L'analisi delle recenti emissioni di titoli di Stato italiani evidenziano un forte interesse da parte degli investitori. Il nuovo BTP a 10 anni con scadenza nel 2035 è stato emesso per un valore di 13 miliardi di euro, ma ha registrato una domanda di 140 miliardi, con un rendimento del 3,73%. Il BTP Green a 20 anni, con scadenza nel 2046, è stato emesso per 5 miliardi di euro, con una domanda di 130 miliardi e un rendimento del 4,18%. I titoli Green, in particolare, rappresentano un'innovazione importante: i fondi raccolti verranno destinati a progetti di riqualificazione energetica, trasporti sostenibili, energie rinnovabili e tutela ambientale.
Negli Stati Uniti, il rendimento dei titoli di Stato decennali si avvicina al 5%, segnalando una volatilità crescente nel mercato obbligazionario. Questa volatilità potrebbe presto influenzare anche il mercato azionario, dato il legame tra i due. Il fenomeno dello "steepening" della curva dei rendimenti mostra segnali di ritorno alla normalità dopo un periodo di inversione.
Sul fronte politico, si segnala una crescente tensione tra la Federal Reserve e l'amministrazione americana, in particolare riguardo alla regolamentazione del sistema bancario e alle politiche economiche. La Fed, pur continuando a dipendere dai dati, deve confrontarsi con le politiche fiscali dell'amministrazione Trump, che rischiano di aggravare il problema dell'inflazione e del deficit federale. Con un debito pubblico elevato e interessi annuali pari a un trilione di dollari, la sostenibilità fiscale diventa un nodo critico per il futuro.
Passando al mercato azionario, si osserva come la capitalizzazione del mercato statunitense superi il 50% di quella globale, sottolineando la forza relativa rispetto agli altri mercati. Tuttavia, si evidenziano anche segnali di difficoltà nel settore tecnologico: il CEO di Nvidia ha dichiarato che i progressi significativi nei chip quantistici potrebbero richiedere dai 15 ai 30 anni, causando un crollo delle azioni di diverse aziende del settore.
Infine, viene affrontato il tema dei tassi di interesse: si prevede che i tassi negli Stati Uniti possano superare il 5% nel corso dell'anno, mentre in Europa è attesa una riduzione. Viene anche analizzato l'impatto dei tassi elevati sui consumi, evidenziando un calo della domanda di mutui e un aumento dei fallimenti aziendali. Secondo le attese del mercato, nel 2025 i tagli ai tassi da parte della Federal Reserve saranno limitati, con la maggior parte degli operatori che prevede uno o due tagli al massimo.
Negli Stati Uniti, il rendimento dei titoli di Stato decennali si avvicina al 5%, segnalando una volatilità crescente nel mercato obbligazionario. Questa volatilità potrebbe presto influenzare anche il mercato azionario, dato il legame tra i due. Il fenomeno dello "steepening" della curva dei rendimenti mostra segnali di ritorno alla normalità dopo un periodo di inversione.
Sul fronte politico, si segnala una crescente tensione tra la Federal Reserve e l'amministrazione americana, in particolare riguardo alla regolamentazione del sistema bancario e alle politiche economiche. La Fed, pur continuando a dipendere dai dati, deve confrontarsi con le politiche fiscali dell'amministrazione Trump, che rischiano di aggravare il problema dell'inflazione e del deficit federale. Con un debito pubblico elevato e interessi annuali pari a un trilione di dollari, la sostenibilità fiscale diventa un nodo critico per il futuro.
Passando al mercato azionario, si osserva come la capitalizzazione del mercato statunitense superi il 50% di quella globale, sottolineando la forza relativa rispetto agli altri mercati. Tuttavia, si evidenziano anche segnali di difficoltà nel settore tecnologico: il CEO di Nvidia ha dichiarato che i progressi significativi nei chip quantistici potrebbero richiedere dai 15 ai 30 anni, causando un crollo delle azioni di diverse aziende del settore.
Infine, viene affrontato il tema dei tassi di interesse: si prevede che i tassi negli Stati Uniti possano superare il 5% nel corso dell'anno, mentre in Europa è attesa una riduzione. Viene anche analizzato l'impatto dei tassi elevati sui consumi, evidenziando un calo della domanda di mutui e un aumento dei fallimenti aziendali. Secondo le attese del mercato, nel 2025 i tagli ai tassi da parte della Federal Reserve saranno limitati, con la maggior parte degli operatori che prevede uno o due tagli al massimo.