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Seppur defilate, oggi arriveranno anche le cifre sul lavoro canadese. Il tasso di disoccupazione canadese dovrebbe salire al 6,9% dal 6,8% di marzo e l’occupazione dovrebbe calare di 5 mila unità (rischio al ribasso) rispetto all’incremento di 28.700 unità registrato il mese scorso. Si stima che la debolezza dei dati sul lavoro sia causata dai nuovi tagli nell’industria petrolifera e nelle spese per gli investimenti. Nel complesso, l’economia canadese continua a soffrire per il calo dei prezzi del petrolio e il rallentamento negli USA. Il PIL del primo trimestre è rimasto piatto allo 0,0%; la contrazione è stata evitata grazie alla solidità della distribuzione e dei servizi finanziari, che sono riusciti a compensare la debolezza del settore energetico. Nonostante il rallentamento economico e i forti venti contrari, il governatore della Banca del Canada Stephen Poloz ha ripetuto che la ripresa economica è dietro l’angolo, perché ci si sta riprendendo dallo shock per il crollo dei prezzi del petrolio. Le previsioni ottimistiche aiutano a capire perché ad aprile la banca centrale abbia deciso di mantenere il tasso di riferimento overnight invariato allo 0,75%. Dai verbali emerge anche che sono diminuiti i rischi di un ulteriore taglio del tasso per l’anno in corso. Tuttavia, le previsioni di Poloz sono tutt’altro che stellari e i costanti prezzi bassi del petrolio e il rallentamento negli USA si sono rivelati più ostinati di quanto previsto dai più (un dato NFP debole oggi rafforzerebbe questo quadro). La crescita e la disinflazione continueranno a colpire il Canada. La previsione della banca centrale per una crescita pari all’1,9% per il 2015 appare aggressiva. La brusca correzione del settore immobiliare a Toronto e Vancouver potrebbe inaspettatamente intaccare la crescita, oltre a rischi più ovvi, come il calo degli investimenti. È interessante notare che, sebbene il CAD debole sostenga le esportazioni, esso frena le importazioni di macchinari e attrezzature critici, necessari per nuovi investimenti. L’USD/CAD rimane in una fascia ribassista compresa fra 1,2061 e 1,2165, mentre i prezzi del greggio languono. Una violazione ribassista dell’area di supporto a 1,1945 innescherebbe un’estensione delle vendite, il cui obiettivo sarebbe il manico a 1,1800. Rimaniamo ribassisti sul CAD contro l’USD, visti i dati economici sommessi e le banche centrali accomodanti. Sarebbe necessaria una forte sfida della resistenza a 1,2300/50 per opporsi all’attuale trend ribassista e costruire una solida base di supporto.
IPC svizzero in calo
L’inflazione svizzera è risultata leggermente più bassa del previsto. L’IPC a/a si è attestato al -1,1% a fronte del -0,9% previsto, mentre i dati su base mensile sono scesi al -0,2% dallo 0,3% del rilevamento precedente. I dati odierni rimettono in discussione i recenti sviluppi positivi dell’inflazione svizzera. L’IPC debole di oggi probabilmente non spingerà la BNS a intervenire di nuovo (soprattutto considerando la solidità della crescita e dei dati sul lavoro), ma la metterà sul chi va là. I dati sui depositi a vista e del FMI lasciano intendere che la BNS stia intervenendo sul mercato dei cambi, molto probabilmente per rallentare la svalutazione dell’EUR/CHF nella fascia 1,04-1,0250 e non per fermare o addirittura capovolgere il movimento. Sospettiamo che la BNS non abbia voglia di altre misure aggressive vista la perdita di 30 miliardi di CHF e le crescenti critiche della politica sui tassi d’interesse negativi. Tuttavia, la minaccia di un intervento della BNS renderà cauti gli operatori del CHF, anche se non prevediamo nuovi interventi nel prossimo futuro. Continuiamo a prevedere un test della parità per l’EUR/CHF nel breve termine.
Sempre rimanendo in Svizzera, il tasso di disoccupazione continua a migliorare: ad aprile è sceso al 3,3% dal 3,4%. Negli ultimi sei mesi, solo la regione svizzera del Ticino ha perso posti di lavoro.
