Il rally dell’arabica dallo scorso anno prosegue a gennaio, per via di una stretta nelle forniture della varietà di caffè coltivata principalmente in Brasile.
Il caffè arabica è considerato il re dei chicchi di caffè: è consumato dal 70% dei bevitori di caffè ed è il prescelto delle più importanti catene di caffetterie, da Starbucks (NASDAQ:SBUX) a Dunkin Donuts e Tim (MI:TLIT) Hortons di Restaurant Brands (NYSE:QSR).
Ha chiuso con un’impennata del 76% l’anno scorso, prima per i problemi di produzione nelle fattorie colpite dal COVID e nei centri di produzione, e poi per le limitazioni dei container che hanno reso difficile spedire il caffè in tempo dai porti brasiliani.
Nel mese di gennaio, finora, l’arabica è balzato di un altro 6% per i continui problemi logistici e di produzione, nonché per un clima inclemente che pesa sulle prospettive del raccolto.
Grafici gentilmente forniti da skcharting.com
“I container non sono disponibili” perché i coltivatori di arabica in Brasile possano spedirlo, dice Jack Scoville, a capo delle analisi sui raccolti del Chicago’s Price Futures Group. Stima che fino all’82% del raccolto brasiliano sia già stato venduto e la domanda resta forte per altro caffè dalla regione.
“Il clima asciutto e poi il gelo in Brasile hanno creato problemi agli alberi di caffè quest’anno”, aggiunge. “Le forti piogge più di recente in alcune aree di coltivazione in Brasile hanno inoltre pesato sulla formazione delle ciliegie di caffè”.
Il caffè robusta scambiato a Londra, invece, è crollato del 7% dall’inizio dell’anno. Il robusta è utilizzato dalla maggior parte dei marchi di caffè solubile sul mercato e per il decaffeinato. Coltivato perlopiù in Vietnam, anche il caffè robusta sta avendo gli stessi problemi per le scorte e la coltivazione dell’arabica, ma senza una domanda commisurata.
Le limitazioni delle spedizioni e l’incertezza su quando e come il caffè sarà trasportato hanno innescato gli acquisti che hanno portato al rally del 2021.
Rabobank aveva previsto che gli “acquisti da panico” dell’arabica si sarebbero fermati dopo Natale, ma l’incognita era anche il clima in Brasile, colpito dalla siccità nella prima parte del 2021 prima che arrivasse il gelo.
Ole Hansen, a capo delle strategie per le materie prime di Saxo Bank, ha riferito alla CNBC a dicembre che “una tempesta perfetta di eventi [sta] cospirando per spingere il nostro amato caffè”, riferendosi all’arabica.
“La questione per l’azione di prezzo futura è quanti di questi sviluppi possano potenzialmente durare di più”, dice Hansen.
Secondo Hansen il clima avverso in Sud America potrebbe pesare persino sui rendimenti dell’arabica nel 2023.
“Abbiamo visto il caffè schizzare a circa 3 dollari la libbra nel 2011, quando c’era stata un’altra forte preoccupazione per il Brasile”, spiega.
“Penso che ci troviamo davanti ad un mercato che, per la prima volta da anni, comincia a mostrare una certa tensione”, aggiunge Hansen.
Quindi, l’arabica tornerà a 3 dollari la libbra?
Negli scambi di ieri sull’ICE Futures USA, una libbra di arabica si attestava a 2,3960 dollari. Ben lontano dai 3 dollari.
Ma Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di skcharting.com e regolare collaboratore di Investing.com sui segnali tecnici delle materie prime, spiega che i grafici dell’arabica indicano parecchio potenziale slancio tecnico per il titolo.
Dixit fa notare che i massimi di inizio dicembre di 2,52 dollari per l’arabica hanno attirato le prese di profitto dei trader retail stagionali, portando il mercato al livello di 2,20 dollari, dove gli acquisti value hanno contribuito al rimbalzo a 2,44 dollari.
“Un forte consolidamento sopra i 2,44 dollari potrebbe ora permettere uno slancio rialzista verso l’apice di dicembre di 2,52 dollari e potrebbe portarlo a 2,56 dollari tra fine febbraio e metà marzo”, dice.
Entrando nei dettagli del grafico, spiega che il grafico settimanale dell’arabica mostra un considerevole ribilanciamento ed una cosiddetta lettura stocastica di 69/49 che rispecchia positività, con un incrocio che testa l’indice di forza relativa a 69.
Ma, come tutti i trend al rialzo che si infrangono, l’arabica ha il suo punto vulnerabile sotto i 2,32 dollari, aggiunge.
“Un’infrazione sotto 2,32 dollari può indebolire lo slancio e potrebbe innescare una correzione a breve termine che prenda di mira il livello di supporto orizzontale di 2,20 dollari, un punto di cautela per correzioni estese”, puntualizza Dixit.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.