La conferma che le banche centrali globali, fatta ovviamente eccezione per la Fed, nel prossimo futuro rimarranno accomodanti ha sostenuto la propensione al rischio e la ricerca di rendimenti.
Gli investitori si sono buttati sulle valute dei mercati emergenti, il chiaro vincitore negli ultimi giorni è stato il Peso messicano (MXN), anche se generalmente la divisa rimane indietro nei rally indiscriminati della propensione al rischio.
Nell’anno corrente, il Peso è stato una delle valute con l’andamento peggiore sul mercato delle valute emergenti, a causa della sua forte correlazione con il petrolio e il fatto che gli investitori sembrano preferire una strategia negativa sui mercati emergenti attraverso il Peso (basso costo per le operazioni di carry trade).
I commenti del ministro per l’Energia e l’Industria del Qatar, Al-Sada, secondo cui l’OPEC taglierà le forniture, che hanno fatto salire il Petrolio Greggio del 3,0%, potrebbero essere l’input necessario per un rally del MXN.
Tuttavia, la debolezza economica e i venti contrari in termini macroeconomici potrebbero frenare i tori del Peso.
Nel contesto sudamericano, siamo negativi sul MXN e punteremmo ad attenuare la forza vista di recente.
Sul fronte interno, i consumi del settore privato hanno trainato la crescita, ma i prezzi bassi del petrolio intaccheranno la fiducia dei consumatori.
Esternamente, le elezioni presidenziali negli USA rimangono la principale fonte di preoccupazione.
Durante il suo intervento all’Economic Club di Detroit, il candidato repubblicano Trump ha posto l’accento sulla fine dell’accordo NAFTA.
Un’uscita degli USA dall’accordo commerciale danneggerebbe tutte le nazioni coinvolte, ma sarebbe particolarmente negativo per il Messico.
Il rally, pari all’11,8% a/a, della produzione di auto in Messico fa emergere potenziali rischi per la crescita. I dati economici in uscita oggi dovrebbero segnalare un’ulteriore divergenza fra la crescita in calo e l’inflazione in rialzo.
Il Messico renderà noti i dati sull’IPC di luglio, l’inflazione annuale dovrebbe attestarsi al 2,7%, la cifra core al 3,0%.
Nei prossimi giorni, il dato sulla produzione industriale dovrebbe mostrare un marginale rialzo, in linea con i progressi della crescita negli USA, dallo 0,4% allo 0,5% a/a.
Nonostante l’aumento dell’inflazione, Banxico, la banca centrale messicana, probabilmente imiterà gli interventi della Fed.
Poiché Banxico ha già alzato preventivamente i tassi di 100 punti base sulla scia del corso di normalizzazione della Fed, la banca centrale ha un certo spazio di manovra.
Prevediamo che Banxico manterrà invariato l’obiettivo per il tasso overnight al 4,50%, a meno che la Fed non intervenga o il MXN si svaluti troppo rapidamente.