Innanzitutto, oggi 8 marzo e festa della Donna, vorrei inviare un mazzo di fiori virtuale e un grande abbraccio a tutte loro.
Tornando a noi, vorrei iniziare questo lungo articolo con delle considerazioni, non tanto riguardanti direttamente i mercati, ma relative a noi stessi, a quell’ “Ognuno di Noi” assetato di potere e successo, anche se spesso ridotto ad essere considerato solo e semplicemente un numero (che abbia successo o meno).
Avrei potuto, o potrei, avviare il discorso parlando di cosa sta succedendo in Ucraina (ma quando si parla di una guerra (sempre orribile) ergersi a giudice della verità e della ragione è impossibile, e sarebbe assolutamente inappropriato. Tutti vogliono un colpevole, ma il colpevole chi è? La Russia che invade o gli USA che minacciano? Quanto può essere devastante la risposta di chi si sente minacciato o quanto pazzo potrebbe essere chi invade senza esserlo?
Io, come sempre, non ho le risposte a questi quesiti ma, quale amante della “filosofia” penso che la storia ci abbia insegnato, grazie alle testimonianze dei nostri nonni e/o genitori, quanto mostruosa e atroce una guerra possa essere. Il problema è che quei racconti sono stati tramandati invano (e non c’era bisogno di una guerra per accorgersene). E allora non è che magari i colpevoli siamo proprio tutti noi, “quell’Ognuno di Noi”?
Ovviamente la sete di potere è insita nel genere umano e risale alle nostre origini; ma poi gli antichi Greci “coniarono” una parola che avrebbe dovuto mettere, se non fine, almeno un grande freno a questo: la democrazia.
Ma da 45 anni a questa parte, purtroppo, invece di godere del periodo di pace e di benessere più duraturo dalla storia dei tempi (quasi un secolo), abbiamo stravolto tutto ciò che c’era da stravolgere insegnando tutto quello che forse da insegnare non era (ma recuperare è sfortunatamente inimmaginabile). E quindi quale democrazia? Abbiamo concesso sempre più potere nelle mani di pochi (dai centri commerciali alle multinazionali che interagiscono con Comuni e Governi) ed abbiamo privatizzato, colonizzando, in nome della riduzione dei costi dello Stato e di una maggiore efficienza di gestione!! Abbiamo privatizzato tutto (compreso sanità, aeroporti ed autostrade) mettendo il Profitto ad illuminare il nostro cammino!! E quell’Ognuno di Noi, chi assorto nella propria quotidianità e chi dai propri sogni di potere, è stato al gioco (o il gioco non l’ha ben compreso). E allora di cosa ci scandalizziamo?
Ma quel che davvero ancora mancava, sembrava ormai defunto dall’Aprile 2021, è il ritorno in auge del trio Agnelli, Pérez, Laporta che in attesa del verdetto della Corte di Giustizia UE hanno rilanciato il progetto Superlega. Ma perché avremmo bisogno di questa brillante innovazione? Qui non ho dubbi e la mia risposta è secca e decisa: per la sete di potere e di profitto desiderosa di conquistare più Numeri-Adepti possibili nel futuro gioco del calcio e nella sua Popolazione!!
Secondo le loro tesi l’UEFA (in questo caso potremmo paragonarla ad un ipotetico Governo EU qualora, per esempio, detenesse il 100% della rete autostradale) è in una situazione di monopolio. Io credo invece si possa definire, con tutti i suoi difetti, un’ Istituzione che garantisce che il Lecco, il Gubbio o il Potenza (anche se magari fra 100 anni) un giorno possano accedere alla Champions League secondo meriti sportivi e non di presunto potere-prestigio sportivo (al di là delle capacità economiche della proprietà). Come il Governo EU, con plurarità di partiti, potrebbe garantire, volendo, una perfetta manutenzione e pedaggi equi o gratuiti non dovendo sottomettersi a leggi di bilancio (al contrario dei privati).
