30 anni. L'MSCI China è in rialzo del 14% nel 2024 dopo tre anni consecutivi di perdite, grazie alle pesanti misure di stimolo adottate dalle autorità di Pechino.
Gli strategist di Bank of America si aspettano un ulteriore calo dei tassi di interesse in Europa e in Cina. Le economie di queste aree saranno avvantaggiate anche dal calo del prezzo del petrolio e dal rafforzamento del dollaro. In pratica, si delinea uno scenario in cui le condizioni finanziarie per le imprese diventeranno nettamente più convenienti nel Vecchio continente e nel gigante asiatico rispetto agli Stati Uniti.
Un altro elemento che Hartnett e i suoi collaboratori sottolineano è che è in corso un inasprimento delle condizioni finanziarie negli Usa. I rendimenti dei Treasury (i titoli di Stato) statunitensi a 10 anni sono passati dal 3,8% circa di inizio ottobre all'attuale 4,4%.
Ma lo strategist Hartnett ha già preso una bella cantonata!
Bloomberg sottolinea che Hartnett non può essere certamente definito un guru infallibile, visto che nella sua carriera ha preso le sue belle cantonate. Nell'aprile dell'anno scorso ha consigliato ai clienti di non comprare azioni degli Stati Uniti sulla base delle aspettative di recessione, che non si sono concretizzate. I titoli statunitensi, invece, hanno continuato a sovraperformare il resto del mondo, grazie alle Big Tech, ai tagli dei tassi e alla tenuta dell'economia.
Oro e cripto per coprirsi dall’inflazione
Tra le altre scelte strategiche consigliate da Hartnett in vista del nuovo anno, c'è l'acquisto di Treasury se i rendimenti dovessero salire al 5%, in quanto la Fed potrebbe decidere di non tagliare i tassi nel nuovo anno per debellare le aspettative di inflazione. Secondo gli strategist di Bank of America, l'oro e le criptovalute restano la migliore copertura contro l'inflazione.
I dati sui flussi globali dei fondi, citati nella nota di BofA, mostrano che nell'ultima settimana sono usciti dall'oro 1,6 miliardi di dollari, il massimo dal luglio 2022, mentre un record di 6 miliardi di dollari si è riversato sulle criptovalute dopo il sostegno di Trump agli asset digitali durante la campagna elettorale.