🤼 AI vs Mercati: Un anno dal lancio, Che risultati ha fatto l' AI ProPicks nel 2024?Guarda cosa ti sei perso

Europa: quando il vento freddo soffia da Levante

Pubblicato 09.10.2024, 09:56
Aggiornato 12.03.2024, 12:10
PERP
-
PRTP
-
DGE
-
HG
-
CL
-
NKE
-
SFER
-
MONC
-
0ROY
-
Tra i due litiganti, il terzo gode, si suol dire. Ma sui mercati azionari, questo proverbio perde valore. Se Stati Uniti e Cina si confrontano su più fronti strategici per il primato globale, l’Europa si ritrova nel ruolo di spettatore vulnerabile, trascinata dalle oscillazioni delle due superpotenze. Come una foglia in balia del vento, il Vecchio Continente segue le correnti che soffiano dall’altraparte del mondo: quando le notizie americane sono positive, ne trae beneficio, ma basta un soffio di turbolenza, anche minimo, proveniente da Pechino per farla vacillare.

Ieri è stato uno di quei giorni: nonostante i segnali incoraggianti dall’economia statunitense (si veda non solo l'andamento di Wall Street, ma anche la revisione al rialzo del PIL per il Q3 da parte della Fed di Atlanta, passata dal +2,5% di inizio ottobre al +3,2% di ieri), le cattive notizie dalla Cina hanno trascinato giù i listini europei, mettendo in risalto la fragilità del blocco europeo.

L'Europa, d'altra parte, aveva persino sovraperformato Wall Street in passato nei momenti in cui la Cina riportava buone notizie, come l'annuncio di nuovi piani di stimolo economico. Tuttavia, ieri le nuove tensioni commerciali tra Bruxelles e Pechino hanno raggiunto nuovi apici, con sanzioni e ricorsi reciproci al WTO. Pechino è il secondo partner commerciale dell’UE per le merci, dopo gli Stati Uniti, con scambi bilaterali che nel 2023 hanno raggiunto i 739 miliardi di euro, rappresentando circa il 15% del mercato totale. Una relazione che, se da un lato offre opportunità, dall’altro lascia l’Europa esposta alle tensioni geopolitiche. Queste tensioni non fanno altro che aggravare la fragilità di un’Unione Europea già anemica e profondamente divisa al suo interno, come dimostrato dalla recente approvazione dei dazi sulle auto cinesi.

In un mercato azionario altamente dipendente, dapprima dalla liquidità e ora (sul mercato cinese) di supporti fiscali a sostegno della domanda, la conferenza stampa attentamente seguita della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (NDRC) della Cina, tenutasi martedì mattina, non è riuscita a impressionare gli investitori. Non è stato annunciato alcuno stimolo fiscale concreto, al di fuori di un piccolo importo di 100 miliardi di yuan per l'inizio del 2025. I decisori politici hanno affermato di essere fiduciosi di raggiungere pienamente gli obiettivi economici del 2024, riconoscendo la necessità di accelerare i progressi sulla spesa fiscale. Una retorica, quest’ultima incompatibile con l'idea di un bazooka di stimoli nel breve termine. Risultato: dal rally del +27% di Hong Kong (dal 24 settembre, ovvero dall’annuncio del pacchetto di stimoli della PBoC, al 7 ottobre) le ultime due sedute hanno visto arretrare di circa il 10%.



Detto questo, la riunione del Consiglio di Stato del 22 ottobre riserva ancora qualche possibilità di un pacchetto più ampio.

Lo scivolone cinese ha innescato un vero e proprio effetto domino sui mercati globali, colpendo in particolare le materie prime e i settori più esposti. Dal crollo del greggio a quello del rame e degli altri metalli industriali, le ripercussioni si sono diffuse rapidamente, trascinando al ribasso anche i titoli azionari legati a queste risorse. In Europa, la situazione è stata particolarmente pesante per il comparto del lusso: nomi di punta come Kering (EPA:PRTP), Burberry, Prada, LVMH, Dior, Ferragamo (BIT:SFER) e Moncler (BIT:MONC) hanno registrato perdite significative. A complicare ulteriormente il quadro, sono arrivati i nuovi dazi sul brandy imposti da Pechino, che hanno inflitto un ulteriore colpo a LVMH, già sotto pressione su due fronti — lusso e alcolici. Anche aziende storiche del settore come Rémy Cointreau e Pernod Ricard (EPA:PERP) hanno visto i loro titoli scivolare. Il comparto degli alcolici europei, già in affanno, ha proseguito la sua discesa: un paniere equiponderato di grandi nomi come Anheuser-Busch InBev, Diageo (LON:DGE), Heineken, Carlsberg, Campari (LON:0ROY) e Rémy Cointreau ha perso circa il 17% da inizio anno, mentre l’indice europeo Stoxx 600 ha segnato un incremento del +8%.

