Durante la seduta asiatica la propensione al rischio è stata contrastata: Tokyo ha riaperto dopo le festività per la Settimana Dorata, ma agli scambi è mancata convinzione.
L’USD si è apprezzato marginalmente dopo il dato NFP un po’ deludente di venerdì e il movimento dei future sui tassi federali, che suggeriscono una probabilità vicina allo zero di un rialzo del tasso a giugno. La ripresa dell’USD potrebbe riflettere i dati IMM, secondo cui i corti speculativi in USD sono ai massimi dal febbraio del 2013.
È proseguito il rally dell’USD/JPY, che ha raggiunto quota 107,69, mentre l’EUR/USD si è mosso in una stretta fascia pari a 30 pip, compresa fra 1,1380 e 1,1413. Lo yen più debole ha sostenuto la domanda sul Nikkei, che ha guadagnato lo 0,80%.
Le altre piazze asiatiche hanno avuto un andamento contrastato, con l’Hang Seng a +0,41% e l’indice composito di Shanghai in calo del 2,45%. I prezzi delle materie prime sono saliti leggermente, sostenuti dal greggio, che ha guadagnato il 2%, portandosi a 45,95 USD, perché gli incendi in Canada compromettono le forniture.
Oggi si svolgeranno le elezioni presidenziali nelle Filippine. L’approccio populista del candidato in testa Rodrigo Duterte (provocante sindaco di Davao City) sui mercati finanziari ha innervosito gli investitori obbligazionari e le elezioni potrebbero danneggiare ulteriormente il sentiment del mercato. In Australia, il dato sugli annunci di lavoro è risultato debole, mostrando un calo pari al -0,8% m/m nei quotidiani e al -0,7% su internet. Si tratta di un altro segnale dell’indebolimento dei mercati occupazionali in Australia. Sul fronte politico, il primo ministro australiano Malcolm Turnbull ha sciolto le due camere del parlamento, fissando le elezioni per il 2 luglio. L’incertezza politica generata da questa mossa, oltre ai chiari segnali di debolezza e a problematiche complesse come l’immigrazione, dovrebbero esercitare ulteriori pressioni a vendere sull’AUD.
In Cina, ad aprile le riserve di valuta straniera sono salite a 3,22 mila miliardi di USD a fronte dei 3,20 mila miliardi previsti e rispetto ai 3,21 mila miliardi USD registrati a marzo. Sebbene gran parte dell’incremento sia dovuto alla valutazione della divisa, legata soprattutto al calo dell’USD, il risultato dovrebbe essere visto positivamente per la Cina.
Le riserve forex sono cresciute per il secondo mese consecutivo, indicando un calo dei timori di deflussi di capitale destabilizzanti. Il dato dovrebbe dare ai mercati maggiore fiducia nell’economia cinese.
I prezzi delle abitazioni cinesi sono saliti ancora, circostanza che fornirà agli investitori cinesi asset su cui investire senza lasciare il paese. Un po’ meno ottimisti sono i dati sul commercio estero; la cifra riferita ad aprile ha deluso le attese, dopo il forte miglioramento registrato a marzo.
Le esportazioni sono calate del -1,8% a/a, la flessione delle importazioni è salita al 10,9% a/a in USD. Cruciale per la direzione dei prezzi delle materie prime è stato il calo della crescita delle importazioni di materie prime.
Ad aprile le importazioni di greggio sono calate del 7,6% a/a, rispetto al 21,6% registrato a marzo. Il calo nella crescita delle esportazioni è dovuta alla flessione della domanda dagli USA (-9,3%) e dal Giappone (-11,8%), invece le esportazioni verso l’UE e l’Asia sono state solide.
Oggi in calendario abbiamo gli ordinativi alle fabbriche in Germania, i prezzi delle abitazioni nel Regno Unito e l’indice Sentix sulla fiducia degli investitori nell’Eurozona.
Sull’onda delle proteste del fine-settimana in Grecia dopo l’approvazione della riforma delle pensioni e del sistema fiscale, i ministri delle Finanze dell’Eurozona terranno una riunione di emergenza per discutere su ulteriori misure di austerità per la Grecia nel caso in cui non venissero raggiunti gli obiettivi di bilancio. È probabile che queste immagini influenzino il dibattito sulla Brexit nel Regno Unito. Dopo la ripresa rialzista di breve termine, la sterlina (GBP) continua a essere oggetto di pressioni a vendere.