L'indice Crb delle commodities è sceso con una forte accelerazione ribassista il 15 aprile al di sotto della trend line crescente originata dai minimi di inizio 2009 e passante per quelli del giugno 2012 attualmente in transito a 284 punti circa.
Il confronto tra l'andamento dell'indice Crb, rappresentativo del mercato delle materie prime, e l'indice Msci World, rappresentativo della borsa mondiale, è impietoso: le azioni sono salite ad aprile su livelli di prezzo che non si vedevano dalla metà del 2008 arrivando a ritracciare i 3/4 circa di quanto lasciato sul terreno dai record del 2007 ed arrampicandosi su di una scala che a partire dal settembre 2011 è stata caratterizzata da gradini ben spaziati e regolari, quindi dall'aspetto rassicurante e per nulla pericolosa (si sa che impennate troppo repentine nascondono spesso al loro interno i presupposti stessi di un futuro disastro, i mercati toro si concludono infatti molte volte con delle corse furiose al rialzo nelle quali rimangono intrappolati gli investitori meno accorti),
Le attuali quotazioni del Crb si collocano invece a malapena sull'1/3 di ritracciamento del ribasso dal top del luglio 2008 e la scala disegnata dai prezzi dal top del maggio 2011 è orientata al ribasso, in particolare a partire dall'inizio del 2011.
E' importante notare come proprio fino all'aprile del 2011 i due mercati, azioni e merci, fossero assolutamente in sintonia, entrambi infatti si sono scontrati a quella data esattamente con il 61,8% di ritracciamento del ribasso dai precedenti record del 2007/2008, una quota derivata dalla successione di Fibonacci che è spesso capace di discriminare in modo efficace tra movimenti correttivi e di inversione.
Successivamente il mercato azionario è riuscito a costruire i presupposti per superare, ad inizio 2013, quella cruciale resistenza, posta a 950 punti circa, confermando l'intenzione di voler proseguire nella costruzione dell'uptrend originato dai minimi del 2009, mentre quello delle materie prime si è allontanato sempre di più dall'ostacolo di area 370 facendo sorgere forti dubbi che quello visto tra l'inizio del 2009 e l'inizio del 2011 fosse solo un episodio correttivo incapace di mettere in discussione il trend ribassista in atto dai massimi del 2008.
Se il Crb dovesse scendere al di sotto anche di area 265 i timori di dover assistere ad ulteriori cali estesi e duraturi aumenterebbero notevolmente.
I primi obiettivi per il ribasso si porrebbero in quel caso in area 233, ma anche i 200 punti diverrebbero un target raggiungibile nel medio lungo periodo. Fare di tutte le erbe un fascio sarebbe tuttavia sbagliato, non tutti gli strumenti stanno subendo le attenzioni negative del mercato.
Osservando i rendimenti da inizio 2013 dei principali Etc (exchange-traded commodity) negoziati su Borsa Italiana (mercato ETFplus), è possibile infatti notare come gli strumenti relativi al grano (Etc CORN), alle materie agricole (AIGA) o ai semi di soia (SOYB) possano ancora vantare un saldo ampiamente positivo a differenza invece dei principali metalli industriali, rame, nickel, alluminio, di quelli preziosi, del petrolio e del gas, per i quali i risultati da inizio anno sono deludenti.
La buona notizia per il risparmiatore è che esistono molti strumenti, anche tra gli Etf e gli Etc, che permettono di scommettere contro la crescita dei prezzi, i cosiddetti strumenti "short", ovvero che evidenziano un andamento reciproco rispetto a quello dello strumento al quale sono riferiti (con o senza effetto leva).