Martedì mattina gli investitori si sono precipitati sui rifugi sicuri sull’onda delle crescenti incertezze globali.
Innanzitutto, i commenti della scorsa settimana di Donald Trump hanno alimentato i timori di un blocco (shutdown) delle attività amministrative, se il Congresso continuerà a rifiutarsi di finanziare il muro lungo il confine meridionale con il Messico.
Neanche l’arrivo dell’uragano Harvey in Texas è bastato a far fare marcia indietro a Trump.
Il dollaro USA ha pertanto ampliato le perdite, l’Indice del Dollaro ha sfondato al ribasso il supporto a 91,91 (minimo maggio 2016).
Di solito il biglietto verde è considerato un rifugio sicuro “leggero”, cioè quando aumenta l’incertezza, il dollaro si svaluta soprattutto contro lo yen giapponese e il franco svizzero.
Ora sembra che Trump faccia sentire tutto il suo peso sul USD.
Anche il lancio del missile balistico sul Giappone da parte della Corea del Nord ha contribuito al rialzo del CHF e dello JPY.
Finora gli investitori avevano erroneamente ritenuto che la situazione nordcoreana fosse sotto controllo e che fossero in corso negoziati a porte chiuse.
Il franco svizzero e lo yen giapponese sono saliti dello 0,90% e dello 0,75% contro l’USD. Anche il metallo giallo ha trovato richieste migliori, salendo a $1.325 all’oncia, in rialzo dell’1,15% su base giornaliera.
Anche se Trump e Kim Jong-un fanno stare sulle spine gli investitori più a lungo del previsto, continuiamo a credere che l’USD sia ipervenduto.
Ora la domanda da porsi è quanto durerà quest’impennata dell’incertezza.
Gli investitori dovranno quindi avere pazienza e aspettare che la tempesta passi.