Il rally dei rendimenti dei bond della scorsa settimana non è stato solo una reazione agli sforzi delle banche centrali di tornare a tassi d’interesse “normali”.
È stato anche una reazione a posizioni in bond costose.
I titoli di Stato sono sopravvalutati da un bel po’ di tempo, con il rischio legato alla durata scontato solo parzialmente.
Sembra che la svolta nella politica monetaria abbia svegliato il mercato, rendendolo consapevole di questa sopravvalutazione.
Le banche centrali sono decisamente inclinate verso la “normalizzazione”, e la Federal Reserve USA guida questa tendenza.
Ci aspettiamo una stretta graduale dalla Fed, indotta in primis dalle riduzioni degli attivi di bilancio e da modesti rialzi del tasso d’interesse.
La Fed, però, non ha ancora assunto l’impostazione aggressiva del 2013, quando fece salire i tassi di 25 punti base su tutta la curva.
Crediamo che la Fed aumenterà il tasso al massimo di 25 punti base durante tutto il 2017.
Anche se l’inflazione non è ancora incandescente, la presidente della Fed Janet Yellen sostiene che ciò sia transitorio e continua a spingere con decisione per altri rialzi del tasso.
Crediamo che alla fine l’avrà vinta e quando i suoi rialzi saranno seguiti da quelli della Banca Centrale Europea – che arriveranno sicuramente a tempo debito – ci sarà una forte reazione del mercato.