I mercati finanziari sembrano convinti che il COVID sia sotto controllo e che la pandemia stia scemando.
Nuovi casi giornalieri globali di COVID confermati
Grafici gentilmente forniti da David Woo
Nelle ultime sei settimane, gli investitori hanno festeggiato il calo del numero di nuovi casi di COVID in tutto il mondo spostando il loro denaro dai titoli legati ai vaccini (ad esempio Pfizer (NYSE:PFE) (NYSE:PFE) e Moderna (NASDAQ:MRNA) a quelli che il mercato chiama titoli della riapertura (ad esempio ristoranti, hotel, divertimento), settori che saranno avvantaggiati man mano che il mondo tornerà alla vecchia normalità.
Ma potrebbe essere un errore.
L’essere umano è ottimista per natura. La maggior parte delle persone, che aspettano con ansia il giorno in cui tornerà la vita normale, vogliono credere che la scienza ha trionfato sulla malattia. E la maggior parte degli investitori, anche quelli istituzionali, non sono che esseri umani.
Lo sono anch’io, ma sono anche un bastian contrario. Mi piace trovare difetti nei ragionamenti degli altri. Di fatto, ho costruito una carriera a Wall Street scommettendo contro idee popolari ma fallaci.
E credo che il mercato stia ignorando le due lezioni più importanti che abbiamo imparato dalla pandemia finora:
- Il COVID-19, come tutti i virus a RNA, ha la propensione alla mutazione. La variante responsabile di ciascuna delle ultime 4 ondate è stata più virulenta e contagiosa della precedente. Sembra logico presumere che sia solo una questione di tempo l’arrivo di nuove varianti contro le quali i vaccini esistenti saranno inefficaci.
- Sebbene il 40% della popolazione mondiale ormai sia completamente vaccinata, l’efficacia dei vaccini svanisce nel tempo. Quest’estate, Israele, il primo paese al mondo ad aver raggiunto un tasso di vaccinazione del 50%, ha visto un ritorno della pandemia che ha costretto la nazione ad un’altra chiusura. Ad un certo punto, il 60% dei pazienti ricoverati erano completamente vaccinati.
L’esperienza di Israele dimostra che l’efficacia dei vaccini (Pfizer in questo caso) svanisce dopo 5-6 mesi. Se lo consideriamo un dato di fatto, allora ha senso concludere che, a questo punto, la maggior parte degli americani completamente vaccinati ha ormai perso la protezione data dai vaccini.
Percentuale di popolazione completamente vaccinata
E questo dovrebbe essere preoccupante. L’arrivo del freddo implica che le persone trascorreranno più tempo in spazi chiusi mentre l’inizio della stagione influenzale indebolirà il loro sistema immunitario.
Intanto, gli americani hanno abbassato la guardia: le scuole hanno riaperto e l’obbligo di mascherina è caduto nella maggior parte degli stati USA. Aspetto ancor più importante, la US Food and Drug Administration (FDA) ha deciso di raccomandare la terza dose solo agli over 65, contrariamente ad Israele dove può riceverla chiunque abbia più di 12 anni, ed al Regno Unito, dove viene somministrata agli over 50.
Spero di sbagliarmi, ma credo che il mercato stia sottovalutando il rischio che presto assisteremo ad una quinta ondata di COVID negli Stati Uniti.
Le prove suggeriscono che le dinamiche che temo non sono ipotetiche. Di fatto, la mia analisi dimostra che, in media, gli stati USA con un tasso di vaccinazione della loro popolazione relativamente basso negli ultimi 5 mesi al momento stanno registrando un numero maggiore di nuovi contagi rispetto a quelli con un tasso di vaccinazione relativamente alto negli ultimi 5 mesi.
Rapporto tra nuovi casi e tasso di vaccinazione
Nel prossimo mese, a meno che la FDA non cambi le linee guida sulla terza dose, la maggior parte degli stati USA vedrà il livello della loro popolazione completamente vaccinata convergere con i livelli odierni di Montana, Wyoming ed Alaska.
A supporto della mia tesi contribuisce il fatto che i nuovi casi di COVID stanno aumentando anche in stati con un alto tasso di vaccinazione. Ad esempio, il Vermont, che ha il tasso di vaccinazione più alto del paese, sta registrando un aumento dei nuovi casi e tra i contagiati ci sono sempre più persone completamente vaccinate. In Europa, nella scorsa settimana, Regno Unito, Germania, Paesi Bassi e Danimarca, che hanno tassi di vaccinazione più alti degli Stati Uniti, stanno registrando un aumento dei casi.
Come difendersi da una quinta ondata di COVID? I bond dovrebbero andare meglio dei titoli azionari, dal momento che la Fed potrebbe decidere di rinviare il tapering. Tuttavia, con le pressioni inflazionarie ancora in aumento, non siamo in un contesto favorevole per i bond. Se ho ragione sulla quinta ondata, l’asset che ne trarrà più vantaggio chiaramente è il titolo di Pfizer.
Grafico settimanale PFE sui 12 mesi precedenti (TTM)
Non solo si è dimostrato efficace per gli adolescenti, ma la FDA al momento sta valutando la richiesta di autorizzazione per l’uso del vaccino come seconda dose per i bambini dai 5 agli 11 anni. E questo oltre al fatto che una quinta ondata vedrebbe un aumento della domanda per la terza dose.
Inoltre, i regolatori sanitari (e il mercato) potrebbero anche ritenere necessaria una vaccinazione annuale. Tutto ciò dovrebbe supportare Pfizer, soprattutto dato che il titolo al momento prevede un brusco calo dei ricavi nel 2022.
Penso che la recente correzione di Pfizer abbia creato un’allettante opportunità di entrata. Lo sto consigliando agli iscritti al mio blog.
Nota: Di recente ho comprato il titolo a 42 dollari.