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Il future dell'Indice del Dollaro, che misura la forza del dollaro americano nei confronti di un paniere di valute quest’ultima rappresentata per oltre il 50% dalla valuta europea, si mantiene sui massimi da cinque mesi, toccando un massimo di 93,26, sostenuto dai guadagni dei tassi americani.
Proprio nei confronti della valuta europea, il dollaro americano potrebbe continuare a guadagnare terreno e quindi continuare il rally ribassista sulla major fino a raggiungere l’area di demand 1.1600 – 1,1550; soprattutto perché la valuta unica sembra alquanto turbata dalle notizie secondo cui un eventuale governo Movimento Cinque Stelle – Lega sarebbe intenzionato a chiedere un condono di 250 miliardi di euro di debito italiano in mano alla Banca Centrale Europea.
Sull’argomento, l’economista della Lega Claudio Borghi, ha riferito che la bozza di richiesta di condonare i 250 miliardi di debito italiano, non ha mai fatto parte di nessuna bozza ufficiale del programma di governo.
Inoltre, ha aggiunto che, “quello che stiamo proponendo è che ai fini del patto di stabilità, il debito acquistato sotto il Quantitative Easing non conti nei calcoli del rapporto debito / Pil dei paesi”.
La notizia della cancellazione dei 250 miliardi di debito pubblico, è stata diffusa anche da 'Huffington Post', che ha diffuso integralmente le 39 pagine della bozza dove si evince che il partito penta stellato ed il carroccio hanno in serbo di chiedere direttamente a Draghi di cancellare il debito in titoli di Stato che la Bce ha acquistato nell’ambito del Quantitative Easing in un’operazione che varrebbe 10 punti percentuali del rapporto debito/Pil.
Su questo punto non sono giunte smentite tra i due leader Salvini e Di Maio.
Tra gli altri punti presenti nella bozza di bilancio ci sono anche l'eliminazione delle sanzioni nei confronti della Russia e la cancellazione della legge Fornero.
Al momento, smentite e conferme intorno alle 39 pagine della bozza di governo, non fanno altro che accentuare l’alone confusionario in cui si trovano i due schieramenti politici, non solo nel cercare un intesa definitiva con un programma univoco con il beneplacito di Bruxelles, ma soprattutto perché le proposte che sono inserite nel programma di governo, a lungo andare, farebbero schizzare il deficit dei conti pubblici al 5,5% del Pil per il prossimo anno, con una percentuale ben al di sopra del limite previsto dell’Unione Europea la quale prevede una deficit di base pari all’1,3%.
Ed è proprio su questo punto che ieri sono arrivati i due interventi dei due vicepresidenti della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis e Jyrki Katainen, che hanno invitato l’Italia a rispettare i parametri stabiliti «senza eccezioni».
In particolare, se analizziamo con attenzione i tre punti principali, presenti nella bozza di governo, ovvero: il reddito di cittadinanza, il taglio delle tasse e il superamento della legge Fornero costerebbero 100 miliardi l’anno: una situazione che condurrebbe a un drastico deterioramento del disavanzo di bilancio con il deficit, stimato dal nostro modello economico globale, al 5,5% nel 2019.
Secondo alcune stime, il reddito di cittadinanza costerebbe 30 miliardi, la flat tax circa 60 e la rivisitazione della legge sulle pensioni altri 15 miliardi.
In più servirebbero 31 miliardi nel biennio 2019-2020 per fermare l’aumento automatico dell’Iva fino al 25 per cento.