Market Brief
I mercati dei cambi hanno aperto la settimana in modo dimesso, con l’USD in lieve rialzo contro le valute G10 e dei mercati emergenti. Sui mercati azionari asiatici, le azioni cinesi hanno fatto registrare i guadagni più consistenti, il Composite di Shanghai ha guadagnato il 2,47%. L’Hang Seng e il Nikkei hanno guadagnato rispettivamente l’1,73% e lo 0,65%. I future sull’S&P 500 puntano a un’apertura in rialzo. Le valute legate alle materie prime (AUD, NZD, NOK e CAD) sono state sotto pressione dopo il calo di petrolio e oro. I timori persistenti, dovuti alla mancanza di una soluzione concreta per il salvataggio greco, fanno passare in primo piano i tori dell’USD. In Giappone, a febbraio la produzione industriale è crollata del -3,4% m/m rispetto al -1,9% previsto. Si è trattato di un calo generalizzato, che ha riguardato soprattutto le principali industrie esportatrici. Il brusco calo potrebbe essere stato causato da un calo della domanda cinese durante le festività del Nuovo Anno. L’USD/JPY rimane all’interno della fascia compresa fra 118,95 e 119,50.
In apertura l’USD/CNY è sceso a 6,21, con la quotazione ufficiale appena sopra questo livello. Il governatore della PBoC Zhou Xiaochuan ha assicurato i mercati, affermando che la gestione di un “atterraggio morbido” sarà la massima priorità. Il capo delle banche centrali cinesi ha detto che il tasso di crescita del paese è sceso troppo e che i banchieri hanno a disposizione molti strumenti per reagire alla situazione. Il governatore Zhou ha fatto accenno all’utilizzo di tassi d’interesse e misure di allentamento quantitativo. Ha fatto riferimento anche al calo dell’inflazione, affermando che “dobbiamo essere vigili e vedere se la tendenza disinflazionistica continuerà”. Per quanto riguarda il tasso di cambio, argomento che recentemente ha coinvolto molto i banchieri (si veda il Rapporto Settimanale), Zhou ha detto che la Cina quest’anno modificherà radicalmente le regole. Rimaniamo costruttivi sul CNY visto la massiccia potenza di fuoco della Cina. Il paese continuerà ad agire proattivamente, circostanza che porterà a una ripresa della crescita nel terzo trimestre del 2015.
Durante la seduta europea, l’attenzione sarà puntata sugli sviluppi che riguardano le riforme presentate dalla Grecia all’Eurogruppo. La Grecia sta finendo i soldi, quindi i negoziati saranno cruciali per il paese per evitare un cosiddetto “liquidity event” (lunedì prossimo scade il rimborso di un debito del FMI da 450 milioni di euro). I funzionari di entrambe le parti hanno dichiarato che i colloqui del fine-settimana sono stati positivi ma lenti. I creditori esigono che la Grecia attui le riforme prima che vengano sborsati fondi per il salvataggio pari a 7,0 miliardi di euro. La proposta di riforma più recente mira a mettere al centro del nuovo accordo una tassa patrimoniale (che dovrebbe permettere di raccogliere 2,5 dei 3 miliardi di euro necessari). Ciò nonostante, il nuovo piano di riforme greco finora non prevede modifiche alla legge sul lavoro e al sistema pensionistico, che sono essenziali per il programma di salvataggio definitivo. Rimaniamo ribassisti sull’EUR. La bocciatura dell’area di resistenza a 1,1098 suggerisce un test di 1,0570. L’indice spagnolo dei prezzi al consumo (HIPC) ha fornito una lieve svolta, attestandosi al -0,7 rispetto al -1,2% a/a del rilevamento precedente. A sorpresa, il Kof svizzero è salito a 90,8 punti rispetto al declino previsto, pari 89,1 punti (dato precedente rivisto a 90,3).
Negli Stati Uniti saranno diffusi i dati riferiti a spese e redditi personali, deflatore PCE e vendite di case in corso.
Peter Rosenstreich, Chief FX Analyst,
Swissquote Europe Ltd