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I dati del lavoro USA non indicano recessione

Pubblicato 10.09.2024, 10:21

Il mondo così come l’abbiamo creato è il risultato del nostro pensiero. Non possiamo cambiarlo se non cambiamo il nostro modo di pensare (A. Einstein).

Inflazione della Germania MoM prevista in discesa dello 0,1% in agosto (quindi deflazione) in uscita oggi alle 8:00, che dovrebbe portare il tendenziale annuo al +1,9%. Produzione industriale dell’Italia MoM di luglio prevista in contrazione dello 0,2% (era in crescita dello 0,5% di giugno), alle 10:00.
 
Prezzi alla produzione cinese YoY di agosto in contrazione dell’1,8% (contro -1,5% previsto e -0,8% di luglio) e inflazione leggermente più bassa delle attese (+0,6% contro +0,7% atteso), anche se in crescita rispetto al +0,5% di luglio.
 
Il rapporto sui posti di lavoro di agosto non ha fatto molto per risolvere il dibattito se il 18 settembre la Fed taglierà i tassi di 25 bps o 50 bps (secondo il FedWatch Tool, il 75% dei trader si aspetta un taglio di 25bp, mentre il 25% di 50 bps). Noi restiamo dell’opinione che 25 bp siano sufficienti, anche se riconosciamo che 50 bp non sembrano del tutto esclusi. Le aziende hanno continuato ad assumere ad agosto e l'economia ha continuato a espandersi. L'attenzione degli investitori si sposta ora sul CPI di mercoledì (previsto scendere al 2,6% dal 2,9% di luglio), che dovrebbe ulteriormente avvicinarsi all’obiettivo del 2% e quindi supportare la flessione dei tassi.
 
L’ultimo e atteso rapporto sulle buste paga di agosto è stato piuttosto insipido. Le buste paga sono aumentate di 142K, sostanzialmente in linea con le stime di un aumento di 145K, ma le revisioni al ribasso pari a 86K posti di lavoro in meno rispetto ai due mesi precedenti, hanno smorzato un po' l'aumento. Le buste paga sono ora aumentate di appena 116K in media negli ultimi tre mesi, una decelerazione marcata rispetto al ritmo medio mensile di 207K registrato nella prima metà dell'anno. Il tasso di disoccupazione, tuttavia, è sceso al 4,2% (dal 4,3% di luglio) mentre le retribuzioni orarie medie sono state un po' elevate e in aumento dello 0,4%. L'economia sta ancora creando posti di lavoro e il rapporto di agosto da solo non rappresenta un grosso problema, ma la recente direzione di marcia delle assunzioni rappresenta invece una preoccupazione per la crescita economia dei prossimi trimestri.
 
Gli investitori contavano sul rapporto del lavoro di agosto per risolvere il dibattito se la Fed allenti di 25 bps o 50 bps il prossimo 18 settembre. In realtà questo non sembra supportare in modo schiacciante nessuna delle due opzioni. Il mercato del lavoro sembra più in via di normalizzazione e non esercita più una pressione al rialzo sull'inflazione, il che significa che la Fed non ha più bisogno di adottare una politica così restrittiva. Mentre un taglio di 25 bps potrebbe ancora essere la visione di base di molti membri del FOMC, in mezzo al recente deterioramento del mercato del lavoro, l’ipotesi di 50 bp non sembra del tutto esclusa.
 
Se guardiamo oltre il mercato del lavoro, vediamo come alcune aree dell'economia stiano lottando sotto il peso degli elevati tassi di interesse. La spesa per le costruzioni per esempio è scivolata dello 0,3% a luglio e ha perso slancio nell'ultimo anno, quale effetto degli elevati costi di finanziamento che hanno ridotto la pipeline di nuovi progetti. Anche l'attività manifatturiera è ancora in una fase di stallo e il PMI tornato sotto 50 punti lo segnala chiaramente. I nuovi ordini manifatturieri sono scesi al valore più basso da maggio dell'anno scorso, segnalando come la domanda rimanga debole.
 
Tuttavia, anche se alcune aree dell’economia sono in difficoltà, l'attività del settore dei servizi continua a rimanere in buona forma, come dimostrato dal modesto aumento della lettura ISM di agosto. La spesa dei consumatori continua a sostenere l'attività del settore dei servizi e i dati recenti suggeriscono in genere che l'economia statunitense sta per aumentare di un tasso annualizzato del 2.1% nel terzo trimestre (stima GDPNow della Fed di Atlanta).
 
Mentre una serie di dati pessimi sul mercato del lavoro negli ultimi mesi ha messo in dubbio l'atterraggio morbido, una volta quasi assicurato, i dati economici generali suggeriscono come in realtà sia ancora realizzabile. Non possiamo dire che il rischio recessione non esista, ma sicuramente non è lo scenario base. L'economia, e quindi le assunzioni, hanno rallentato rispetto al ritmo vertiginoso degli ultimi anni, ma i dati non sono ancora coerenti con una contrazione economica generale. Siamo fiduciosi che una serie di tagli dei tassi arriveranno nei prossimi mesi e il passaggio da una posizione restrittiva a una neutrale dovrebbe compensare un possibile ulteriore raffreddamento economico.
 
Gli elevati costi dei prestiti e l'elevata incertezza economica hanno pesato sul sentiment aziendale, come dimostra l'indice di ottimismo per le piccole imprese dell'NFIB, al di sotto della media di lungo periodo di 98 degli ultimi anni. Sebbene l'incertezza non si sia ancora del tutto placata, di recente le aziende sembrano tuttavia essere diventate più ottimiste. La percentuale di proprietari che si aspettano un miglioramento dell'economia nei prossimi sei mesi è balzata di 18 punti, raggiungendo un netto -7% a luglio. La percentuale ancora negativa implica che i proprietari che si aspettano condizioni "peggiori" continuano a essere più numerosi di quelli che si aspettano condizioni "migliori", ma il miglioramento direzionale suggerisce che le aziende stanno riacquistando fiducia al margine.
 
Il raffreddamento del mercato del lavoro, la crescita più debole dei prezzi di input e la forte domanda interna hanno contribuito a rafforzare la redditività e a migliorare le prospettive di vendita. In settimana sono attesi ulteriori dati che potrebbero confermare la traiettoria discendente dell'inflazione.
 
 
 
 

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