Negli Stati Uniti, gli “spiriti animali” degli investitori sono tornati a riscaldare il mercato azionario, nonostante la prospettiva di tassi di interesse elevati più a lungo abbia causato un inizio di settimana difficile. Ieri, a guidare il rialzo sono stati i settori della tecnologia e dei beni di consumo discrezionali, mentre i titoli difensivi hanno perso terreno e il settore energetico ha continuato a cedere sotto la pressione del calo dei prezzi del petrolio.

Nvidia continua a essere il nome caldo del momento: ieri il titolo è salito del 4,1%, aggiungendo circa 127 miliardi di dollari di capitalizzazione (più dell’intero valore di mercato di Nike (NYSE:NKE)). La spinta è arrivata dapprima dall’evento della società, di lunedì, mentre ieri ad offrire ulteriore slancio ci ha pensato il suo partner taiwanese Hon Hai (meglio noto come Foxconn) il quale ha annunciato che sta pianificando di costruire il più grande impianto al mondo per la produzione di componenti chiave della piattaforma informatica di Nvidia. La stessa Foxconn ha confermato a Bloomberg di stare aumentando la capacità produttiva per rispondere a quella che ha definito una domanda “folle” per i chip Blackwell AI.
Nvidia, che è il secondo titolo più detenuto su eToro, ha visto un rialzo di quasi il 170% da inizio anno e, secondo gli analisti, potrebbe avere ancora spazio per correre. A livello tecnico, due configurazioni chiave confermano il sentiment positivo: la rottura del triangolo e l’attivazione di un testa e spalle rovesciato, entrambe indicazioni che suggeriscono un ulteriore potenziale di crescita, specialmente se accompagnate da un aumento dei volumi di scambio. In breve, la direzione attuale sembra puntare ai massimi di giugno.

 

Ieri, a salvare Wall Street dallo Scilla e Cariddi rappresentato dalle turbolenze tra Cina ed Europa, sono state soprattutto le sue Big, permettendo all’S&P 500 di sovraperformare l’indice equiponderato (anche se quest’ultimo è comunque riuscito a chiudere in positivo). I rendimenti obbligazionari hanno finalmente messo in pausa la loro corsa al rialzo, ma il sollievo non è bastato a sostenere i settori più vulnerabili. Utility e Real Estate hanno registrato un’altra giornata di sottoperformance, penalizzati dalle preoccupazioni di lungo termine sull’evoluzione dei tassi d’interesse. Al contrario, banche e tecnologia hanno brillato, garantendo un equilibrio tra settori value e growth e permettendo così al mercato di mantenere un profilo stabile.

Oggi, i riflettori degli investitori saranno puntati sulle minute della Fed, che potrebbero offrire qualche indizio sulla futura direzione dei tassi di interesse. I mercati si interrogano su quanti tagli aspettarsi nel 2024, ma l’incertezza resta alta. E non finisce qui: dopo il focus di oggi, l’attenzione si sposterà sul dato dell’inflazione al consumo di domani, sulla stagione delle trimestrali e sul prossimo meeting della Fed a novembre, il tutto in un contesto reso ancora più incerto dalle prossime elezioni presidenziali americane.
Come disse il celebre economista Benjamin Graham: “Il mercato è una macchina per votare nel breve periodo, ma una bilancia nel lungo termine.” Un’affermazione che oggi risuona più che mai, con gli investitori chiamati a bilanciare aspettative di breve e strategie di lungo termine.
 
Gabriel Debach
eToro Italian Market Analyst
 
Disclaimer: Questa comunicazione è solo a scopo informativo ed educativo e non deve essere considerata come consulenza di investimento, raccomandazione personale o offerta, né sollecitazione all'acquisto o alla vendita di strumenti finanziari. Questo materiale è stato preparato senza tenere conto degli obiettivi di investimento o della situazione finanziaria di un particolare destinatario e non è stato redatto in conformità ai requisiti legali e normativi per promuovere una ricerca indipendente. Qualsiasi riferimento alla performance passata o futura di uno strumento finanziario, indice o prodotto di investimento confezionato non è, e non deve essere considerato, un indicatore affidabile dei risultati futuri. eToro non rilascia alcuna dichiarazione e non assume alcuna responsabilità in merito all'accuratezza o completezza del contenuto di questa pubblicazione.

Ultimi commenti

Prossimo articolo in arrivo...
Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.