Il Presidente madridista ha definito la Superlega un progetto di libertà. Una libertà tale che come Socio Fondatore gli darebbe il diritto di ricevere vantaggi economici anche se il Real Madrid non la giocasse!! Con questo criterio però, applicato alla vita di tutti i giorni, non torniamo forse ed invece al concetto di totalitarismo; nazista, fascista o sovietico che sia? Un partito unico (newco) ad indottrinare e gestire la popolazione calcistica, un leader (Presidente), una ristretta oligarchia di vertice (soci fondatori) con l’inesistenza di limiti al potere centrale e, chissà, con “repressione” per eventuali futuri dissidenti. Ciò detto, non mi spaventa certo un calcio diverso, ma sono le idee ed i pensieri degli uomini che vogliono guidarci a farlo.
E se l’UEFA uscirà “perdente” dal processo, allora questo potrà valere per tutte: la AFC (Asia), la CAF (Africa), la CONCACAF (Nord e Centro America), la CONMEBOL (Sud America), la OFC (Oceania), e perché no, anche la FIFA. E che faremo? Perché non giocare un Mondiale all’anno con 8 squadre? Con questo criterio, a che serve guardare un Togo-Francia, Sud Africa-Slovenia o Iran-Angola? Non basterebbero forse solo le prestigiose Italia, Francia, Germania, Olanda, Spagna, Argentina, Brasile e Uruguay per vedere partite appassionanti e per accaparrarsi la maggior parte degli introiti? Ma questo presumo non possa mai accadere. Per quale motivo? Perché nessuno (o casi rarissimi) tiferebbe mai per un’altra Nazione, mentre un Iraniano potrebbe tifare Manchester United o un Italiano per il Paris Saint Germain.
Tornando invece a quanto sta accadendo in Ucraina i veri drammatici pericoli potrebbero essere due:
1) Putin, molto probabilmente, non si dichiarerà mai perdente. Di conseguenza, perdurando la situazione di guerra e messo alle strette, potrebbe davvero contro-reagire in modo totalmente insensato provocando quello che nessuno di noi auspicherebbe
2) Accadesse il punto A (seppur sarebbe pura follia), in situazioni di difficoltà possono accadere due cose: o un gruppo si consolida o si sfascia. Pensando all’Unione Europea, non avendo mai lavorato per creare uno spirito comune (non solo nel senso dei popoli), mi auguro si riesca a rimanere davvero uniti nell’affrontare la situazione
Prima di passare ai mercati, un’ ultima annotazione: l’Italia è il maggior Paese in Europa dipendente dal Gas Naturale con una quota del 42,5%; ovvero quanto Germania (26%) e Francia (17%) messe assieme.
La rottura al ribasso dei 25000 punti ha dato una spinta notevole che ha proiettato i corsi ben al di sotto dell’importantissimo supporto statico situato a 23800 facendoli precipitare fino ai 21060 punti, minimo di ieri (-18% in 5 sedute). Quindi, il ritorno al “sereno” si concretizzerà quantomeno ad un ritorno sopra i 23800. Per ora rimane valido il target in area 16000 ma, seppur oggi è ancora troppo presto per dirlo, non sono da escludere debacle notevoli del nostro indice principale che lo possano riportare in area 12500 (triplo minimo). Ora attenzione ad eventuale pull-back in area 23800
OPERATIVITA’
FTSE-MIB - La rottura al ribasso di area 25000 ci ha fatto triplicare la posizione portando il pmc a 22500 (+ 1,5% circa) – ETCx3 pmc 1.95 (meno 33% circa, per “effetto temporale”)
PRYSMIAN (MI:PRY) - Short con 3 posizioni e pmc a 23.50 (meno 23% circa)
NASDAQ - Short con 2 posizioni e pmc a 12400 (ora -9% circa) – ETCx3 pmc 71.00 (meno 40% circa, per “effetto temporale”)
GOLD - Long con 1 posizione al prezzo di 1740 (ora +15% circa) – ETCx3 prezzo di 27.90 (+49% circa)