Al momento, ci sono oltre 700 titoli scambiati sulle piazze statunitensi con market cap superiori ai 10 miliardi di dollari. Nessuno di questi ha avuto un 2022 peggiore di Coinbase Global (NASDAQ:COIN), crollato di ben il 79,6%.
La posizione di Coinbase in cima (o in fondo, in realtà) a questa lista forse non sorprende più di tanto. Le criptovalute stanno vivendo un 2022 brutale. Bitcoin (BTC/USD) e Ethereum (ETH/USD) si sono più che dimezzati sull’anno in corso.
A questo punto, qualche investitore potrebbe essere attratto dal titolo Coinbase. Potrebbe considerare i sell-off delle cripto e dei titoli growth come reazioni esagerate a breve termine agli aumenti dei tassi di interesse della Federal Reserve.
Potrebbero considerare COIN una scommessa valida: gli utili su 12 mesi, infatti, sono oltre 10 dollari ad azione su base GAAP, con un multiplo P/E sotto 5x.
Ma il fatto è che COIN non sembra allettante, nemmeno all’86% in meno dai massimi, e nonostante dei fondamentali apparentemente impressionanti. Ci sono enormi rischi oltre alla improvvisa cattiva salute dell’industria delle criptovalute.
Non si tratta di un mercato che manda in sell-off un titolo di qualità perché in preda al panico; si tratta di un mercato che ha capito troppo tardi che Coinbase non è affatto un titolo di qualità.
Il titolo COIN non è “economico”
Il mese scorso, avevo espresso i timori sia per il multiplo sugli utili basso di Coinbase che per il suo forte ribasso.
Il multiplo P/E sembra effettivamente allettante, ma gli utili non sono sostenibili.
In effetti, affermare che COIN sia “economico” perché è crollato dell’86% dai massimi di novembre ignora il fatto che gli affari siano nettamente diversi ora. E ignora anche il fatto che COIN molto probabilmente era sopravvalutato sette mesi fa, così come molti titoli growth.
Guardiamo al futuro
E soprattutto, sia il multiplo P/E che il calo sull’anno in corso sono indicatori riferiti al passato. Gli investitori devono guardare in avanti. E, nel caso di Coinbase, il futuro non sembra tanto promettente.
Basta ascoltare quello che dice la compagnia stessa. Appena qualche settimana fa, Coinbase assumeva in modo aggressivo. Parte del motivo della perdita prevista quest’anno è che Coinbase intendeva “continuare ad investire saggiamente per trainare la crescita sul lungo termine”. Non sta investendo più.
Era il 10 maggio quando Coinbase parlava di questi piani nella sua lettera agli azionisti del primo trimestre. Meno di due settimane dopo, ha sospeso le assunzioni. Altre due settimane dopo, ha cominciato a rescindere offerte già fatte. Ieri ha annunciato il licenziamento del 18% dello staff.
L’andamento degli affari
Si potrebbe pensare che si tratti di un intoppo a breve termine. L’azienda è già sopravvissuta agli “inverni delle cripto” prima d’ora. I risultati del 2021 mostrano quanto profitto riesca a fare nei periodi buoni.
Ma ci sono anche preoccupazioni che vanno oltre il breve periodo. I ricavi e i profitti di Coinbase non stanno scendendo solo perché stanno scendendo i prezzi delle cripto. Stanno scendendo perché la piattaforma sta perdendo partecipazione di mercato.
La concorrenza è intensa, con nomi del calibro di Block (NYSE:SQ), PayPal (NASDAQ:PYPL), Robinhood (NASDAQ:HOOD).
E questi rivali, da un certo punto di vista, stanno vincendo. Un analista di Wall Street ad aprile stimava che la partecipazione di mercato di Coinbase fosse scesa dal 12% all’8% nel giro di qualche mese.
Ci sono problemi strutturali e a lungo termine negli affari di Coinbase, problemi che non si risolvono tagliando dipendenti e costi.
In questo contesto, guardando al futuro, COIN non sembra affatto un affare. Ha ancora una market cap di oltre 12 miliardi di dollari, ed un valore aziendale di poco meno di 10 miliardi.
Ma il suo debito è prezzato ad appena 60, con un rendimento di oltre il 10%, che suggerisce che il mercato dei bond sta mettendo in conto una possibilità concreta che Coinbase vada in bancarotta ad un certo punto nel prossimo decennio.
A dire il vero, questo scenario sembra improbabile. Coinbase taglierà i costi, le cripto probabilmente si riprenderanno e la società potrà tornare verso la redditività.
Ma una market cap da 12 miliardi non è giustificata dal fatto di evitare una bancarotta. Viene giustificata creando consistenti e sostanziali flussi di cassa disponibili. E Coinbase non lo farà tanto presto. Fino a quando non sarà chiaro quando lo farà, COIN continuerà a scendere.
Nota: Al momento della scrittura, Vince Martin non ha posizioni su nessuno dei nomi menzionati.
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