Empiricamente, tutte le volte in cui il rapporto fra opzioni put e opzioni call sull’indice ha superato le due volte, in termini di contratti scambiati, il mercato ha reagito in modo vistosamente negativo il giorno dopo. La seduta di ieri non ha fatto eccezione, anche grazie alla consistenza della resistenza raggiunta.
La posta in gioco non è poca: il superamento di questi livelli consentirebbe un apprezzabile, ulteriore allungo, come si poteva notare dallo studio proposto ieri.
Resta da stabilire profondità e durata di questa correzione. Vedremo in primo luogo la reazione di fronte al supporto più ravvicinato: il long stop giornaliero.
Ad agosto il test millimetrico di questo argine favorì una rabbiosa ripartenza delle quotazioni. In termini temporali l’idea è che i corsi azionari possano consolidare fino ai primi giorni di ottobre, prima di ripartire.
Vale la pena di confrontare l’andamento dell’indice MIB con quello dei CDS a 5 anni della repubblica italiana, da sempre inversamente correlati al nostro mercato: il dato che misura la rischiosità del nostro paese si colloca su livelli inferiori a quelli raggiunti a marzo, e di recente ha raggiunto il livello più basso da fine luglio, quando però l’indice MIB si attestava ben oltre i 18000 punti.
È dunque eccessivamente cauto il mercato azionario, o lungimirante il mercato del credito?