Buongiorno ai Lettori di Investing.com,
in un avvio di settimana che non ha proposto market movers rilevanti, l'attenzione degli investitori è rivolta principalmente sull’evoluzione della riforma fiscale americana. I negoziati tra le forze politiche coinvolte si fanno serrati, si sta cercando di smussare gli spigoli di un disegno di legge complesso e alcune indiscrezioni suggeriscono una piccola frenata dei repubblicani che potrebbero procrastinare i tagli sulle imposte di circa un anno.
Tutto ciò, ovviamente, ha avuto ripercussioni evidenti sui rendimenti dei titoli di stato a stelle e strisce, in particolare sulle scadenze temporali più lunghe. Stiamo fondamentalmente assistendo, ormai da un po’ di tempo, all’appiattimento della curva dei rendimenti basti pensare che lo spread tra le scadenze a 2 e 10 anni è inferiore a 68 punti base.
Il rally del dollaro è evidentemente ostacolato, ma per il momento non vi sono chiari segnali di eventuali forti deprezzamenti del biglietto verde.
Sul fronte Euro dobbiamo tenere conto anche del Bund perché il rafforzamento potrebbe regolare i movimenti del cambio EUR/USD, così come la divergenza tra il rendimento del titolo a 10 anni USA e i movimenti del cambio USD/JPY.
Sul fronte materie prime, dopo il rally del Petrolio (il WTI ha sfondato la soglia dei 57 dollari al barile) stiamo assistendo a un primo accenno di pullback. L’apprezzamento è stato causato essenzialmente dalle tensioni Iran-Yemen, così come pure da alcune manovre del Governo Saudita tra le quali citiamo la repressione contro la corruzione. Per quanto riguarda l’oro, è evidente come stia risentendo dell’andamento del Dollaro e confermiamo quanto scritto ieri, ovvero una fase di lateralità che vede i prezzi comprimere in un range di prezzo tra 1280 e 1260 dollari l’oncia.
Dando un’occhiata alla giornata di ieri, Wall Street chiudeva in ripiegamento dai massimi assoluti, ma in queste prime ore di contrattazione registriamo una nuova impennata soprattutto sull’indice Nasdad (oramai a ridosso del livello record).
I mercati asiatici hanno registrato chiusure contrastanti, come consuetudine segnaliamo il Nikkei in territorio leggermente negativo a -0.1%. I mercati europei, al pari degli americani, ieri registravano perdite importanti e sarà interessante capire se trattasi di correzione profonda o un semplice ritracciamento in attesa di nuovi massimi assoluti.
Sul fronte valutario, il dollaro è in lieve fase correttiva un po’ contro tutte le altre principali monete, ma stiamo parlando generalmente di perdite comprese tra 0,1% e 0,2%.
La sola eccezione è rappresentata dalla Sterlina, che invece si mostrava un po’ più tonica e che non sembra avere intenzione di violare il supporto collocato al livello di prezzo di 1,31.
Siamo arrivati al calendario economico, un calendario che non proporrà granché anche nella giornata odierna.
Poco o nulla dall’Europa, mentre nel pomeriggio sono attese le scorte di petrolio per le quali si prevede una discesa di -2,9m di barili (la settimana scorsa -2,4m barili), per i distillati -1,4m (la settimana scorsa -0,3m) e per la benzina -2,0m barili (la settimana scorsa -4,0m).
Proiettandoci alla nottata, la prossima ovviamente, si dovrà prestare particolare attenzione alla politica monetaria della Banca Centrale Neozelandese: i tassi dovrebbero rimanere invariate al + 1,75% ma sarà interessante capire se vi saranno variazioni di politica monetaria in seguito all’insediamento del nuovo Governo.