Difficile ignorare che quella appena archiviata dall'indice Dax con il suo +5,21% di crescita e' stata la migliore settimana in termini di performance da quella del 2 dicembre 2011.
Alla forza del rialzo non e' tuttavia corrisposta una analoga forza dei volumi, gli scambi sono infatti risultati molto al di sotto della loro media mensile che invece era stata superata nelle tre settimane precedenti.
Secondo la le teorie dell'analisi grafica classica invece prezzi e volumi devono confermarsi a vicenda, ovvero ad una fase rialzista importante deve corrispondere anche una impennata dei volumi, e quando questo non succede, quando si manifestano delle divergenze di comportamento, e' lecito nutrire dei dubbi sulla reale forza del trend.
Lo studio del grafico giornaliero fornisce una spiegazione di questo comportamento, le ultime tre sedute infatti sono state caratterizzate da una estensione tra massimi e minimi ridotta e da chiusure collocate nella porzione centrale di questo intervallo, tratti che non denotano certo forza da parte del trend. Il fatto che la chiusura della settimana, a 8212, sia coincidente con il 61,8% di ritracciamento del ribasso dal picco di maggio, una resistenza significativa derivata dalla successione di Fibonacci, contribuisce inoltre a fare sorgere dei dubbi sulla qualita' e sostenibilita' dell'uptrend.
Se i prezzi si porteranno al di sopra di area 8200/8250 con decisione allora l'andamento delle ultime tre giornate potra' anche essere spiegata con un mercato timoroso di avvicinare una resistenza importante, la mancata rottura di 8250 e la violazione di 8150 sarebbero invece sospette.
Ulteriori conferme negative sotto 8081, base del gap rialzista dell'11 luglio. In quel caso si potrebbe iniziare a temere il test della linea che sale dai minimi di giugno 2012, passante a 7843 punti, ed in caso di sua violazione il ritorno sui minimi di giugno a 7655.