Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
I mercati sono in attesa, in attesa dei dati importantissimi odierni e in attesa che Trump pronunci le prossime parole sulla questione dei rapporti commerciali con la Cina.
Un'escalation formale delle tariffe potrebbe essere annunciata in qualsiasi momento visto e considerate che le consultazioni sono terminate.
Ciò significa che l’annuncio sugli ulteriori $200 miliardi sui prodotti d’importazione cinese potrebbe arrivare da un momento all’altro e senza il minimo preavviso, nel classico stile Trump.
Aggiungeteci il fatto che il Presidente USA ha dichiarato che il prossimo obbiettivo potrebbe essere rappresentato dal Giappone, indi per cui operare e soprattutto prendere le giuste decisioni in questo panorama non è per niente facile.
Stamattina stiamo registrando nuova pressione sui dollari australiani e il kiwi, mentre c'è ancora una leggera avversione al rischio che sta supportando lo yen e l'oro.
I rendimenti obbligazionari USA sono scesi e man mano che la sessione procederà verso pranzo inizieranno a subentrare i movimenti volatile tipici del pre-dato. Seguendo il dato ADP di ieri si potrebbe ipotizzare un rallentamento dell’occupazione USA, ma sarà realmente così?
Wall Street ha chiuso la sessione di ieri con l'ulteriore pressione di vendite sui titoli tecnologici che hanno trascinato l'S&P 500 al ribasso del -0.4% a 2878 punti, mentre i futures hanno già fatto segnare il minimo di giornata. I mercati asiatici sono stati contrastanti, col Nikkei -0,8% dopo che lo yen si è rafforzato. Mentre i mercati europei sono ancora nervosa, nel forex c’è poca direzionalità nelle valute del G4 (se non altro è possible osservare un lieve indebolimento del dollaro ), ma la sottoperformance dell'australiano continua. Nelle materie prime la leggera avversione al rischio sta aiutando l'oro a trovare ulteriore supporto, mentre il Future Petrolio Greggio WTI ha continuato a perdere terreno ed ora è in cerca di un supporto.
I libri paga non agricoli domineranno la giornata di oggi, la situazione occupazionale degli Stati Uniti per agosto sarà più chiara dopo le 14:30 e questo è ciò che si attende il mercato: 191.000 nuovi posti di lavoro dopo il sorprendente (negativamente) 157.000 del mese scorso ovvero circa 50.000 al di sotto del numero medio di posti di lavoro creati su base mensile per tutto il 2018 (che è 208.000). Attenzione quindi a potenziali revisioni al rialzo per il mese scorso. Poi attenzione al rapporto sui salari, con gli utili orari medi che dovrebbero crescere del + 0,2% sul mese così da confermare la crescita su base annua al + 2,7% (come lo era il mese scorso). Per la disoccupazione si prevede che continuerà a scendere verso la proiezione della Fed che fu fatta – pensate un po’ – a metà degli anni '90: ci si aspetta un calo al 3,8% rispetto al 3,9% del mese scorso. Interessante sarà anche la sottoccupazione dell'U6, che è scesa ai minimi pluriennali del 7,5% il mese scorso. Se anche il tasso di partecipazione alla forza lavoro rimarrà pari o al di sopra del 62,9% del mese scorso (in combinazione con salari positivi e calo della disoccupazione), ciò contribuirebbe a rafforzare una robusta relazione sui salari.