Nonostante il rimbalzo messo a segno nell'ultima ottava, al quale ha tentato di dare un seguito anche lunedì, il quadro grafico di Eni non entusiasma. I prezzi sono infatti scesi il 23 settembre sotto la linea di tendenza disegnata dai minimi di giugno dopo aver toccato il 20 settembre in area 18 euro il 61,8% di ritracciamento del ribasso dal massimo di inizio 2013, una resistenza che ha respinto in modo categorico le velleità dei rialzisti. Da notare che anche il picco dell'11 ottobre, a 17,55, si colloca a stretto contatto con una importante resistenza, la media mobile a 200 giorni, che nelle ultime settimane si e' dimostrata spesso al centro dell'azione dei prezzi. Il fatto di aver mancato la rottura di area 18, importante riferimento derivato dalla successione di Fibonacci, costringe a considerare probabile l'ipotesi che tutta la fase crescente dai minimi di giugno sia stata solo una correzione del precedente ribasso, ovvero una pausa temporanea della discesa che ora rischia di riprendere. Conferme in questo senso verrebbero al di sotto di area 17 euro, introduttive al test di 16,60 e successivamente 16,20. La violazione anche di questo supporto sarebbe un ulteriore segnale in favore della ripresa del trend ribassista di medio termine. Solo il deciso superamento dei 18 euro permetterebbe di accantonare i timori di una nuova fase ribassista in favore del test di 18,76, lato alto del gap ribassista del 20 maggio.