Secondo una popolare tradizione invernale, più in alto lo scoiattolo costruisce la sua tana prima di Natale e più farà freddo. Il meteorologo John Belski ha affermato di aver visto delle tane di scoiattolo ad altezze da record a Louisville, Kentucky, all’inizio del mese, suggerendo giornate gelide in arrivo. I tori del gas naturale sperano che abbia ragione.
Dalle prime previsioni di un super-freddo nella Costa Orientale e nelle altre regioni USA che utilizzano il gas come combustibile da riscaldamento primario, le letture ora indicano tutt’al più un freddo moderato, facendo diminuire nettamente le fortune di chi aveva scommesso bei soldi su prezzi del gas alle stelle nel primo grande breakout pre-invernale.
Il gas effettivamente è schizzato oltre le aspettative di molti nel mese scorso. Ma non è rimasto in alto e possiamo darne la colpa al clima.
Cancellata più di un terzo dell’impennata di inizio inverno
All’attestazione di ieri, il contratto dei future del gas con consegna a dicembre sull’Henry Hub del New York Mercantile Exchange ha chiuso a 2,56 dollari per mmBtu. Si tratta di un calo di ben 35 centesimi dal massimo di otto mesi e mezzo di 2,91 dollari per mmBtu del 5 novembre.
In sole due settimane, i tori del mercato hanno dovuto rinunciare ad oltre un terzo del balzo del 21% registrato tra l’ultima settimana di ottobre e la prima di questo mese.
E potrebbero esserci altri dolori in vista per i trader che restano long, dicono quelli che analizzano sia le ultime letture invernali che i grafici tecnici sul prezzo.
Scott Shelton, broker dei future energetici di ICAP a Durham, Nord Carolina, si è detto sorpreso del fatto che il gas di dicembre stia ancora mantenendo il supporto di 2,50 dollari.
Intatto il supporto a 2,50 dollari, ma il prezzo finale sembra probabile a 2,30 dollari
Spiega Shelton:
“Pensavo che 2,50 dollari fosse il primo livello a cui arrivare. Ritengo ancora che gli spread si indeboliranno nel 2020 con un primo trimestre possibilmente invariato fino all’estate, il che suggerisce che il prezzo finale sarà vicino a 2,30 dollari”.
Dan Myers, analista dell’agenzia di consulenza sul rischio del gas Gelber & Associates, con sede a Houston, fa notare che il gas con consegna ad aprile e maggio 2020 è già scambiato sotto 2,30 dollari nelle aspettative che l’attuale eccesso di scorte del combustibile permanga anche l’anno prossimo.
Ma come nel caso del contratto di dicembre il mercato è ancora esitante ad ignorare del tutto i restanti mesi invernali fino a marzo, afferma Myers.
Tuttavia, ciò non significa che non sia destinato ad un’altra impennata, aggiunge.
Le scorte in eccesso non aiutano
Afferma Myers:
“Considerato l’eccesso di scorte sul mercato con temperature normali, un freddo moderato in un periodo normale non è sufficiente a sostenere prezzi elevati”.
Scommettere su qualcosa di tanto mutevole come il clima non è mai facile, ma è proprio su questo che si basa il gioco del gas di riscaldamento e raffreddamento.
I trader sorpresi dal cambiamento delle temperature nelle ultime due settimane probabilmente si augurano che gli scoiattoli in Kentucky siano stati tanto accurati quanto le scimmie che hanno battuto i trader di Wall Street scegliendo i titoli giusti. Considerata la performance del mercato azionario durante tutto l’anno, il cugino umano di questi primati potrebbe essere considerato molto più fortunato, ma questa è tutta un’altra storia.
Tornando alla situazione del clima per il gas, il dilemma del prezzo per gli scambi arriva in vista del primo calo delle scorte che la U.S. Energy Information Administration dovrebbe riportare nel corso della giornata.
Il primo calo di quest’inverno potrebbe essere un non-evento
Una serie di analisti intervistati da Investing.com indica che l’EIA potrebbe riportare una riduzione di 89 miliardi di piedi cubici per la scorsa settimana, rispetto all’aumento della settimana precedente di 3 miliardi.
Di norma, questo sarebbe dovuto bastare a soddisfare i tori.
Ma non adesso, tra la discutibile domanda per il riscaldamento e gli incessanti massimi storici della produzione settimana dopo settimana, afferma Myers.
“È possibile che la domanda della scorsa settimana comporti una riduzione (delle scorte) persino più forte vicino ad una tripla cifra”.
“Sebbene non in linea con la diminuzione di metà novembre dell’anno scorso, potrebbe essere pari a quasi il triplo della media quinquennale”.
“Ciononostante, il ritorno ad un clima mite alla fine di questo mese peserà” sul mercato, aggiunge.
Dominick Chirichella, direttore del rischio e del trading dell’Energy Management Institute, afferma che le temperature saranno inferiori alla norma negli Stati Uniti occidentali, con la possibilità di un significativo freddo anomalo, soprattutto nelle aree delle Montagne Rocciose settentrionali/Grande Bacino.
Ma si prevedono letture al di sopra della norma negli Stati Uniti centromeridionali e sudorientali e condizioni più stagionali nelle parti centrosettentrionali e nordorientali, spiega.
Aggiunge Chirichella:
“La fiducia resta bassa in questo periodo, con qualche disaccordo sulle previsioni e poca continuità in serie, persino nei gruppi. Ulteriori cambiamenti delle previsioni sono probabili man mano che passerà il tempo”.