Market Brief
I mercati finanziari mondiali hanno accusato il colpo, dopo lo stallo nelle trattative fra la Grecia e i suoi creditori. Alexis Tsipras, primo ministro greco, ha indetto un referendum sulla proposta di salvataggio. Il referendum si terrà il prossimo fine-settimana, anche se la scadenza per il rimborso all’FMI è martedì 30 giugno. I greci avranno dunque l’ultima parola e, in sostanza, voteranno se rimanere o no nell’UE. Oggi le banche greche sono chiuse ed è stato fissato un prelievo massimo di 60 euro a persona dopo che, nel fine-settimana, è stato prelevato più di un miliardo di euro. La Grecia non è mai stata così vicina all’uscita dall’Eurozona. La settimana che si apre oggi sarà stressante per gli investitori perché le incertezze sono cresciute in modo esponenziale. Il mercato azionario cinese è in caduta libera: il Composite di Shanghai è in calo del -3,85% il Composite di Shenzhen del -6,16%, nonostante il nuovo taglio del tasso deciso dalla Banca Popolare della Cina (PBoC). La banca centrale cinse ha tagliato il tasso sui prestiti a un anno di 25 punti base, portandolo a un minimo storico pari al 4,85%, nel tentativo di ristabilire la fiducia del mercato dopo le recenti vendite che hanno interessato le azioni cinesi. Purtroppo la situazione greca non è d’aiuto, essa non solo pesa sui listini azionari cinesi, ma sta trascinando giù anche tutte le borse regionali asiatiche. L’Hang Seng di Hong Kong cede il -2,83%, i listini australiani sono in calo del -2,23% e il Nikkei giapponese retrocede del -2,88%. Sui mercati dei cambi, gli operatori hanno liquidato le valute rischiose, acquistando quelle ritenute rifugi sicuri. Domenica il franco svizzero ha ceduto circa l’1% contro l’euro, scendendo a 1,0325 da 1,0425, lo yen giapponese si è apprezzato soprattutto contro euro e dollaro, rispettivamente del 2,12% e dello 0,97%. Lo yen ha trovato supporto nel dato positivo riferito alle vendite al dettaglio di maggio, che si sono attestante all’1,7% m/m rispetto all’1% previsto e allo 0,3% del rilevamento precedente, mentre la stima preliminare sulla produzione industriale di maggio ha sorpreso al ribasso, con una contrazione del -2,2% m/m a fronte del -0,8% previsto e dell’1,2% precedente. L’USD/JPY è calato dell’1,30% ma non è riuscito a violare il forte supporto a quota 122,37 (50% di Fibonacci su rally di maggio-giugno); la resistenza più vicina giace a 124,45 (massimo precedente). Le valute emergenti europee sono state oggetto di vendite diffuse perché sui mercati finanziari si è diffusa l’avversione al rischio; la lira turca, lo zloty polacco, il fiorino ungherese e il leu romeno hanno perso più dell’1% contro il dollaro. Sui mercati delle obbligazioni, la fuga verso la qualità innescata dalla crisi greca ha spinto i rendimenti dei titoli sovrani della periferia europea ai massimi da un anno. I rendimenti dei titoli quinquennali italiani sono balzati fino a un massimo dell’1,65%, in rialzo di 60 punti base rispetto a venerdì, l’equivalente spagnolo è lievitato di 33 punti base, all’1,28%. In Grecia, il rendimento dei decennali è cresciuto di 370 punti basi, al 14,57%. Per contro, il rendimento dei decennali tedeschi ha ceduto 10 punti base, attestandosi allo 0,07%, e l’equivalente britannico scambia attualmente all’1,51%, in calo di 13 punti base rispetto alla chiusura di venerdì, perché gli investitori hanno liquidato i titoli più rischiosi spostandosi su quelli più sicuri. In Europa, i futures sui listini europei sono in calo, con il DAX a -4,33%, il Footsie a -2,43%, il CAC a -4% e l’SMI a -3,02%. L’Euro Stoxx 50 retrocede del 4,36% mentre il suo fratello maggiore, l’Euro Stoxx 600, è in calo del -3,65%.
Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd