Nell’ultima uscita ufficiale della Bce, Madame Lagarde sfoggiava una stupenda spilla d’oro. Non falco, non colomba: un gufo, animale riflessivo, saggio, questo nei paesi nordici, da noi un porta.. sfortuna. In politica monetaria per falchi si indicano gli economisti critici verso manovre espansive che si contrappongono alle colombe.
Ci hanno sempre insegnato a non guardare alla forma ma alla sostanza. Scusate il gioco di parole ma la sostanza qui è l’oro. Se Madame Lagarde si sia comprata la spilla da sola o gliel'abbiamo regalata, non lo so. Una cosa è certa, difficilmente perderà di valore.
Nel suo intervento, la presidentessa della Bce ha ribadito che il Quantitative easing, il programma di riacquisto di bond da parte della banca centrale, proseguirà. Anzi, chi è in grado di interpretare meglio di me le sue parole, ha tradotto che la Bce è pronta a passare al Qe infinito: continue iniezioni di liquidità, se necessarie. Un annuncio simile era arrivato due anni fa anche dalla Banca del Giappone. La Banca cinese, addirittura starebbe studiando di emettere bond senza scadenza. Per restare a Pechino, la prima mossa della Banca del Popolo contro il coronavirus è stata quella di stampare nuova moneta.
Per tornare ai modelli classici di economia, ci hanno sempre insegnato che l’oro è il bene di rifugio per eccellenza, che il suo valore sale quando le Borse scendono, che serve a mettere al riparo i nostri investimenti dall’inflazione. Eppure le Borse sono ai massimi, l’inflazione ai minimi mentre l’oro corre senza sosta. Ad eccezione del dollaro, il metallo giallo, in euro, yen ecc è sui massimi di sempre. E’ ancora una questione non di forma ma di sostanza.
L’oro nel mondo è una quantità quasi finita, la quantità estratta diminuisce di anno in anno. Al contrario la quantità di moneta, ovvero l’unico termine di paragone per misurarne il valore, continua ad aumentare. Le banche centrali di tutto il mondo, con l’inflazione ai minimi, si sentono quasi in dovere a stampare moneta, per centrare l’obiettivo di un’inflazione “vicina” al 2%. Siamo arrivati come aggregato M2, quello che viene definito l’aggregato più vicino alla moneta, a 80 trilioni di dollari in tutto il mondo, erano circa 60 a fine 2013. Il rapporto tra quantità di moneta e valore totale dell’oro al mondo (in circolazione e ancora da estrarre, quest’ultimo è una stima) oggi è pari a 6,75 volte, solo 4 anni fa era il 20% più basso, come a dire che per rispecchiare questo rapporto l’oro dovrebbe salire di un altro 20%.
Il grafico mostra con la linea gialla la quantità di moneta globale M2 e l’andamento del prezzo dell’oro in dollari:

Inoltre, ad ogni tensione, le ultime le bombe in Iran e poi il coronavirus, gli investitori cercano rifugio nell’oro.
Da qualche settimana Citigroup è arrivata sul mercato con un certificate con sottostante il metallo giallo, aumentandone addirittura la protezione rispetto l’investimento diretto o tramite etc. In particolare il certificate con Isin XS1273323805 offre una protezione totale dell’investimento e la possibilità di replicare la performance dell’oro fino al +30%. Oltre quel rialzo, l’investitore a scadenza, riceverà il capitale investito più un guadagno del 5%. La durata è di cinque anni e la valuta è il dollaro (vi è dunque un rischio o beneficio legato all’esposizione verso una valuta differente dall’euro).
Vediamo come funziona il certificate:
Il taglio minimo dell’investimento è 2.000 dollari, sottolineo 2.000 perchè in genere si è abituati a investire in certificate con tagli minimi dai 100 ai 1000. In questo caso, inoltre, parliamo di dollari. Il livello iniziale è stato fissato a $1.557,6 l’oncia e la barriera, chiamiamola di massimo guadagno, a $2.024,88 (+30% dal livello iniziale). Oggi l’oro quota 1.579 dollari un timido +1,4% dal livello iniziale.
A scadenza (21 gennaio 2025 è la data di valutazione finale) avremo tre scenari. Con l’oro sotto ai $1.557,6 il certificate verrà rimborsato a 2000 dollari, pari al capitale investito (ho sempre un rischio o un vantaggio legato al cambio).
Con una performance dell’oro tra 0 e il +30%, il valore di rimborso del certificate rispecchierà l’andamento del metallo giallo. Se ad esempio l’oro, nei 5 anni si è apprezzato del 20% (senza mai superare la barriera continua valida a chiusura di giornata) il rimborso a scadenza sarà pari al capitale + la performance in questo caso del 20%, 2400 dollari.
Se, invece, durante la vita del certificate l’oro è volato oltre la soglia dei $2.024,88 allora il certificate verrà ritirato a scadenza a 2100 dollari (+5%). La barriera è continua verificata a fine giornata.
Quali sono i punti di forza e di debolezza di questo certificate? Sicuramente il nuovo certificate di Citigroup offre un'elevata protezione: investimento in oro da un lato + capitale totalmente protetto un mix interessante per chi ha della liquidità o cerca protezione e non teme o anzi crede nel rialzo del dollaro diversificando la propria valuta.
A guardare il pelo nell’uovo, il punto di debolezza potrebbe essere la durata. Se in breve tempo l’oro dovesse apprezzarsi, il certificate non tratterà immediatamente 2100 dollari perché incorporerà il fattore tempo, dunque bisognerà attendere per vedere il certificate apprezzarsi ma rimane fisso il prezzo di rimborso finale. Inoltre a fronte di un rialzo dell’oro del 20%, non bisogna aspettarsi che il certificate quoti subito a 2.400 dollari, perchè nei certificate gioca sempre il fattore tempo, più sale l’oro più aumentano le possibilità di toccare la barriera congelando il guadagno al 5% in cinque anni. Quindi più è lontana la scadenza più la possibilità di toccare la barriera di massimo guadagno rimane.
Il 5% i cinque anni in dollari non è poco, l’alternativa è un Treasury a 5 anni che oggi rende lo 0,388% in più l’anno con un rating tripla A per S&P. Citigroup, l’emittente, gode di un giudizio molto solido A+ da S&P, A da Fitch e A1 da Moody’s. Il treasury dunque rende qualcosa in più ma non offre alcuna possibilità di rialzo maggiore, al contrario il rendimento del certificate può arrivare fino al 6% annuo. Non è poco vista la protezione totale sul capitale.
Come sempre è una questione di rischio rendimento, il livello di rischio indicato dal Kid è tra i minori nel campo dei certificate: 2 su una scala da 1 a 7.
E’ un investimento studiato per chi cerca protezione, o vuole investire parte della liquidità in portafoglio. Per ogni investimento leggere sempre il Kid e il prospetto informativo
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