Microsoft (NASDAQ:MSFT) presenta la possibile integrazione fra Bing e ChatGPT
Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Baidu, Microsoft, i tre leader mondiali delle attività di ricerca su internet hanno scelto la prima settimana di febbraio per lanciarsi la sfida del futuro. Chi dei tre saprà realizzare il chatbot che diventerà il punto di riferimento delle ricerche dialoganti basate sull’intelligenza artificiale? Wall Street è una delle arene in cui si disputa la sfida, che è al tempo stesso tecnologica e finanziaria.
Martedì 7 febbraio Microsoft terrà un evento per annunciare le opportunità che la sua partnership con OpenAI offre al suo motore di ricerca Bing. OpenAI è l’organizzazione che ha messo a punto ChatGPT, il bot sempre più diffuso nelle scuole e negli uffici, con la capacità di fornire in forma di dialogo risposte complesse e creative alle richieste dell’utente. Per accaparrarsi ChatGPT Microsoft ha investito 10 miliardi di dollari in OpenAI.
Baidu ha messo a punto il chatbot Ernie, disponibile da marzo
L’attesa per quanto dirà questa sera in California Satya Nadella, il Ceo di Microsoft, è stata interrotta dall’annuncio della cinese Baidu, che alle primissime luci dell’alba dello stesso martedì 7 febbraio ha annunciato che il suo progetto di chatbot con intelligenza artificiale completerà i test interni entro marzo, dopodiché sarà accessibile al pubblico.
L’uscita di Baidu ha mandato in visibilio gli investitori con il titolo che martedì mattina ha chiuso in rialzo del 15% alla Borsa di Hong Kong e nel primo pomeriggio è in rialzo sempre del 15% nel pre-market del Nasdaq,
La risposta di Google si chiama Bard
La comunicazione di Baidu può essere vista come la risposta all’annuncio di lunedì 6 febbraio di Google, società controllata da Alphabet, che ha reso noto di avere pronto il suo chatbot chiamato Bard che diventerà disponibile nelle prossime settimane.
Riassumendo, il panorama vede tre società, ognuna con il suo chatbot: Google con Bard, Microsoft con ChatGPT e Baidu con il suo nuovo prodotto che si chiama Ernie, acronimo di “Enhanced Representation through Knowledge Integration”, ovvero Rappresentazione migliorata attraverso l'integrazione della conoscenza. Il nome cinese è “Wenxin Yiyan”. La società lo descrive come un “modello linguistico di grandi dimensioni” messo a punto nel 2019.
Chatbot: software che simula conversazioni umane
Un chatbot è un software che simula ed elabora le conversazioni umane (scritte o parlate), consentendo agli utenti di interagire con i dispositivi digitali come se stessero comunicando con una persona reale. I chatbot possono essere semplici come programmi rudimentali che rispondono a una semplice query con una singola riga, oppure sofisticati come gli assistenti digitali che apprendono e si evolvono per fornire livelli crescenti di personalizzazione quando raccolgono ed elaborano le informazioni. Ovviamente la sfida fra Microsoft, Google e Baidu è sulla frontiera estrema dell’applicazione dell’intelligenza artificiale per avere risposte complesse nelle ricerche su internet.
E’ più facile suonare il piano o la chitarra?
Sundar Pichai, Ceo di Google, ha così descritto l’utilità di Bard: “Presto vedrete nella ricerca funzionalità basate sull'intelligenza artificiale che distillano informazioni complesse e prospettive multiple in formati facili da gestire, in modo da poter capire rapidamente il quadro generale e imparare di più dal web”. La dimostrazione completa di che cosa può fare Bard è la risposta che la chatbot ha dato alla domanda se è più facile imparare a suonare la chitarra o il pianoforte. Poiché non esiste una risposta precisa e univoca a una domanda di questo tipo, l’intelligenza artificiale ha scandagliato il web e ha articolato una opinione complessa in cui descrive le due situazioni e le varie possibilità.
Alphabet: il 90% dei ricavi dal motore di ricerca
Grazie al chatbot, Microsoft spera che Bing possa guadagnare quote di mercato nei confronti di Google. L'attività principale di Google è la ricerca sul web, che genera investimenti pubblicitari che rappresentano il 90% dei ricavi di Alphabet. Ma la risposta di Google fa capire che il gruppo è pronto a dare battaglia e difendere il proprio terreno.
Gli analisti prevedono che Alphabet realizzerà quest’anno ricavi per 299 miliardi di dollari (+6% sul 2022), di cui il 90% da pubblicità sul motore di ricerca. L’utile è atteso in crescita dell’11% a 65,8 miliardi. Per sostenere gli investimenti e la capacità di innovazione Alphabet può contare su una posizione finanziaria netta positiva di 126 miliardi di dollari.
Il titolo è salito dall’inizio dell’anno del 15% arrivando all’attuale quotazione di 103 dollari. Fra i 51 analisti che coprono il titolo il giudizio prevalente è che il titolo va comprato (47 raccomandazioni positive fra Buy e Outperform) e la media dei target price è 128 dollari (+24%).