Rassegna giornaliera sul mercato forex, 23 settembre 2020
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management
Gli investitori hanno continuato a vendere euro questo mercoledì, facendo scendere la valuta al minimo da luglio. La più grande paura dell’Europa si sta materializzando con il numero dei casi che supera i 5 milioni. Come abbiamo indicato all’inizio della settimana, sono vicine restrizioni più severe. La Francia ha introdotto delle zone rosse e delle restrizioni sugli spostamenti, oltre alla riduzione degli orari di apertura dei bar e caffè nel tentativo di ridurre la diffusione del virus. Nessuno vuole tornare ai lockdown severi della scorsa primavera, ma anche delle misure più contenute peseranno sulla crescita. Stiamo già iniziando a vedere un rallentamento della ripresa, con l’attività del settore dei servizi in frenata in tutta l’area. L’attività manifatturiero è in salita, ma il miglioramento non è stato abbastanza forte da far salire gli indici compostiti di Germania, Francia e zona euro. L’indice PMI composito della zona euro è sceso a 50,1 da 51,9, e questo significa che l’economia della regione ha visto una stagnazione a settembre. E senza dubbio, questa seconda ondata porterà un rallentamento della ripresa.
All’inizio della settimana, quando il cambio EUR/USD era scambiato intorno a 1,18, avevamo detto che sarebbe potuto scendere fino a 1,15. Il ribasso di oggi rappresenta il quarto giorno consecutivo in calo e, dal punto di vista tecnico, c’è un supporto minore tra 1,1625 e 1,1650. Superato questo, sarà tutta discesa fino a 1,15. Il report IFO della Germania sarà rilasciato domani ed il calo degli indici PMI segnala un possibile peggioramento nel sentimento delle imprese.
Sebbene i problemi dell’Europa giochino un ruolo chiave nell’indebolimento della valuta, l’argomento principale continua ad essere la domanda di dollari USA. Le azioni sono scese dopo aver iniziato la giornata in territorio positivo e questa inversione ha fatto buttare gli investitori sul biglietto verde. Il dollaro è salito contro le principali controparti ad eccezione della sterlina. Gli indici PMI Markit sono stati misti, con l’attività manifatturiera in salita e l’attività dei servizi in calo, e questo ha causato un calo dell’indice composito. Il dollaro si è lasciato ispirare dagli interventi della Fed. Il Presidente della Fed Jerome Powell ha parlato nuovamente oggi, così come i presidenti Richard Clarida, Loretta Mester, Charles Evans ed Eric Rosengren. Le dichiarazioni di apertura di Powell sono state identiche a quelle di ieri, ma oggi ha aggiunto che la banca ha fatto in pratica tutto ciò era fattibile. Clarida si aspetta che la Fed tenga i tassi bassi per un po’, almeno finché l’inflazione non toccherà il 2% e la politica dovrebbe ambire ad un superamento moderato. Mester ha dichiarato che un’inflazione del 2,5% è una possibilità e questo vuol dire che i tassi potrebbero restare invariati finché i prezzi non saliranno. Rosengren teme una seconda ondata e si è detto meno ottimista rispetto agli altri colleghi della Fed in quanto, a suo avviso “saremmo fortunati” a vedere l’inflazione al 2% nei prossimi tre anni. Le colombe oggi si sono mosse a stormi ma il dollaro non ne è stato impressionato in quanto il biglietto verde segue l’andamento dei Titoli del Tesoro.
Le valute con le performance peggiori sono state il dollaro australiano e il dollaro neozelandese che sono scesi al minimo di un mese contro il biglietto verde. Non sono stati rilasciati dati economici specifici in Australia, ma essendo una valuta al rischio, gli investitori si sono dileguati dopo i nuovi problemi del paese con la Cina. La Reserve Bank of New Zealand ha lasciato i tassi invariati e si è detta pronta a fornire un ulteriore stimolo. Ciò che ci sta dicendo la banca centrale è che il fatto di aver sconfitto il COVID-19 non significa che ci sarà automaticamente una ripresa economica. Nel paese la disoccupazione è salita e molte aziende hanno dovuto chiudere. Il bilancio del rischio resta al ribasso e per questo motivo i tassi di interesse negativi e i fondi per le banche sono degli importanti strumenti per un maggiore stimolo. Intanto, le promesse del Primo Ministro canadese Justin Trudeau in merito ad azioni decisive per stimolare l’economia hanno contribuito a rallentare il calo del dollaro canadese.
La valuta migliore della giornata è stata la sterlina, che ha superato dati negativi su PMI dei servizi e manifatturieri. I nuovi casi aumentano ma la possibilità di un rinvio del commiato potrebbe sostenere la valuta.