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Dollaro sostenuto dall'inflazione, ma equity ancora sotto pressione

Pubblicato 16.11.2017, 10:09
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Buongiorno ai Lettori di Investing.com.

I mercati si ripresentano a un bivio importante dopo che il dollaro, nelle ultime 24 ore, è riuscito ad annullare alcune perdite recenti.

La correzione del biglietto verde è stata la chiave del trading nel corso delle ultime due sessioni ma l’inaspettato aumento dell’inflazione core USA (all'1,8%) ha contribuito a stabilizzare i prezzi.

Sarà interessante capire, a questo punto, se sarà sufficiente a bloccare la correzione ed eventualmente favorire un’inversione al rialzo.

La percezione di un’inflazione bloccata è stata uno dei fattori trainanti nell'appiattimento della curva dei rendimenti obbligazionari.

Chiaro che per noi piccoli investitori sarà importante carpire se un rialzo dei prezzi al consumo basterà a calmierare i timori sulla riforma fiscale ed eventualmente smorzare la curva dei rendimenti.

Ricordiamo che il differenziale 2/10 anni si aggira attorno ai 65 punti base, ovvero il valore più basso da 10 anni a questa parte.

Ed è proprio questo scenario che sta stoppando la propensione al rischio, riversandosi sull’equity e sull’andamento del dollaro.

Di conseguenza yen, franco svizzero e anche l'euro si stanno comportando meglio rispetto all'Aussie, al loonie canadese e alla Sterlina.

Attenzione alla reazione dei mercati tra oggi e domani, perché molto probabilmente saremo in grado di capire se gli investitori daranno il giusto peso alla risalita dell’inflazione americana.

Nel frattempo Wall Street ha chiuso la sessione di metà settimana al ribasso con il Dow oltre 100 punti sotto e l’SP 500 -0,6% (2565 punti).

I mercati asiatici hanno rimbalzato (supportati dal petrolio) con il Nikkei in rialzo dell'1.5%.

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I mercati europei sembrano voler proseguire sulle orme asiatiche, manifestando una certa smania rialzista in queste prime fasi di contrattazione.

Nel forex il Dollaro prosegue sul rimbalzo mentre l’australiano sta reggendo bene grazie alla disoccupazione scesa al 5,4% (5,5% il dato previsto, 5,5% il precedente), ma la positività dell'australiano è stata leggermente mitigata da un calo del tasso di partecipazione.

Il rinforzo del biglietto verde ha messo pressione all'Future Oro, mentre il Future Petrolio Greggio WTI sembra aver trovato un buon sostegno dopo il tentativo di vendita degli ultimi giorni.

Sul calendario economico odierno attenzione alle vendite al dettaglio nel Regno Unito perché potrebbero darci un’idea delle prossime mosse del Pound.

Con l’inflazione elevata e il calo dei salari reali, ci si aspetta un calo delle vendite del -0,4% (dal + 1,6% del mese scorso).

Si tratterebbe, se confermata, della lettura più bassa da marzo 2013.

Avremo anche la lettura finale dell'inflazione dell'Eurozona per il mese di ottobre e ci si aspetta una conferma un calo al + 1,4% di ottobre (da + 1,5% a settembre), mentre l' inflazione core dovrebbe essere confermata a + 0,9% (in calo dal + 1,1% di settembre).

Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione degli Stati Uniti dovrebbero scendere leggermente, 235.000 rispetto alle 239.000 unità precedenti.

Il Philly Fed Business Index dovrebbe scendere leggermente a +25,0 (da +27,9) e dopo il brusco calo del Fed di New York registrato ieri il dato odierno assume ancor più rilievo.

Infine guarderemo con attenzione alla produzione industriale americana che dovrebbe essere pari a + 0,5% su base mensile col Capacity Utilization in miglioramento a 76,3 (da 76,0).

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