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Fed: i policymaker confermano l’inflazione e fanno i conti con i problemi etici

Pubblicato 25.10.2021, 16:04
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Due cose stanno andando davvero male per le speranze del Presidente della Federal Reserve Jerome Powell di essere riconfermato. Innanzitutto, l’inflazione sta schizzando e non mostra segni di cedimento, mentre le navi container affollano il porto di Los Angeles; neanche lavorare giorno e notte sistemerà la questione delle filiere.

Powell ha affermato per mesi che l’inflazione sarebbe stata transitoria e che i problemi delle filiere erano solo una piccola battuta d’arresto, ma ora gli investitori stanno cominciando a rendersi conto che l’inflazione relativamente alta persisterà anche l’anno prossimo e che le aspettative potrebbero andare alla deriva. Inoltre, il dibattito etico sul trading di obbligazioni da parte di importanti funzionari della Fed ha dimostrato di avere conseguenze. Due presidenti di banche regionali Fed hanno dovuto licenziarsi e ora sono in discussione anche le vendite di fondi da parte del vice Presidente Richard Clarida, e persino del presidente Powell, soprattutto dato il loro tempismo.

Scuse patetiche; vuoto di comando?

Clarida ha spostato milioni da fondi di bond a fondi azionari nel febbraio 2020, proprio quando la Fed stava cominciando il massiccio stimolo monetario che aveva supportato i prezzi dell’azionario. La Fed ha dichiarato che si trattava di una mossa di ribilanciamento pre-programmata. La scorsa settimana è emerso che Powell ha svenduto milioni da un fondo di indici azionari nell’ottobre 2020, un mese durante il quale le azioni hanno perso il 6% del loro valore. La Fed ha dichiarato che Powell aveva venduto le azioni del fondo perché aveva bisogno di coprire spese familiari.

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Queste scuse sembrano un po’ patetiche, dal momento che ci affidiamo a queste persone per gestire gli oltre 8 mila miliardi di dollari di bilancio della Fed.

Powell ha annunciato nuove restrizioni la scorsa settimana, proibendo ai principali funzionari della Fed di acquistare singoli titoli o possedere singoli bond, e chiedendo un avviso di 45 giorni su tutti gli investimenti, da tenere per almeno un anno. Per molti commentatori queste restrizioni non sono sufficienti, sebbene sia difficile immaginare quali norme dovrebbero applicarsi ai policymaker che generalmente possiedono asset importanti.

Gli analisti suggeriscono che il ritardo del Presidente Joe Biden nel decidere il nome del successore ha creato un vuoto di comando nella banca centrale statunitense, proprio quando gli investitori sperano in un intervento deciso. La Fed quasi sicuramente procederà col piano di cominciare a ridurre gli acquisti di asset di 15 miliardi di dollari al mese a novembre, ma questa misura sembra fiacca a fronte del rapido aumento dell’inflazione.

Powell potrebbe ancora ottenere il secondo mandato ma, a torto o a ragione, comincia a sembrare irrecuperabile.

Inoltre, il ritardo di Biden gli sta impedendo di avere quello slancio che avrebbe potuto ottenere dall’aver dato la sua impronta alla Fed. Sicuramente il Presidente è alle prese con il Congresso per ottenere il supporto alla sua proposta di stimolo, ma il bisogno di una leadership forte alla Fed è aumentato nelle ultime settimane.

Il libro Beige della Fed, che comprende gli aneddoti dalle banche regionali in vista dei vertici del Federal Open Market Committee, la scorsa settimana ha riportato quanto i bonus di assunzione e gli stipendi più alti per reclutare e mantenere i dipendenti, oltre all’aumento dei costi di trasporto ed il persistere delle carenze, stiano contribuendo a spingere i prezzi.

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I mobili sono rimasti molto richiesti in numerosi distretti della Fed. La Fed di Boston ha riportato che un distributore di mobili ha alzato i prezzi del 30%, mentre i produttori nel distretto hanno affrontato aumenti dei costi di produzione tra il 10% ed il 30%, con un conseguente forte aumento dei prezzi. Il libro Beige indica pressioni sui prezzi ormai da mesi, ma gli economisti della Fed sono rimasti fedeli ai loro modelli secondo i quali si tratta di aumenti transitori. È difficile ignorare le prove man mano che aumentano.

Powell venerdì ha ribadito ancora una volta che non è il momento di alzare i tassi di interesse, anche se ha ammesso, durante una conferenza virtuale della Banca dei Regolamenti Internazionali e della Reserve Bank del Sud Africa, che le pressioni inflazionarie dureranno più del previsto.

Ma ha detto che “l’ipotesi più probabile” è ancora quella di un calo dell’inflazione il prossimo anno, pur annunciando che la Fed è pronta ad agire se non dovesse essere così.

Randal Quarles, il cui mandato da vice presidente per la supervisione è scaduto all’inizio del mese, ma che resta nel consiglio dei governatori, ha reso commenti simili mercoledì, mentre Christopher Waller, nuovo membro del consiglio, ha dichiarato che “una risposta più aggressiva” del tapering potrebbe arrivare il prossimo anno se l’inflazione dovesse restare alta fino a fine anno.

 

 

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