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Curaleaf registra una perdita mentre continua ad espandersi nella distribuzione USA

Pubblicato 10.05.2022, 12:30
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Le azioni di Curaleaf Holdings (OTC:CURLF) (CSE:CURA) sono scese lievemente negli scambi after-hour di ieri, sulla scia dei risultati del primo trimestre pubblicati dopo la chiusura. CURLF Daily

La società con sede in Massachusetts, al momento considerata il secondo maggiore operatore multi-statale negli Stati Uniti, ha riportato ricavi pari a 313 milioni di dollari USA relativamente al primo trimestre, chiuso il 31 marzo. Si tratta di un incremento su base annua del 20%.

I ricavi da distribuzione sono aumentati nel primo trimestre, arrivando a 226 milioni di dollari USA, in rialzo del 21% per il periodo. Nel comunicato stampa, la società ha dichiarato:

“La crescita dei ricavi su base annua della società rispecchia principalmente la continua crescita organica trainata dalle nuove aperture di punti vendita, dall’aggiunta di nuovi partner per la distribuzione, dai lanci dei prodotti e dall’espansione delle strutture di coltivazione e produzione”.

Curaleaf opera in 23 stati: una delle impronte geografiche più grandi negli Stati Uniti nel mondo della cannabis. Come spiega il CEO Boris Jordan:

“La nostra impronta nazionale ha sempre rappresentato un vantaggio chiave della nostra strategia di crescita e, malgrado il difficile macro-contesto del primo trimestre, Curaleaf continua ad aumentare la sua partecipazione in numerosi importanti mercati.

“Abbiamo visto una forte crescita su base mensile a partire da marzo al secondo trimestre, che alimenta la fiducia nella nostra capacità di raggiungere la stima sui ricavi per l’intero anno fiscale di 1,4-1,5 miliardi di dollari”.

Nel primo trimestre, la società ha aperto 11 nuovi dispensari, portando il totale dei punti vendita a 128.

Un fattore che ha pesato sui risultati complessivi è la perdita netta di 20 milioni di dollari USA nel trimestre, superiore alla perdita di 15 milioni dello stesso trimestre del 2021.

Da gennaio, le azioni Curaleaf hanno perso circa il 32,5%. Nello scorso anno, il titolo è crollato di oltre il 60%.

CannTrust ha un nuovo nome

Il coltivatore di cannabis canadese CannTrust Holdings (TSX:TRST) è stato ribattezzato la scorsa settimana.

La società si chiama ora Phoena Holdings.

Gli investitori, con a capo una sussidiaria dell’olandese Kenzoll, possiederanno il 90% della nuova compagnia, mentre il restante 10% sarà di CannTrust Holdings.

Il nuovo titolo, secondo la gestione, segna l’inizio di una nuova fase per la società, che ha perso la tutela dei creditori a marzo.

A gennaio, la società aveva pubblicato una dichiarazione in cui presentava la chiusura di una class action da cui era stata colpita, ed ha ammesso di essere a corto di riserve di liquidità.

L’ammissione è stata l’ultima goccia per il tonfo epico della società che va avanti ormai da qualche anno. Nell’aprile 2020 ha subìto il delisting dalla borsa di New York, seguito da quello dalla borsa di Toronto nel maggio 2020, sulla scia della sospensione delle licenze di coltivazione dopo che era stato scoperto che la società coltivava marijuana in strutture non autorizzate in Ontario.

Sebbene le licenze siano poi state ripristinate, la situazione ha innescato vari problemi legali con gli investitori, portando alla class action, la cui risoluzione è costata oltre 50 milioni di dollari.

La Svizzera lancia un programma di prova sulla cannabis

La Svizzera lancerà un programma di prova sulla cannabis ad agosto, secondo una notizia di Forbes.

L’obiettivo è raccogliere informazioni sugli effetti di un accesso controllato alla marijuana e sul comportamento dei consumatori. Il test sarà condotto a Basilea, la terza città dello stato, e coinvolgerà solo 400 persone.

Secondo Forbes, il programma pilota sarà seguito con attenzione da altri paesi europei, molti dei quali puntano ad allentare le restrizioni sull’uso della cannabis.

La Germania intende presto consentire l’uso ricreativo, mentre la Francia sta già testando la cannabis terapeutica.

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