Nelle ultime settimane, sulle valute dei paesi emergenti sono piovute forti vendite, perché sui mercati finanziari si è diffusa l’avversione al rischio.
Per gran parte dei mercati, la situazione rimarrà tesa nel prossimo futuro, tuttavia dovrebbe esserci un rapido miglioramento con l’attenuarsi dei timori.
In Brasile, il real è risalito sopra la soglia a 4,00 e nelle ultime due settimane si è stabilizzato intorno a 4,00-4,07. Anche se riteniamo che l’attuale caos politico continuerà a esercitare pressioni sull’economia e, di conseguenza, sul real, la BCB potrebbe rientrare in gioco, visto che le aspettative d’inflazione continuano a salire.
In una lettera aperta al nuovo ministro delle Finanze brasiliano inviata venerdì scorso, Alexandre Tombini scrive che, “nonostante gli sforzi di politica monetaria già compiuti, è necessario ribadire che, nelle circostanze attuali, la politica monetaria deve rimanere vigile”.
La Banca Centrale del Brasile (BCB) da fine luglio è rimasta defilata, dopo aver aumentato il tasso Selic per quattro volte nei sette mesi precedenti, portandolo dall’11,75% al 14,25%. A nostro avviso, però, al governatore Tombini non rimarrà altra scelta se non riprendere il processo di rialzo dei tassi per tentare di ancorare le aspettative d’inflazione, anche se la recessione peggiora.
Potremmo quindi assistere a un calo della coppia USD/BRL sotto il livello a 4,00; tuttavia, sulla scia dell’attuale crisi politica, una ripresa sostenibile del BRL non è probabile neanche nel medio termine. Oggi, le vendite al dettaglio di novembre dovrebbero attestarsi al -9% a/a, dopo essersi contratte del 5,6% il mese precedente.