Brasile: prevedibili nuovi aumenti del tasso (di Arnaud Masset)
Dai verbali della riunione di aprile del Comitato di politica monetaria (Copom) pubblicati ieri emerge che la BCB è fermamente decisa a raggiungere l’obiettivo del 4,5% nel 2016. Le previsioni d’inflazione sono aumentante sensibilmente alla riunione di aprile, dal 7,47% all’8,26% per il 2015 e dal 5,5% al 5,6% nel 2016, di gran lunga superiore alla media obiettivo. Riteniamo quindi che la BCB continuerà a restringere la sua politica monetaria aumentando il tasso Selic al 13,50% alla prossima riunione (2-3 giugno). Il Copom sembra però ottimista sulle previsioni di crescita dell’economia brasiliana poiché prevede che la domanda esterna migliorerà grazie alla maggiore crescita globale. La BCB non vuole sorprendere negativamente il mercato, aumentando i tassi bruscamente, ecco perché prevediamo un aumento di 25 punti base alla prossima riunione. L’USD/BRL continua a scendere gradualmente verso quota 3,00 dopo il balzo di lunedì e al momento si aggira intorno al supporto a 3,0224 (38,2% di Fibonacci sul rally da gennaio a marzo). Rimaniamo ribassisti sull’USD/BRL vista la potenziale ripresa dell’economia brasiliana.
Grandi aspettative per i dati NFP negli USA (di Yann Quelenn)
Oggi sarà diffuso il rapporto sul lavoro USA, che include anche il cruciale dato NFP. Secondo il sondaggio di Bloomberg, sono stati creati 228 mila nuovi posti di lavoro, rispetto all’ingannevole risultato debole di marzo, pari a 126 mila unità. Le stime non hanno subito grosse variazioni, dopo che il debole rapporto ADP pubblicato mercoledì ha fatto registrare il minimo da 15 mesi. Gli operatori avranno sicuramente in testa il rischio al ribasso. A nostro avviso, la previsione sul dato NFP dovrebbe essere molto inferiore alle stime attuali. Anche se negli ultimi mesi l’ADP ha riservato errori spettacolari, spesso ha fornito previsioni piuttosto accurate sulla variazione del dato NFP.
Un dato debole sul lavoro farà scendere il biglietto verde e lievitare i principali indici azionari, perché la debolezza dell’economia USA rinvierebbe la discussione sul taglio del tasso della Fed. Riteniamo che l’EUR/USD potrebbe tornare sui livelli intorno a 1,1300.
The Risk Today
Peter Rosenstreich
EURUSD L’EUR/USD ha infranto il supporto a 1,1334 a conferma delle persistenti pressioni di vendita. È auspicabile un ulteriore test del robusto supporto a 1,1197. La resistenza oraria si attesta ora a 1,1255 (massimo intragiornaliero). In una prospettiva di lungo termine, il triangolo simmetrico dal 2010 al 2014 favorisce un’ulteriore debolezza verso la parità. Di conseguenza, riteniamo che il recente movimento laterale costituisca una pausa all’interno di un trend discendente di fondo. Supporti chiave possono essere trovati a 1,0504 (minimo 21/03/2003) e a 1,0000 (supporto psicologico).
GBPUSD La coppia GBP/USD registra pieno successo, ne è conferma la persistente pressione all’acquisto. Resistenze robuste possono essere trovate a 1,5552 (26/02/2015). Un supporto orario può essere collocato a 1,5420 (minimo intragiornaliero). In un’ottica di lungo termine, la rottura del forte supporto a 1,4814 spiana la strada a un ulteriore indebolimento a medio termine verso il forte supporto a 1,4231 (minimo 20/05/2010). Una resistenza chiave si trova a 1,5552 (massimo 26/02/2015).
USDJPY L’USD/JPY permane debole finché i prezzi rimarranno al di sotto della resistenza chiave a 120,10/20 (linea di tendenza discendente). Il supporto orario giace a 119,20 (massimo 29/04/2015 e minimo intragiornaliero), poi a 118,53. Un'altra resistenza è data dal recente massimo a 120,50 poi a 120,84 (massimo 13/04/2015). Propendiamo per un’impostazione rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 115,57 (minimo 16/12/2014). Si prevede una graduale ascesa verso la resistenza fondamentale a 124,14 (massimo 22/06/2007). Un supporto chiave si trova a 118,18 (minimo 16/02/2015), mentre una resistenza chiave giace a 121,85 (vedasi anche il canale discendente di lungo termine).
USDCHF L’USD/CHF continua a migliorare. Tuttavia, nel breve termine, i prezzi sono ora sovraesposti e vicino alla resistenza a 0,9276 (2015/06/05), poi a 0,9413 (massimo 30/04/2015). Supporti orari possono essere trovati a 0,90 (minimo intragiornaliero). In una prospettiva di lungo termine, il momentum rialzista dell’USD/CHF ha ripreso vigore in seguito alla rimozione del cambio minimo per l’EUR/CHF. È auspicabile un test della robusta resistenza a 1,0240. Di conseguenza, l’attuale debolezza viene vista come una mossa in controtendenza. Un supporto chiave si trova a 0,8986 (minimo 30/01/2015).