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Ftse Mib: la linea del Piave

Pubblicato 14.01.2019, 09:37
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E' ormai trascorso un semestre da quando il calcolo delle probabilità “suggeriva” una discesa del nostro indice principale fino a 17.800 punti.

Il 27 Dicembre si sono toccati i 17.914 e da li si è innescata una reazione culminata il 4 Gennaio con un poderoso +3,37% che ha susseguentemente riportato la quotazione a 19.385 punti (massimo di venerdì scorso)

Nonostante la stretta vicinanza con il target ribassista purtroppo, tecnicamente ed anche se per una manciata di punti, l’obiettivo non è da considerarsi ancora raggiunto. Pertanto, come rammentavo anche nella mia ultima analisi, ci sarebbe da prestare molta attenzione a facili entusiasmi qualora il FTSE MIB si riportasse anche fino in area 20.500 (ora pox salite al 50% e al 40% quelle di poterla superare) ma che al 90% lo dovrebbero ricondurre, comunque e come minimo, almeno al target non ancora centrato.

Pertanto, con la tenuta di area 18800, se si potrebbe tentare di cavalcare un’ eventuale ulteriore fase rialzista con target a step:

1) area 20500
2) fascia 21100-21500 (pox 40% di arrivo e 20% di superarla)
3) l’ampia fascia 22000-22600 - SEGNALE LONG - (pox 20% di arrivo e 5% di superarla)

Non bisognerebbe dimenticare che siamo comunque sempre in una pericolosa fase ribassista (seppur sul decennale siamo in fase lateral-rialzista con i 17.800 circa che corrispondono proprio alla dinamica partita dai minimi del 2012).

Grafico FTSE-MIB

Facendo delle considerazioni sul futuro triennio invece (2019-2021), nonostante le “previsioni” di lungo periodo siano molto meno affidabili di quelle a breve, AL MOMENTO e a malincuore devo constatare che all’80% e per la stragrande maggioranza dei titoli nei prossimi anni sarà davvero difficile oltrepassare i prezzi massimi registratisi ad inizio 2018.

Per quale motivo? A livello macro-economico gli aspetti negativi certo non mancano (come citato anche nel mio ultimo articolo: basse stime di crescita, scontro Trump-Xi Jinping, problemi del settore bancario italiano e debito sovrano); ma a “certificare” ulteriormente i dubbi relativi ad un’ eventuale ripresa sono quelli che vengono denominati i “poteri forti”.

Se infatti prendessimo in esame il sentiment dei grandi fondi noteremmo che le loro stime a riguardo non sono incoraggianti e, per esempio, BlackRock nel suo ultimo “outlook” datato 10 Dicembre 2018 prevede che le pox di recessione negli USA saliranno al 38% entro il 2020 e ben al 54% entro il 2021 (vedi grafico) mentre per il 2019 le strategie per i mercati Europei e debiti sovrani sono “underweight” (vedi grafico).

BlackRock Outlook

E così mi sono tornate alla mente le gesta eroiche dei nostri valorosi alpini (e non solo) che nel 1918, quando tutto e tutti li davano “pronti alla disfatta”, riuscirono invece non solo a respingere i devastanti attacchi del nemico ma presero poi l’iniziativa ribaltando la situazione.

Se per loro la linea del Piave rappresentò il punto del “non ritorno”, per i Tori del FTSE-MIB tale linea è rappresentata invece da area 12500 punti (minimi 12332 del 2009 e 12295 del 2012) con un ultimo avamposto situato nell’ampia fascia 16000-15000 punti.

Al contrario di quanto accadde allora però, le attuali linee dei Tori sembrano molto più salde (già i 15000 –ora 35% pox di andare sotto-) da poter ribattere colpo su colpo e con maggior “tranquillità” le avanzate degli Orsi

Presumo infatti che nonostante qualsivoglia recessione sia difficile cedere l’avamposto e del tutto improbabile (adesso 5% pox) perdere la linea del “non ritorno”. Questo potrebbe accadere solo in caso di eventi negativi eccezionali come per esempio un default programmato dell’ Italia. In tal caso, per un evento che “cambierebbe la storia”, le ripercussioni per l’ EU intera sarebbero difficilissime da quantificare e i punti d’arrivo impronosticabili

Ma proprio per questo, a meno che i “Generali (MI:GASI) dell’EU” non decidano per un’ Europa concepita diversamente dall’attuale, le armi a disposizione per porre freno a quello che potrebbe diventare un susseguirsi di “Caporetto” certamente non mancherebbero

In conclusione, parlando dei “Berretti Verdi”. Chi ha avuto la pazienza di attendere “tempi migliori” (17800 –anche se, ribadisco, target non raggiunto) si è trovato e/o si trova ora con parecchie quotazioni ipoteticamente allettanti (tecnicamente) e certamente invitanti (fondamentali). Il “consiglio” tuttavia e vista la situazione, per aprire CAUTAMENTE posizioni Long Multiday o “tipo cassettista”, rimane quello di continuare l’attesa ed aspettare:

1) il raggiungimento di area-fascia 16000-15000 (65% pox)
2) la conferma della tenuta di area 18800 per tentare di seguire la reazione iniziata un paio di settimana fa
3) il superamento di area 22600 (5% pox)

Ultimo pensiero. 2 titoli difensivi che potrebbero regalare comunque delle soddisfazioni:

A2A (MI:A2) target price area-fascia 2.40-2.50
Entrata ai prezzi attuali (1,57 circa) con SL a 1,52 oppure a 1,34 (tassativo); altrimenti attendere la rottura confermata di 1,75

RECORDATI (MI:RECI) target price area 40.00 (ed eventuale superamento massimi storici)
Entrata ai prezzi attuali (29,50 circa) con SL tassativo a 26,50

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