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Continuano le vendite di azioni cinesi, NZD in calo

Pubblicato 26.06.2015, 11:41
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Market Brief

I dati diffusi ieri negli USA sono stati di nuovo contrastati e non hanno permesso all’USD di acquisire uno slancio positivo. A maggio, le spese personali sono cresciute dello 0,9% dopo il deludente 0,1% di aprile, mentre i redditi personali sono rimasti stabili allo 0,5% come da attese. Le spese hanno fatto registrare l’aumento maggiore da 5 anni (1,3% nell’agosto del 2009), il che è piuttosto normale dopo il dato debole di aprile, mentre negli ultimi due mesi i redditi sono rimasti stabili. Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione hanno superato le attese, attestandosi a 271 mila unità, mentre gli analisti se ne attendevano 273 mila. Sul fronte dei dati negativi, le stime preliminari elaborate da Markit sui PMI composito e servizi si sono contratte rispetto al mese precedente. Il PMI servizi era atteso a 56,5 punti e si è fermato invece a 54,8 (rilevamento precedente: 56,2), mentre il PMI composito si è attestato a 54,6 punti a fronte dei 56,2 della lettura precedente. Si tratta del rilevamento più basso dal gennaio di quest’anno. Secondo noi, le incertezze persistenti sulla situazione greca da sole non giustificano la mancanza di momentum rialzista per il dollaro, anche i dati USA non puntano a una ripresa forte dell’economia USA nel secondo trimestre. Quindi riaffermiamo la nostra opinione su un ritorno di una crescita significativa nel terzo trimestre, visto che ormai il secondo è già perso. Negli ultimi 3 giorni l’EUR/USD ha annaspato, rimanendo sotto la soglia costituita dalla resistenza a 1,2020, che corrisponde al 61,8% di Fibonacci (sulla svalutazione di maggio). Un supporto staziona a 1,1143 (50% di Fibonacci).

In Cina, continuano le vendite di azioni e il mercato ora si chiede se ciò sia dovuto all’interruzione dei negoziati fra la Grecia e i suoi creditori o allo scoppio della bolla del mercato azionario. Oggi il Composite di Shanghai ha ceduto un altro 7,36%, in calo del 19% dal massimo storico del 12 giugno. Il Composite di Shenzhen è retrocesso del -7,98% durante la seduta, in ribasso del 21% dal 12 giugno. Gran parte degli analisti di borsa non consiglia di acquistare in questa fase di debolezza, perché la correzione potrebbe non essersi conclusa. Anche l’Hang Seng di Hong Kong sta accusando il colpo, pur in modo più contenuto, ed è calato del -1,84%. In Giappone, il Nikkei ha ceduto solo il -0,31%, mentre l’USD/JPY sta perdendo slancio e sta testando nuovamente il supporto a 123,20 (38,2% di Fibonacci sul rally di maggio-giugno).

I listini australiani hanno pareggiato le perdite, con l’indice S&P/ASX in calo del -1,54%. L’AUD/USD è una delle coppie che nella notte ha subito le perdite maggiori contro l’USD (-0,48%); ora si dirige verso il supporto a quota 0,77. Tuttavia, dall’inizio della settimana l’AUD si muove lateralmente, in parte a causa dei pochi appuntamenti economici in calendario. Fortunatamente, grazie a un calendario più fitto, la prossima settimana l’AUD si attiverà di nuovo.

In Nuova Zelanda, a maggio il surplus commerciale è salito a 350 milioni di NZD, mentre gli analisti avevano previsto un deficit pari a 100 milioni di NZD. L’aumento è dovuto al calo delle importazioni, scese a 4,01 mld di NZD rispetto ai 4,30 mld NZD mediamente previsti. Le esportazioni hanno superato lievemente le previsioni, attestandosi a 4,36 mld di NZD a fronte dei 4,30 mld previsti. Nella sua Dichiarazione d’Intenti per il 2015-2018, la banca centrale neozelandese (Reserve Bank of New Zealand, RBNZ) ha ribadito che, a suo parere, il dollaro neozelandese (kiwi) è ancora sopravvalutato. Di conseguenza, la coppia NZD/USD è crollata a 0,6865 prima di stabilizzarsi intorno 0,6880. Manteniamo il nostro giudizio ribassista sul dollaro neozelandese, ci aspettiamo, infatti, un ulteriore indebolimento del kiwi contro il dollaro americano, il prossimo obiettivo è il livello a quota 0,6557 USD.

Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd

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