Dopo il rally della prima parte della settimana, il real brasiliano è finito rapidamente sotto pressione, perché si sono attenuati gli effetti positivi generati dall’approvazione, da parte della Camera Bassa, di un emendamento della costituzione per porre un limite alle spese per il sociale.
Il presidente Michel Temer, non eletto e molto impopolare, ha potuto contare sul sostegno dell’intera classe politica per l’approvazione della cosiddetta PEC 241 (Proposta di Emendamento Costituzionale) alla Camera dei Deputati.
La misura, che mira a limitare la crescita della spesa pubblica in rapporto all’inflazione dei dodici mesi precedenti, probabilità danneggerà i cittadini brasiliani più svantaggiati, giacché ridurrà in modo significativo i programmi per la salute e l’educazione, dai finanziamenti alla suola alla prevenzione delle malattie.
La mossa di Temer farà molto probabilmente piacere ai mercati finanziari nel breve e medio termine, perché contribuirà a rafforzare le finanze del Brasile.
Tuttavia, nel lungo termine, questi tagli alla spesa pubblica potrebbero essere letti come una riduzione degli investimenti, che a sua volta peserà sulle potenziali prospettive di crescita.
Sul fronte dei dati, l’ultimo rapporto di metà mese sull’inflazione ha mostrato un lieve calo delle pressioni inflazionistiche a ottobre; l’indice è sceso dall’8,78% di settembre all’8,27% di ottobre, superando l’8,29% delle previsioni medie.
Nei verbali della riunione del Comitato di Politica Monetaria pubblicati martedì, durante la quale ha tagliato di 25 punti base il tasso d’interesse, portando il Selic al 14%, la Banca Centrale del Brasile (BCB) ha sottolineato la necessità di un allentamento monetario prudente, perché permangono forti pressioni inflazionistiche.
L’allentamento sarà probabilmente lento e graduale, ciò genererà una solida domanda di BRL, perché gli operatori salteranno sul carro delle operazioni di carry-trade.
Giovedì il real brasiliano ha ceduto lo 0,80%. L’USD/BRL ha chiuso a 3,1665.