Dopo la decisione del Regno Unito di lasciare l'Unione Europea, i mercati hanno reagito come atteso: gli investitori hanno venduto gli asset rischiosi acquistando valute e asset rifugio. Nel mercato FX, ciò si è tradotto in un apprezzamento del Franco svizzero e soprattutto dello Yen, mentre Sterlina, Euro e commodity currencies hanno visto diminuire il proprio valore. Tuttavia, va osservato che da metà Giugno il Franco svizzero e lo Yen giapponese hanno iniziato a comportarsi in maniera diversa.
Storicamente, la correlazione tra CHF/USD e JPY/USD è tipicamente compresa tra 0.4 e 0.6 (correlazione settimanale, bisettimanale e mensile). Tuttavia, dal voto sulla Brexit tale dinamica ha subito una forte alterazione. La correlazione ora è negativa - circa -0.40 in media - e ciò significa che il Franco svizzero è riuscito a ridurre un po il ruolo di valuta rifugio che aveva in passato.
La domanda è: perchè?
La BoJ finora non è riuscita a fermare le speculazioni, mentre la SNB è riuscita a sfruttare una maggiore credibilità. In effetti, gli investitori sono stati disincentivati nel mantenere posizioni in acquisto sul Franco svizzero a causa dell'attività svolta dalla SNB.
Dopo il voto in Regno Unito, la SNB ha specificato di essere intervenuta sul mercato e che avrebbe continuato a farlo in caso di apprezzamento del Franco. Dopo qualche giorno, il Franco è tornato rapidamente ai valori pre-Brexit, mentre lo Yen ha continuato a crescere nei confronti di tutte le valute.
La scorsa settimana, il Franco svizzero ha perso lo 0.60% rispetto al dollaro, mentre lo Yen si è nuovamente apprezzato dello 2.25%, a dimostrazione della correlazione ormai negativa.
Sembra che il mercato non sia disposto a credere a nulla di ciò che la BoJ faccia per svalutare lo Yen. Ricordiamo lo scorso Gennaio quando la BoJ ha introdotto tassi negativi e lo Yen è cresciuto del 4% in meno di 3 giorni.
Sfortunatamente per la BoJ, sembra che la credibilità sia tutta dalla parte della SNB, mentre la banca centrale giapponese appare ormai sola con le sue preoccupazioni a far fronte alla domanda di moneta da parte degli investitori nelle fasi di risk-off.