Crollo o correzione dei mercati? In ogni caso, ecco cosa fare adessoVedi i sopravvalutati

Finalmente un accordo sulla Grecia? – Tasso Selic

Pubblicato 03.06.2015, 13:13
Aggiornato 07.03.2022, 11:10
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Nel primo trimestre, l’economia australiana è cresciuta dello 0,9% rispetto al quarto trimestre del 2014. Anche se la cifra ha superato le previsioni del mercato, rimaniamo ribassisti sull’AUD perché i dettagli sottostanti sono deboli. Nei primi tre mesi dell’anno, infatti, la domanda interna è stata piatta e i consumi si sono contratti del -1,2% (dato destagionalizzato). La cifra positiva è dovuta soprattutto alle esportazioni nette, e ciò dimostra che la svalutazione competitiva sicuramente aiuta. Inoltre, la formazione di capitale totale, utilizzata come indicatore degli investimenti totali, è calata del -3,2%. Nel complesso, questi dati confermano il nostro giudizio ribassista sull’AUD/USD, il che fa aumentare le probabilità di nuovi tagli del tasso da parte della banca centrale australiana (RBA). Adottando un’impostazione prudente, se la crescita non accelererà in modo significativo negli USA, il rally del dollaro potrebbe non ripartire e ciò consentirebbe all’AUD di rafforzarsi contro il biglietto verde, e quindi la RBA sarebbe costretta a intervenire per mantenere l’AUD debole. Nell’ultimo comunicato, Glenn Stevens ha sostenuto che “un ulteriore deprezzamento appare sia probabile sia necessario, soprattutto alla luce del consistente calo dei prezzi delle materie prime”. L’AUD/USD sta testando la resistenza costituita dal 38,2% del livello di Fibonacci (sul calo in atto da metà maggio a giugno), a quota 0,7814. Per il medio periodo, rivediamo il nostro obiettivo, fissandolo a 0,76 USD.

Decisione sul tasso del comitato di politica monetaria

In America Latina, il real brasiliano (BRL) sta approfittando delle difficoltà del dollaro americano dovute al ritardo nella ripresa economica, dei dati economici migliori delle attese e dei grandi progressi nel processo di approvazione delle tanto necessarie misure di austerità (la produzione industriale di aprile si è attestata al -7,6% a/a a fronte del -8,1% previsto e il PIL del primo trimestre al -1,6% a/a rispetto al -1,8%) per trascinare a 3,1323 l’USD/BRL dal 3,20 del giorno precedente. Anche la BCB sostiene il BRL, perché i partecipanti al mercato prevedono un rialzo del tasso di 50 punti base, quindi il Selic salirebbe al 13,75%. Oggi il comitato di politica monetaria annuncerà la sua decisione sul tasso. Il rapporto sul lavoro (ADP) e il dato NFP di venerdì negli USA genereranno volatilità sul mercato dei cambi e potrebbero cancellare i recenti guadagni del BRL.

La Grecia minaccia di non pagare l’FMI (di Yann Quelenn)

Ieri sera la Grecia ha presentato ai suoi creditori una proposta di 47 pagine in cui il governo greco sostiene che sono stati accettati dei compromessi. La Grecia ora chiede che si arrivi a un accordo, ma ha fatto nuove pressioni dicendo che non rimborserà al FMI il prossimo pagamento, in scadenza questa settimana, se non si raggiungerà un accordo entro venerdì o lunedì. A nostro avviso, sbloccare ripetutamente fondi non rappresenta una soluzione accettabile nel lungo periodo. Il problema rimane: la debole crescita della Grecia renderà impossibile il rimborso del suo debito enorme. La verità è che già tre anni fa la Grecia avrebbe dovuto fare default, anche se oggi i creditori fanno finta di giocare la carta del “prendi o lascia”. Sappiamo che la credibilità della BCE è più importante che lasciare che la Grecia faccia default. Secondo noi, un default della Grecia non porterebbe necessariamente a un’uscita dell’Eurozona ma altererebbe sensibilmente l’autorità della BCE.

Le incertezze sulla Grecia pesano sicuramente sulle borse mondiali, perché al momento sembra impossibile prevedere le conseguenze di un’uscita della Grecia (Grexit). Sebbene i dati deboli dagli USA abbiano incoraggiato gli orsi dell’USD, prevediamo che la realtà della crisi greca peserà sull’EUR e costringerà a una fuga verso i rifugi sicuri. Il complesso USD otterrà una trazione positiva dalle apprensioni in Europa, come pure dalla ripresa che prevediamo emergerà dai dati economici di questa settimana (a partire dal rapporto sulle buste paga di venerdì).

The Risk Today

Yann Quelenn

EURUSD L’EUR/USD ha infranto la resistenza a 1,1006 e si consolida attualmente al di sotto della resistenza oraria a 1,1217 (massimo 19/05/2015). Il supporto è dato a 1,0868 (minimo 28/05/2015), mentre il supporto più alto può essere trovato a 1,0820 (minimo 27/04/2015). In una prospettiva di lungo termine, il triangolo simmetrico dal 2010 al 2014 favorisce un’ulteriore debolezza verso la parità. Di conseguenza, riteniamo che il recente movimento laterale costituisca una pausa all’interno di un trend discendente di fondo. Supporti chiave possono essere trovati a 1,0504 (minimo 21/03/2003) e a 1,0000 (supporto psicologico). Una violazione al rialzo darebbe adito a un test della resistenza a 1,1534 (massimo di reazione 03/02/2015).

GBPUSD La coppia GBP/USD ha infranto il limite superiore del canale discendente. La resistenza oraria può ancora essere trovata a 1,5437 (massimo 27/05/2015) e il supporto è dato a 1,5171 (minimo 01/06/2015). Il supporto più forte è dato dal canale discendente a circa 1,5089 (minimo 05/05/2015). A più lungo termine, la struttura tecnica si presenta come un fondo di recupero il cui massimo potenziale di rialzo è dato dalla robusta resistenza a 1,6189 (Entrancement Fino al 61%).

USDJPY L’USD/JPY ha recuperato sul livello a 125. Continuiamo a puntare la resistenza a 125,69 (massimo 12/06/2002) e consideriamo che la coppia sia ancora fortemente rialzista, pertanto restiamo ampiamente al di sopra della MM a 200 giorni. Un supporto orario viene dato a 122,78 (minimo 27/05/2015). La resistenza chiave si trova a 135,15 (massimo 14 anni). Viene favorita una propensione rialzista sul lungo termine finché reggerà il robusto supporto a 115,57 (minimo 16/12/2014). Si prevede una graduale ascesa verso la resistenza fondamentale a 135,15 (massimo 01/02/2002). Un supporto chiave si trova a 118,18 (minimo 16/02/2015).

USDCHF L’USD/CHF è ancora scambiato tra la resistenza a 0,9573 (massimo 29/05/2015) e il supporto a 0,9287 (minimo 22/05/2015). Il supporto più robusto si trova a 0,9072 (minimo 07/05/2015). Nel breve termine, la coppia attualmente manca di slancio, ma nell’arco delle prossime settimane rimaniamo ribassisti. A lungo termine, non vi è alcun segnale che lasci intendere la fine dell’attuale tendenza ribassista. Dopo la mancata violazione oltre 0,9448, si ripristina il trend rialzista. Di conseguenza, l'attuale debolezza è vista come un movimento in controtendenza. Il supporto chiave si trova a 0,8986 (minimo 30/01/2015).

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