Market Brief
Negli ultimi due giorni, l’EUR/USD ha avuto un andamento piatto, perché gli USA si preparavano alla festività del Ringraziamento.
Oggi i mercati USA saranno aperti ma la seduta sarà più breve del solito, Le crescenti incertezze sull’esito della prossima riunione della BCE, in programma il 3 dicembre, si riflettono comunque sul mercato dei derivati.
La volatilità implicita a una settimana per l’EUR/USD si è impennata a livelli visti l’ultima volta a luglio – quando la Grecia era nell’occhio del ciclone – in rialzo al 16% rispetto al 9,40% di mercoledì.
Sul mercato a pronti, secondo noi l’EUR/USD annasperà perché gli investitori risparmieranno le energie in vista dei due grossi eventi della prossima settimana (riunione della BCE; ISM, ADP e NFP negli USA).
In Giappone, a ottobre il tasso di disoccupazione è sceso ai minimi da vent’anni, al 3,1%, rispetto al 3,4% del mese precedente. Il dato solido dovrebbe dissuadere la BoJ dall’utilizzare un linguaggio più aggressivo, e la politica monetaria dovrebbe rimanere invariata. Ciò nonostante, il quadro non è così positivo, perché l’inflazione a ottobre è rimasta debole, nonostante l’ottimismo incrollabile di Kuroda.
L’inflazione primaria si è attestata allo 0,3% a/a, superando lo 0,2% previsto e lo 0,0% del rilevamento precedente. Il dato nazionale sull’IPC di fondo (cioè senza considerare i generi alimentari freschi) è rimasto invece al -0,1% m/m, in linea con le attese, mentre l’indicatore al netto di generi alimentari ed energia è sceso allo 0,7% dallo 0,9% di settembre, cifra inferiore all’atteso 0,8%.Lo yen giapponese si è rafforzato contro l’USD, la coppia USD/JPY è scivolata al minimo della fascia settimanale intorno a 122,30.
Sul fronte azionario, durante la seduta asiatica ci sono state pesanti vendite perché i dati deboli dal Giappone hanno pesato sull’umore degli investitori; inoltre, alcune società di brokeraggio sono finite sotto inchiesta perché sospettate di aver violato la normativa dei mercati mobiliari. In Giappone, il Nikkei ha ceduto lo 0,30% e il più ampio indice Topix lo 0,49%.
A Hong Kong, l’Hang Seng ha ridotto le perdite, chiudendo a -1,76%. I titoli quotati nella Cina continentale hanno subito le perdite maggiori durante la seduta asiatica, con gli indici compositi di Shanghai e Shenzhen in calo rispettivamente del 5,48% e del 6,09%.Infine, a Singapore la borsa ha ceduto l’1,20%, il Kospi sudcoreano ha perso un esiguo 0,08%.
Sul mercato dei cambi le valute legate alle materie prime hanno fatto registrare i cali più marcati, in scia alla flessione dei prezzi delle materie prime. L’Oro è a -0,33%, l’Argento a -0,97%, e il Gas naturale ha ceduto il 2,65%.
Anche i prezzi del Petrolio Greggio hanno subito forti pressioni a vendere, il West Texas Intermediate (WTI) è scivolato dell’1,88%, il suo Petrolio Brent del Mare del Nord ha ceduto un più modesto 0,81%.
Oggi gli operatori monitoreranno il rapporto sull’inflazione in Spagna; le vendite al dettaglio in Svezia; il tasso di disoccupazione in Norvegia; la fiducia dei consumatori in Italia; la crescita del PIL del terzo trimestre nel Regno Unito; la fiducia dei consumatori nell’Eurozona; il rapporto sull’inflazione di metà mese in Brasile; l’indice GfK sulla fiducia dei consumatori in Germania.
Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd