Dilma Rousseff, presidente del Brasile, siede decisamente su una poltrona bollente dopo che lunedì una commissione del Congresso ha votato a favore (con 38 voti a 27) della messa in stato d’accusa (impeachment), raccomandando un processo al Senato (camera alta) per violazione delle leggi sul budget.
Sebbene non vincolante, il voto costituisce la premessa di un’altra votazione della camera bassa (Camera dei Deputati), in calendario per domenica prossima (17 aprile). È necessaria una maggioranza pari a due terzi (342 voti su 513) a favore dell’impeachment prima che il caso possa passare al Senato per un altro voto.
Se domenica la camera bassa approverà la mozione, molto probabilmente Dilma Rousseff farà ricorso alla Corte Suprema, il che genererebbe un rinvio del voto al Senato, che le consentirebbe di rimanere in carica durante le deliberazioni della Corte fino alla decisione.
A giudicare dal mercato dei cambi e, nello specifico, dall’USD/BRL, gli ultimi sviluppi verso la messa in stato d’accuso hanno avuto un impatto positivo sul real brasiliano; la coppia ha infatti raggiunto quota 3,4871, livello minimo dalla metà dello scorso agosto. Dubitiamo, tuttavia, che il real possa mantenere i guadagni recenti perché non è cambiato nulla alla radice del problema, ovvero il debito dello stato, al momento, infatti, si specula solo sul fatto che il nuovo governo – nel caso di impeachment – affronterebbe rapidamente la questione.