L’impennata dei rendimenti dei Treasury USA ha superato il 3% col tonfo del prezzo dei bond governativi ieri (i rendimenti salgono quando i prezzi scendono), in vista del vertice di questa settimana del Federal Open Market Committee, che determinerà la politica monetaria della Federal Reserve.
I funzionari della Fed hanno reso noto che alzeranno il tasso dei fondi overnight di mezzo punto percentuale questa settimana, dopo l’aumento di 0,25 punti a marzo, il primo dal dicembre 2018.
L’inflazione alle stelle spaventa gli investitori, che ora temono una stagflazione e persino una recessione, rendendosi conto che la Fed dovrà alzare velocemente i tassi per mettersi al passo con i prezzi in salita. Di conseguenza, i mercati stanno spingendo su i rendimenti.
Il rendimento dei Treasury decennali ha superato il 3% ieri per la prima volta dal 2018, imitando i trentennali. Tuttavia, il rendimento decennale è poi velocemente sceso.
Questa settimana il FOMC dovrebbe anche dare la tempistica per la riduzione del portafoglio bond da 9 mila miliardi di dollari, che toglierà miliardi dal mercato. Con la Fed che smetterà di reinvestire il capitale in scadenza su nuovi bond, verrà a mancare anche un sostegno ai prezzi.
Per quel che vale, i Treasury al riparo dall’inflazione sono passati in territorio positivo per la prima volta dall’inizio della pandemia ma, con un’inflazione media stimata del 2,8% su 10 anni, questi strumenti potrebbero stare sottovalutando l’attuale durata ed il livello dell’inflazione.
I timori geopolitici spingono i riferimenti europei a livelli mai visti
In Europa, i rendimenti dei bond decennali tedeschi continuano a restare vicino all’1% che non si vedeva dal 2014. Il rendimento decennale si attestava allo 0,9640% ieri.
La Banca Centrale Europea è stata lenta con l’inasprimento monetario, ma i funzionari tedeschi cominciano a preoccuparsi, con l’inflazione del paese arrivata al 7,4% ad aprile.
I bruschi aumenti dei prezzi degli energetici stanno trainando l’inflazione, soprattutto a causa della guerra in Ucraina e dei problemi con le forniture russe di petrolio e gas.
Anche il rendimento dei bond decennali francesi sale a livelli che non si vedevano dal 2014, arrivando all’1,5% mentre il paese si avvia verso le elezioni legislative del mese prossimo.
Il Presidente francese Emmanuel Macron è stato rieletto ad un secondo mandato quinquennale il mese scorso, ma deve affrontare delle difficoltà nel sostenere la sua maggioranza in Parlamento.
Il politico di estrema sinistra Jean-Luc Mélenchon sta cercando di mettere insieme un’alleanza di sinistra per impedire a Macron di portare avanti la sua agenda, e ieri ha annunciato un patto con i Verdi per un fronte unito che potrebbe includere anche il partito Comunista e Socialista.
Intanto, la Grecia cerca di lasciarsi alle spalle il suo status da bond junk e la scorsa settimana ha riaperto un bond da 1,5 miliardi di euro con un rendimento del 2,4%, sottoscritto in eccesso di oltre il triplo.
Il bond era stato emesso nel 2020 con una scadenza di sette anni e non è finalizzato a raccogliere denaro, dal momento che Atene ha fondi a sufficienza. Piuttosto, ha lo scopo di riconquistare la fiducia degli investitori, con il paese che spera di tornare all’investment-grade il prossimo anno.
Standard & Poor’s ha promosso la Grecia da BB a BB+ la settimana prima, portandola alla soglia di un rating investment-grade BBB.