Sulla scia dell’elezione di Donald Trump a quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti, la sterlina britannica è stata l’unica valuta del comparto G10 ad aver ampliato i guadagni contro il dollaro USA.
Sembra che la sterlina stia beneficiando della diffusa debolezza dell’EUR derivante dai crescenti rischi politici in vista del 2017.
La decisione del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea ha sollevato, infatti, interrogativi sul futuro dell’Unione, soprattutto con l’acuirsi dei fervori nazionalisti e dell’ascesa del populismo fra i membri.
In effetti, l’accentuarsi dei rischi politici rimane la causa più probabile della recente debolezza dell’EUR.
I prossimi 13 mesi saranno un vero e proprio campo minato per l’Unione Europea; in calendario ci sono parecchi eventi che comportano gravi rischi, fra cui il referendum italiano, le elezioni politiche spagnole, le elezioni generali e presidenziali in Francia, le elezioni generali in Olanda e l’elezione del parlamento federale in Germania.
Il mercato prevede quindi un futuro più cupo per l’Eurozona, soprattutto ora che oltreoceano sono aumentate le aspettative d’inflazione.
Ecco perché il fatto che il Regno Unito stia cercando di allontanarsi dall’UE sta incidendo positivamente sulla GBP, per lo meno nel breve termine.
In una prospettiva di più lungo termine, le cose cambiano e tutto dipenderà dai termini di questa nuova relazione fra il Regno Unito e l’Unione Europea.
Stamattina, tuttavia, la coppia GBP/USD è scesa sotto la soglia a 1,25 sulla scia della ritrovata forza del dollaro.
Dopo aver ceduto più del 5% sull’onda delle elezioni USA, stamattina la coppia EUR/GBP si è ripresa, rimbalzando dell’1%, a 0,8690.