Durante la seduta asiatica si è ristabilita la propensione al rischio, sostenuta dal rapporto migliore delle attese sull’inflazione cinese.
L’aumento del dato cinese attenua le crescenti paure, basate in parte sui deboli dati commerciali, circa la salute della seconda maggiore economia mondiale.
Gli indici regionali asiatici hanno avuto un andamento contrastato, con il Nikkei in rialzo dello 0,49% e l’Hang Seng dello 0,86%, invece Shanghai ha stornato i guadagni precedenti sul finire della seduta, cedendo lo 0,2%. L’indice azionario tailandese, il SETI, ha guadagnato il 4,18% (come avevamo previsto).
La propensione al rischio ha fatto scendere l’USD contro le valute G10 e dei mercati emergenti. Solo le valute legate alle materie prime, come l’AUD e l’NZD, non sono riuscite ad apprezzarsi contro il biglietto verde. L’USD/THB ha guadagnato circa l’1%.
Le pressioni a vendere baht (THB), però, sono risultate molto inferiori al previsto, perché gli investitori internazionali non hanno abbandonato il Regno per il rischio potenziale di incertezze politiche. I prezzi del greggio si sono stabilizzati sopra il manico a 50 USD, dopo che un rapporto ha segnalato un restringimento nelle forniture sul mercato energetico statunitense.
Sul fronte dei dati, a settembre le vendite di nuove automobili sono aumentate del 7,2% nell’Unione Europea, con incrementi a due cifre in Italia e Spagna. Il rapporto positivo fa aumentare la probabilità che la prossima settimana la BCE mantenga invariata la sua politica.
A settembre l’inflazione (IPC) si è ripresa, salendo all’1,9% a/a dall’1,3% di agosto, sostenuta dall’aumento dei prezzi dei generi alimentari (3,2% a/a). L’IPP è diventato positivo, salendo dello 0,1% a/a a settembre dal -0,8% di agosto, primo dato positivo dal 2012; il costante recupero dell’inflazione indica che il motore della crescita globale ha probabilmente toccato il fondo e ora punta al rialzo.
L’aumento dell’inflazione suggerisce inoltre che anche la PBoC manterrà invariata la sua politica, guidando contemporaneamente al rialzo il renminbi (RMB).
A Singapore, nonostante il deterioramento dei dati sulla crescita, l’Autorità Monetaria (MAS) ha mantenuto la sua posizione neutrale, evitando strategicamente che il dollaro di Singapore (SGD) si rafforzi all’interno della fascia del tasso di cambio effettivo. Il calo dell’SGD contro l’USD ha fatto aumentare le probabilità di un allentamento da parte della MAS. Il PIL di Singapore è cresciuto marginalmente, dello 0,6% rispetto al 2,0% del rilevamento precedente (calando tuttavia di un preoccupante -4,1% t/t). Le vendite al dettaglio sono diminuite del -1,0% rispetto al 2,7% rivisto. I dati pubblicati oggi suggeriscono che gli investitori dovrebbero aspettarsi un ulteriore indebolimento delle dinamiche di crescita ed inflazione. Inoltre, sono aumentate significativamente le aspettative di un allentamento nel 2017. Ciò nonostante, la ripresa della locomotiva regionale e la domanda di rendimenti fornirà supporto all’SGD contro l’USD.
In Australia, la RBA ha pubblicato la sua valutazione semestrale sulla stabilità finanziaria. Il mercato immobiliare continua a monopolizzare l’attenzione della banca e la dimensione aggregata dei prestiti indica un rischio sistemico. La RBA ha avvertito le banche sui rischi dell’attuale corsa all’acquisto di appartamenti e ha raccomandato cautela sulla scia dell’aumento dei crediti inesigibili. Per ora, però, la banca centrale ritiene che il rischio sia gestibile, anche se secondo noi influirà sulla politica monetaria futura.
Oggi gli operatori monitoreranno la produzione nel settore delle costruzioni nel Regno Unito; la bilancia commerciale nell’UE; le vendite al dettaglio, l’IPP e l’indice dell’Università del Michigan negli USA.