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Ecco perchè la Bank of England dovrà alzare i tassi

Pubblicato 05.10.2017, 13:47
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


Oggi nel tardo pomeriggio è previsto lo speech di due membri del Monetary Policy Committee (MPC), ovvero l’organo che all'interno della Bank of England decide e vota sui tassi di interesse e sulla politica monetaria.

Alle 18:00 è infatti atteso il discorso di Ian McCafferty mentre alle 19:30 sarà il turno di Andrew G. Haldane.

In occasione del suo ultimo meeting il MPC aveva votato 7-2 per mantenere i tassi di interesse fermi allo 0,25%, ovvero al loro minimo storico, avvertendo però che una diminuzione degli stimoli monetari nei prossimi mesi potrebbe essere necessaria considerato il livello di inflazione decisamente sopra il suo target. In UK i prezzi stanno infatti crescendo ad un ritmo del 2,9%, ben al di sopra quindi sia di quel 2% che ha come target la banca centrale sia dei tassi di interesse che sono attualmente allo 0,25%.

Sappiamo infatti come in macroeconomia debba esserci sempre un bilanciamento tra tassi di interesse e inflazione, cosa che in questo momento non è presente in UK.

Avendo infatti i tassi di interesse nominali allo 0,25% e l’inflazione al 2,9%, significa che i tassi di interesse reali sono al -2,65%.

Infatti: tassi di interesse reali = tassi di interesse nominali – inflazione

Ciò significa che in realtà in questo momento la banca centrale inglese sta attuando una politica monetaria estremamente a stimolo dell’inflazione in quanto sta adottando dei tassi di interesse (reali) negativi. In UK è quindi oggi estremamente conveniente chiedere un prestito ma decisamente sconveniente erogarlo.

Facciamo un esempio per chiarire questo concetto:
immaginiamo una situazione di tassi di interesse reali negativi del 3% dati da tassi nominali al 17% e inflazione al 20% (20-17 = -3).

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Con questi interessi se prestatissimo €100 per un anno questi ci renderebbe €117 ma, sempre tra un anno, a causa dell'inflazione ci costerebbe €120 comprare ciò che oggi potremmo comprare per €100.

Questo implica che in termini nominali avremmo guadagnato ma in termini reali (che è ciò che conta) avremmo perso €3 (€117 - € 120).

Questo esempio spiega come mai in termini reali sia un costo erogare prestiti in uno scenario di tassi di interesse reali negativi, esattamente ciò che adesso sta accadendo in UK.

Avendo capito questo concetto si può bene immaginare come mai le banche inglesi stiano facendo una certa pressione sulla Bank of England per intervenire al più presto sui tassi di interesse, cosi da iniziare quanto prima un ciclo di stretta monetaria rialzista sui tassi.

Dopo gli ultimi segnali di forza dell’inflazione, l’analisi dei futures sui tassi di interesse ha mostrato un netto aumento delle probabilità di intervento in tal senso da parte della Bank of England già entro la fine di quest’anno.

Tale possibilità è infatti ora stimata al 50%, in netta crescita rispetto al recente passato. In questo momento il money market sta mostrando come gli operatori si aspettino l’intervento di rialzo sui tassi per febbraio 2018 mentre solamente qualche settimana fa l’attesa era per oltre un anno dopo.

L’inflazione molto alta sta quindi costringendo la Bank of England ad accelerare i tempi di intervento sui tassi di interesse e nell'analisi di oggi ho spiegato uno dei motivi causa di ciò.

Alessandro Bonetti
Analyst - FxPro

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